L’associazione dei produttori di uva da tavola del Perù (Provid), in qualità di unione rappresentativa delle aziende produttrici ed esportatrici di uva da tavola, attraverso un comunicato stampa ha dichiarato: “100.000 posti di lavoro sono a rischio a causa delle rivolte in corso e dell’instabilità nel Paese“.
In Perù i disordini politico/sociali mostrano ricadute anche sulla raccolta e sull’export dell’uva da tavola.
Nonostante le ultime rilevazioni mostrino un aumento del 2% dei volumi di uva raccolta – rispetto allo scorso anno – i disordini politico/sociali che stanno travolgendo il Paese sudamericano stanno avendo pesanti ricadute sulla raccolta e sull’export dell’uva da tavola.
Cosa sta accedendo in Perù?
Il 7 dicembre 2022, in seguito all’arresto e alle dimissioni del presidente peruviano Pedro Castillo, i suoi sostenitori hanno cominciato a manifestare per chiederne il rilascio.
Pedro Castillo è stato arrestato per aver tentato di sciogliere il Congresso che a sua volta aveva votato per destituirlo e metterlo sotto accusa per quello che i legislatori hanno definito un tentativo di golpe istituzionale. – Fonte: ISPI
Dina Boluarte, vice di Castillo è quindi subentrata alla guida del governo dichiarando lo stato di emergenza e il coprifuoco. Al momento si contano almeno 55 morti e centinaia di feriti.
I manifestanti urlano: “No alla dittatura civico-militare-imprenditoriale”, chiedono le dimissioni dell’attuale capo dello Stato, lo scioglimento del Parlamento e una nuova Costituzione.
In che modo tutto ciò ha avuto delle conseguenze sul comparto dell’uva da tavola?
I manifestanti hanno bloccato le strade impedendo ai lavoratori di recarsi al lavoro nelle aziende agricole e nei magazzini sin dall’inizio della campagna. Anche i camion che trasportano uva per l’export o materiali necessari al confezionamento soffrono a causa dei blocchi. Ciò, in qualche caso, ha intaccato anche il mantenimento della catena del freddo.
Provid lancia un appello attraverso la voce del suo presidente Manuel Yzaga: “Sosteniamo il lavoro, lo sforzo e l’impegno della polizia nazionale e delle forze armate del Perù nel quadro dello stato di emergenza in vigore nel nostro Paese. Miriamo a salvaguardare lo stato di diritto e la pace sociale del Perù, soprattutto in questo momento. Rivolgiamo un fermo appello a mantenere la pace e il rispetto, che tutti meritiamo, e chiediamo alla presidente Boluarte di ripristinare lo stato di diritto”.
Perù, uva da tavola: le proteste mettono a rischio 100.000 posti di lavoro
“Ho l’impressione – continua Yzaga – che i manifestanti non si rendano conto del danno che stanno arrecando al Paese e a loro stessi. Per ogni giorno di scioperi e blocchi la raccolta della frutta si ferma, l’uva già raccolta perde di qualità e rischia di marcire. Non vendere prodotto di qualità vuol dire spezzare la catena dei pagamenti e non avere soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti”.
Infine il presidente conclude: “A causa delle manifestazioni e degli scontri, di fatto, abbiamo perso la nostra libertà. Io non posso andare a lavorare, le persone che lavorano con me non possono recarsi al lavoro. Siamo o non siamo in un Paese libero? Voglio poter scegliere cosa fare e dove andare al mattino”.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com