Apofruit Italia, impresa cooperativa che opera da oltre 50 anni su tutto il territorio nazionale, attraverso le parole di Marcello Guidi – responsabile del mercato estero per la cooperativa Apofruit – tira le somme sulla stagione 2021 per le uve da tavola.
Volumi
Le produzioni di uva da tavola dei soci della cooperativa Apofruit sono giunte quasi esclusivamente sule tavole di Paesi esteri. Complessivamente Apofruit ha ritirato 90mila quintali di uve seedless, di cui un 30% condotte in bio e biodinamica. La campagna, partita a metà luglio, oggi si avvia alla conclusione.
Ritardo di maturazione
“L’andamento produttivo – evidenzia Marcello Guidi, responsabile Apofruit per il mercato estero – è andato secondo le previsioni. Ovvero i livelli di qualità e quantità del prodotto – in media – hanno segnato un forte aumento. L’uva, a causa del clima, ha riportato un ritardo di 15 giorni nella maturazione; ciò ha provocato un accumulo di volumi nei mesi di agosto e settembre. L’eccesso di prodotto è stato gestito poi nei mesi successivi, grazie anche ad un corretto adeguamento della programmazione commerciale. L’intera produzione è stata quindi collocata sui mercati. In sostanza potremmo definire questa una stagione che ha pagato le conseguenze della quantità”.
Mercato
“Ci troviamo in uno scenario – prosegue Guidi – che vede l’aumento delle superfici vitate con varietà licenziate, a cui non sempre segue un’adeguata politica di marketing e un coerente adeguamento del processo produttivo. Il mercato, inoltre non si è dimostrato pienamente maturo”.
Ad ogni modo l’intera produzione conferita ad Apofruit ( attraverso le società Mediterraneo Group e Canova per il biologico), nonostante la difficoltà riscontrate in generale sui mercati, è stata venduta.
“Tra i Paesi che maggiormente hanno assorbito la produzione di uva di questa campagna – conclude Marcello Guidi – sono da evidenziare la Germania, l’Inghilterra e i Paesi Scandinavi. Nonostante le difficoltà dovute al rincaro dei costi dei materiali e dei noli del trasporto, abbiamo consolidato anche i programmi negli Emirati Arabi. Importante, infine, sottolineare la crescita e lo sviluppo che si sono registrati sul mercato italiano per il consumo delle uve senza semi. I consumatori italiani si stanno rapidamente avvicinando a queste tipologie di uve, croccanti, dolci e comode da consumare”.
Autore: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com