Grottaglie, royalty e brevetti in uva da tavola, come orientarsi?

da Redazione uvadatavola.com

Nella seconda giornata dedicata alla Festa del’Uva di Grottaglie si è tenuto in Piazza Regina Margherita un incontro sulla “spinosa” questione dei brevetti e delle royalty.

La serata ha visto la partecipazione, oltre che del Sindaco del paese tarantino, Ciro D’Alò e dell’assessore alle Attività Produttive Mario Bonfrate, anche dell’avvocato Sabino Sernia -in sostituzione del founder dello studio WebLegal Avv. Roberto Manno-, del responsabile provinciale sezione ortofrutta di Confagricoltura Taranto Vincenzo Lupo, Luca Lazzàro, Presidente GAL Magna Grecia e l’agronomo Angelo Gasparre, di FoodAgriService, studio agronomico di Noicattaro (Ba). Angelo Gasparre ha preso la parola per primo ed ha messo in evidenza le carenze del comparto nazionale dell’uva da tavola, soffermandosi sulla necessità di offrire alla GDO un prodotto di qualità costante e che abbia una buona programmazione. In seconda battuta l’agronomo ha esposto alla numerosa ed attenta platea, formata da produttori ed agronomi, le diverse modalità di impianto per l’uva da tavola:

  • varietà libere,
  • varietà con royalty all’impianto,
  • varietà con royalty all’impianto e alla commercializzazione e
  • “Formula Club”.

Gasparre ha concluso dicendo che, se condotta correttamente, la formula Club è la modalità che meglio garantisce al produttore una giusta remunerazione, perché gli ettari contingentati permettono di tenere sotto controllo le quantità di prodotto e così è possibile mantenere alto il prezzo dell’uva e programmare le produzioni.

Purtroppo però, ascoltando la testimonianzza dell’avvocato Sabino Sernia, uno dei legali del pool che sta seguendo il Comitato Agricoltori e Commercianti di Puglia e Basilicata, in Italia non accade sempre così. Il comitato, nel mese di giugno, ha infatti depositato una segnalazione contro i breeders all’Antitrust. Sernia ricorda che non sempre i contratti posti all’attenzione dei produttori sono limpidi ed i legali stanno lavorando per prevenire e sanzionare ogni forma di abuso a danno agli agricoltori e ai distributori. La questione ruota soprattutto attorno alla commercializzazione delle uve. Per alcune varietà club vige l’obbligo di conferimento solo ad alcuni esportatori riconosciuti dal Club stesso. Su questo gli avvocati e l’associazione dei produttori fanno leva sulla presunta mancanza di concorrenza e competizione.

Ovviamente questo non deve, nella maniera più assoluta, istigare i produttori a motiplicare e impiantare illegalmente varietà coperte da diritti di privativa, frutto di decenni di incroci e sperimentazioni.

In conclusione tutti i convenuti hanno ammesso che il settore sarebbe più forte se ci fosse un’associazione che riunisse tutti i produttori di uva da tavola e per l’occasione il sindaco Ciro D’Alò si è detto disponibile a gettare le basi per un’azione di questo tipo proprio a Grottaglie. I rappresentanti delle associazioni di categoria si sono dette disponibili a continuare il loro lavoro di tutela e difesa dei produttori, lavorando anche per valorizzare il prodotto, il territorio e favorire i consumi.

Un’altra possibile via percorribile per evitare il gioco dei breeders internazionali, suggerita da Angelo Gasparre, è quella di prediligere le nuove varietà di uva da tavola frutto della ricerca pubblica e privata italiana. Molti sono infatti i progetti che in questi ultimi anni si stanno affacciando sul mercato. In questo modo potremo contare su varietà nostrane, testate sul territorio, cresciute e selezionate nel nostro areale pedoclimatico e saremo in grado di offrire prodotti made in italy al 100% e contrattando alla pari le modalità di commercializzazione.

 

Autore: Teresa Manuzzi
®uvadatavola.com  

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