Uvadatavola magazine: ecco l’ultimo numero

Uve tardive, viticoltura sotto serra, miglioramento genetico e tanto altro: disponibile ora l'ultimo numero 2023 della rivista

da uvadatavoladmin

L’ultimo numero del 2023 di uvadatavola magazine racconta quella che è stata la stagione delle uve tardive di quest’anno. Una stagione che, conclusasi con un bilancio positivo, si è distinta per il suo carattere “anomalo” e fuori dai soliti standard cui ci si era abituati. 

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Prima di entrare nel merito della stagione, il quinto numero della rivista si apre con uno sguardo alla viticoltura sotto serra. A offrirlo sono gli agronomi Lorenzo Lucenti e Lillo Carmina dello Studio Tecnico Agronomico Agriproject Group Srl che, partendo dalla realtà siciliana, mostrano vantaggi e criticità di questa tecnica di conduzione del vigneto.

Dalla tecnica si passa quindi alla nutrizione grazie al contributo firmato dall’agronomo e accademico Silverio Pachioli. Partendo dall’importanza della risposta delle piante agli stress di natura abiotica, l’esperto analizza tutti i diversi elementi minerali che – direttamente coinvolti nei sistemi di protezione – possono ottimizzare rese e qualità della produzione e al contempo garantire una maggiore sostenibilità ambientale della vite e non solo. 

A questo punto si inserisce il focus di questo numero, dedicato appunto alla stagione delle uve tardive 2023.

Tre interviste che, nonostante i diversi punti di vista, offrono un bilancio che potrebbe dirsi condiviso: ottimi risultati raggiunti, ma non senza una congiuntura di eventi favorevoli. Lo sottolinea Francesco Messina – responsabile commerciale di Agrimessina s.r.l., che invita a tenere a freno l’entusiasmo e a considerare tutte le variabili in gioco. Lo ribadisce l’agronomo Giacomo Mastrosimini che, allargando lo sguardo sulle nuove sfide che incombono all’orizzonte, tra insetti sempre più pressanti e tendenze di mercato fuori dall’ordinario, ricorda l’importanza di continuare a farsi guidare da spirito imprenditoriale e non semplicemente dall’euforia che risultati come quelli raggiunti quest’anno possono alimentare. E non ultimo lo conferma l’imprenditore agricolo Giovanni Serini, che – nonostante la soddisfazione sia dal punto di vista commerciale che produttivo – esorta a soppesare i risultati, specialmente per ottenere risultati simili anche in futuro.

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Jacobiasca lybica: una minaccia da tenere sotto controllo

Chiusa la parentesi della stagione, si inserisce l’intervista a Donato Fanelli, produttore di uva da tavola e membro del consiglio direttivo della Commissione Italiana Uva da Tavola (CUT). Ponendo l’accento sull’importanza di organizzazione e programmazione, l’esperto offre un’analisi della situazione attuale del comparto dell’uva da tavola che, al momento osteggiato da qualche nuvola, potrebbe aprirsi a cieli ben più rosei anche grazie a un attento lavoro di promozione, valorizzato da un più marcato legame con il territorio.

Territorio che, tra l’altro, torna nell’approfondimento successivo. Firmato dalla professoressa Alessandra Gentile, il contributo illustra il lavoro di miglioramento genetico in viticoltura promosso dall’Università degli Studi di Catania che – grazie allo sviluppo di caratteristiche di pregio – permette di ottenere varietà apirene, innovative e riconoscibili non solo per la loro tipicità, ma anche per il richiamo al territorio stesso. 

In ultimo, chiude il numero una nuova tappa del grape world tour. Protagonista è la viticoltura turca che, molto simile a quella italiana, viene qui raccontata dell’ingegnere agronomo e produttore Ali Çelik. Il risultato è uno sguardo diretto sulla Turchia che, con con una produzione media di poco superiore a 2 milioni di tonnellate e oltre 200 mila ettari coltivati, è oggi al primo posto tra i Paesi produttori di uva da tavola.

Tra anomalie positive e nuovi scorci si chiude così anche il 2023 di uvadatavola magazine. Il viaggio, però, non finisce e nell’attesa non resta che sfogliare anche quest’ultimo numero.

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Buona lettura

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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