Volumi, prezzi, costi, mercati e innovazione varietale. Tutto sulla campagna spagnola dell’uva appena terminata e sugli obiettivi futuri del comparto ispanico.
La campagna spagnola ha risentito degli stessi problemi riscontrati in Italia. Salta all’occhio, però, che mentre alcuni produttori italiani si inalberano (o come si dice in Puglia “fanno cattivo sangue”) appena sentono parlare di varietà senza semi, in Spagna si incentiva l’ottenimento di nuove cultivar apirene autoctone. Inoltre Joaquín Gómez, presidente di APOEXPA – l’associazione di produttori iberici – afferma che se i consumi di uva sono aumentati negli ultimi anni è merito delle uve senza semi.
Rinnovo varietale: si lavora in laboratorio
La regione di Murcia, che conta più di 1.000 ettari interessati dalla viticoltura da tavola, è una delle principali zone di produzione spagnole. In questo settore, la società ITUM – che si occupa di innovazione varietale – sta lavorando per l’ottenimento di nuove varietà pensate in base ai mercati di riferimento.
Manuel Tornel, direttore tecnico di ITUM nel corso di Fruit Attraction 2022 (Madrid 3 -6 ottobre) ha affermato: ” oltre il 95% della produzione di uva da tavola della regione di Murcia è costituita da varietà nostrane ottenute da ITUM.
La visione positiva nei confronti delle nuove varietà senza semi è univoca per gli ispanici. Infatti Joaquín Gómez, presidente esecutivo dell’Associazione dei produttori ed esportatori di frutta, uva da tavola e altri prodotti agricoli (APOEXPA), afferma: “la Spagna sta rafforzando il miglioramento genetico dell’uva e siamo fieri del fatto che i principali breeder mondiali come IFG e Sun World hanno piantato le loro varietà nel nostro Paese”.
Spagna: seconda produttrice UE di uva
“All’interno dell’Unione Europea (UE), la Spagna – continua Gómez – sta diventando un importante produttore di uva, classificandosi al secondo posto, dopo l’Italia, nella produzione di uva da tavola. In termini di mercato, l’Europa comunitaria è stata la principale destinazione della stagione 2022, avendo assorbito l’85% dell’uva prodotta nella penisola iberica”.
Nuovi mercati
“Tuttavia – Gómez avverte – si è al lavoro per far sì che l’uva spagnola arrivi su nuovi mercati. Il passaggio, però, è complicato dalla crisi logistica, che di certo non favorisce le operazioni poiché i prezzi salgono e i tempi di trasporto si allungano. Fattore, quest’ultimo, che influisce negativamente sulla qualità della frutta”.
Campagna spagnola: temperature troppo alte
Con una campagna già conclusa e segnata da un’estate bollente, APOEXPA annuncia che i volumi di uva raccolti sono del 20% inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso a causa delle alte temperature. Proprio a causa del caldo, afferma Joaquín Gómez: “le uve hanno perso un po’ di calibro e stimiamo che le esportazioni totalizzeranno tra 170.000 e 180.000 tonnellate”.
Aumento dei costi di produzione e prezzi bassi
Sulla stagione 2022 diverse sono le ripercussioni di natura energetica, economica e geopolitica. La crisi logistica ha infatti portato il comparto ad aumentare del 20% i costi di produzione, a cui si è aggiunta anche l’inflazione e la guerra tra Ucraina e Russia, che ha generato un brutto momento economico. Quest’ultimo fattore ha inciso fortemente sui prezzi dell’uva che si sono tenuti bassi.
Progetti per il futuro
Tutto ciò, però, non deve far dimenticare che il comparto è in costante crescita e che tutta la filiera è quotidianamente impegnata a lavorare per l’innovazione. Magari mettendo a punto processi produttivi in grado di aumentarne la competitività.
“Le sfide principali – conclude Gómez – sono innanzitutto preservare il più possibile la produttività delle aziende agricole e lavorare per ottenere un prodotto che piaccia al consumatore. Ci sono delle finestre di opportunità, il consumo di uva aumenta di anno in anno e questo grazie all’attrazione che le varietà senza semi riescono a risvegliare nei confronti del consumatore”.
Editing e traduzione :
Teresa Manuzzi