In questi giorni si parla di costi, costi e ancora costi che pesano sul portafogli delle aziende produttive. Oggi, però, poniamo la nostra attenzione su di un caso virtuoso. A Grottaglie (Ta), infatti, la rete d’imprese “Confimprese Vittoria”, coordinata da Confimprese Taranto, è riuscita ad abbattere i costi di produzione e a spiccare prezzi più convenienti. Scopriamo come con Federico Greco.
Federico è il presidente di Confimprese Taranto, associazione di categoria che vanta – a livello nazionale – 25 anni di esperienza al fianco di diverse imprese produttive. La sede tarantina di Confimprese è attiva dal 2020.
Federico in concreto di cosa si occupa l’associazione di categoria?
Confimprese Taranto unisce le piccole imprese e abbraccia tutti i settori produttivi: dal commercio, all’artigianato, dall’agricoltura alla piccola industria. Proprio nel tarantino, e più precisamente a Grottaglie, siamo riusciti a creare una rete d’imprese denominata: “Confimprese Vittoria”. Il nome richiama ovviamente la cv Vittoria, varietà commercializzata dalla nascente rete d’imprese.
Raccontaci come è nata la rete
La nostra esperienza come Confimprese risiede nella capacità di ascoltare i bisogni delle aziende. In questo caso tutto è nato quasi per gioco. Difatti spesso ascoltavo le lamentele dei miei amici viticoltori su prezzi troppo bassi e spese eccessive. Perciò ho proposto loro di “saltare un passaggio”. Eliminando l’anello commerciale, infatti, avremmo potuto permettere alle aziende di giungere – con il loro prodotto – direttamente sul mercato.
Quindi i problemi erano prezzo e spese
Il problema principale era legato al prezzo del prodotto che – in modo inversamente proporzionale – cresce di anno in anno sui banchi dei supermercati e decresce in campo. Molti viticoltori mi dicevano che produrre uva è ormai antieconomico perché per raccogliere un kg di uva da tavola si investono circa 0,70 euro. I prezzi spuntati dal produttore, invece, si aggirano tra i 0,50 e i 0,60 euro al kg.
Come avete agito?
Innanzi tutto abbiamo realizzato una piccola rete d’imprese che conta 5 produttori di uva Vittoria. Le 5 aziende, complessivamente, abbracciano una superficie complessiva di 15 ettari. Grazie al supporto di Confimprese nazionale abbiamo attivato un canale di vendita diretta della produzione. Ciò ha aiutato i viticoltori a ottenere una marginalità più alta rispetto al solito. Questa esperienza possiamo definirla “progetto pilota” e ha immesso sul mercato, durante questo primo anno, 3000 quintali di uva da tavola.
Come avete gestito la mancanza di un anello della catena produttiva?
L’imballo del prodotto avveniva direttamente in campo. Dopo di che l’uva veniva caricata sui camion per raggiungere il mercato di destinazione. Non abbiamo frigoconservato il prodotto. Per il prossimo futuro, però, abbiamo intenzione di realizzare – a nome della rete di imprese – un magazzino per stoccare l’uva. Un altro obiettivo è quello di richiedere la certificazione “IGP Uva di Puglia”; marchio detenuto, per ora, solo da poche azienda del barese.
Quali sono stati i problemi che siete stati chiamati ad affrontare?
Purtroppo la prima criticità è stata superare la diffidenza dei produttori che non sono avvezzi a lavorare insieme. I produttori avevano molta paura di realizzare la rete d’imprese. Superata la diffidenza iniziale, però, ci siamo impegnati a contattare diversi fornitori. In questo modo siamo riusciti a spuntare prezzi più convenienti abbattendo i costi per l’acquisto di teli, reti, impianti d’irrigazione e mezzi tecnici. Oggi la mia speranza è che nei prossimi anni la rete cresca sempre più e che l’uva commercializzata possa fregiarsi del marchio IGP uva di Puglia.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com