Ancora un duro colpo per il distretto vivaistico viticolo di Otranto. Ieri, 19 novembre, il Tar del Lazio e l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) hanno negato, quasi in contemporanea, lo sblocco della movimentazione delle barbatelle dai confini salentini.
Il Tar del Lazio ha infatti respinto il ricorso presentato dal consorzio vivaisti viticoli pugliesi contro il Ministero dell’Agricoltura e il commissario Silletti per la liberalizzazione delle barbatelle, sulle quali grava da maggio il blocco UE.
Gli esperti dell’EFSA, invece, hannno dato parere negativo alla richiesta di cancellazione della vite dall’elenco delle specie sensibili a Xylella, sostenendo che non si possa escludere che la vite sia una potenziale pianta ospite del patogeno che sta attaccando gli ulivi nel sud Italia.
Conclusioni, queste, giunte dopo recenti studi ed esperimenti effettuati proprio nel territorio pugliese. Secondo Stephan Winter, a capo del gruppo di lavoro, nonostante alcuni risultati molto promettenti (la vite stessa, infatti, non sarebbe uno degli ospiti principali del ceppo CoDiRO), “non esiste attualmente alcuna prova inequivocabile che la vite non costituisca una fonte d’infezione”.
Nonostante le indagini eseguite non abbiano evidenziato alcun caso di viti infette, né in seguito ad inoculo né per contatto con gli insetti, il gruppo di lavoro ha rilevato alcune incertezze che non permettono di escludere totalmente la possibilità che la vite sia una pianta ospite del batterio.
Riguardo agli esperimenti di trasmissione vettoriale, le incertezze ruotano sul livello di attività degli insetti e su quanti batteri essi possano aver trasferito alle piante sperimentali. Il dott. Winter ha aggiunto: “Le malattie causate da Xylella fastidiosa sono il risultato di interazioni altamente complesse tra agenti patogeni, vettori e piante ospiti. Ci sono così tante incognite, come il comportamento degli insetti e le condizioni ambientali, che esperimenti di questo tipo sono irti di difficoltà e incertezze”.
Il 22 e il 23 novembre, a Bruxelles il Comitato Fitosanitario Permanente europeo sarà chiamato a decidere sullo sblocco della commercializzazione delle barbatelle, da cui dipendono 40 aziende, 800 posti di lavoro e un fatturato complessivo di 20 milioni di euro, numeri importanti per l’economia salentina.
La stroncatura dell’Efsa, potrebbe influenzare negativamente le decisioni europee. “Attendiamo lunedì e martedì che arrivi qualche buona notizia – ha spiegato l’europarlamentare Paolo De Castro – siamo nelle mani della Commissione, anche se la pronuncia dell’Efsa complica le cose”.
Fonti:
La Gazzetta del Mezzogiorno
corrieresalentino.it
leccenews24.it