Tumori alla pelle: il consumo di uva può scongiurarli

Un terzo dei partecipanti ha mostrato una minore inclinazione all'arrossamento della pelle dai raggi UV dopo il consumo di tre porzioni di uva al dì per due settimane.

da Redazione uvadatavola.com

Studio statunitense rivela che in alcune persone l’uva può ridurre il rischio di eritemi e scottature e del conseguente sviluppo di tumori alla pelle causati dai raggi UV.

A fare la differenza, secondo gli scienziati, potrebbe essere il microbioma. Un terzo dei partecipanti allo studio è diventato meno incline all’arrossamento della pelle causato dai raggi UV in seguito al consumo di tre porzioni di uva al giorno per due settimane. Per alcuni individui, l’effetto protettivo è perdurato per 30 giorni successivi al termine della speciale “dieta”.

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Tumori della pelle

Secondo la statunitense Skin Cancer Foundation, più di 9.500 casi di cancro della pelle vengono diagnosticati ogni giorno negli Stati Uniti. Più di due persone muoiono di cancro alla pelle ogni ora. La sovraesposizione alle radiazioni UV è la causa di circa il 90% dei tumori non melanoma. Come in tutte le neoplasie la diagnosi precoce aumenta le possibilità di sopravvivenza.

L’uva protegge dai raggi UV

Diversi sono gli studi che hanno dimostrato il ruolo positivo che il consumo di uva svolge nei confronti di problemi come: aterosclerosi, infiammazione, cancro, salute gastrointestinale, sistema nervoso centrale, osteoartrite, funzione della vescica urinaria e vista.

Il dottor John Pezzuto, professore e preside della Western New England University di Springfield, nel Massachusetts, è a capo del team di studiosi che ha condotto la ricerca citata.

Pezzuto, intervistato dal Medical News Today, spiega:

“Molti anni fa, ho pubblicato uno studio che descriveva il resveratrolo come agente chemiopreventivo del cancro e antinfiammatorio in generale. L’uva rappresenta il cibo più comune nel quale prevale il resveratrolo. Questo frutto, inoltre, contiene anche molte centinaia di altre sostanze fitochimiche”.

Negli scorsi decenni diversi sono stati gli studi che hanno visto nell’uva un potente frutto per preservare la pelle dal cancro.

I primi test sull’uomo sono stati condotti nel 2021 e questo studio non fa altro che confermare e potenziare i risultati ottenuti dai lavori precedenti.

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Caratteristiche del gruppo

Per lo studio sono state arruolate complessivamente 36 persone, di queste – però – 7 hanno abbandonato prima del tempo. Lo studio completo è stato quindi svolto su 29 volontari. Il gruppo era formato da 13 donne e 16 maschi, il range di età abbracciava persone dai 24 ai 55 anni. La maggior parte dei soggetti aveva una tipologia di pelle classificata come Fitzpatrick III (25 soggetti ovvero l’86%) e il resto era di tipo II (4 soggetti, 14%).

Modalità e quantità di somministrazione dell’uva

La fase della somministrazione è stata la seconda. I partecipanti, infatti,  hanno dovuto inizialmente adottare una dieta sana e priva di qualsiasi tipo di integratore già due settimane prima dell’inizio delle osservazioni. Ai partecipanti – per le due settimane successive – è stata poi somministrata dell’uva liofilizzata.

Uva liofilizzata, di che si tratta?

L’uva liofilizzata è una vera e propria polvere, realizzata dalla California Table Grapes Commission. Quella che potremmo quindi definire “polvere d’uva”, era composta da un mix di uve (a bacca rossa, verde e nera ) sia con che senza semi macinate e liofilizzate. Si è scelto questo procedimento per conservare i composti bioattivi del frutto.

Ogni partecipante ha ricevuto 28 pacchetti di uva liofilizzata e gli è stato chiesto di consumare due pacchetti al giorno. Complessivamente, quindi, il tasso di frutta consumato equivale a 3 porzioni di uva fresca al giorno (considerando che una singola porzione è pari a 126 g). I partecipanti sono stati monitorati con delle analisi. In particolare sono stati prelevati campioni di feci, urine e sangue:

  • prima dell’esperimento;
  • al termine dell’assunzione dei pacchetti di uva liofilizzata;
  • un mese dopo la fine dell’esperimento.

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Risultati

Dalle analisi è emerso che nove partecipanti hanno mostrato una ridotta sensibilità all’esposizione ai raggi UV alla fine del periodo di consumo dell’uva. Per tre di loro, l’effetto è risultato persistere per oltre un mese. I risultati ottenuti da questo studio sono stati simili, ma non uguali, a quelli dello studio del 2021. Gli autori ipotizzano che i consumatori di uva con una pelle più chiara possano ottenere una maggiore protezione dai raggi UV.

Perché funziona solo in alcune persone?

Lo studio, dicono i medici,  suggerisce che il microbioma dei partecipanti sia coinvolto nelle diverse risposte osservate. Notevole, infatti, risulta oggi l’interesse dei ricercatori per gli assi: intestino-pelle, intestino-cervello, intestino-fegato, intestino-polmone, intestino-immune.

Il dottor Pezzuto conclude commentando:

“Il significato più ampio di questo lavoro, a mio avviso, si ritrova nella capacità – da parte dei soggetti che consumano regolarmente uva –  di aumentare le difese del corpo umano dai radicali liberi e di tutte quelle sostanze che possono apportare effetti negativi”.

 

Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

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