L’assessore all’Agricoltura del Comune di Noicattaro (Ba) nonché agronomo e produttore, Vito Fraschini, sbotta e dice: “Adesso basta!”.
Quanto sta accadendo circa la questione “uva da tavola” è un affronto al duro lavoro dei produttori, ai loro sforzi volti a migliorare di anno in anno il profilo residuale del prodotto, all’ingegno locale che – primo la mondo – ha inventato le coperture col fine di anticipare o posticipare la raccolta e proteggere il frutto dagli eventi climatici e dalle conseguenze che ne derivano.
Fraschini si è sempre impegnato per supportare e indirizzare il settore verso una sempre migliore sostenibilità delle produzioni. Uno dei suoi ultimi incontri, infatti, mirava ad armonizzare varie posizioni per poter definitivamente porre il punto sulla corretta questione dello smaltimento dei teli agricoli. Pubblichiamo di seguito le sue riflessioni sul polverone degli ultimi giorni.
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Adesso basta
Difficilmente uso i social per esprimere opinioni, preferisco confronti di persona perché si ha l’opportunità di ascoltare e, sempre di imparare qualcosa per crescere, ma quanto ho ascoltato in questi giorni, in alcuni servizi giornalistici, mi fa davvero rabbia e sento il dovere di difendere la categoria dei coltivatori di uva da tavola, sia come istituzione che come membro della stessa.
È davvero assurdo utilizzare un mezzo televisivo per affossare un settore che affronta mille difficoltà, senza l’adeguata conoscenza. Si arriva a paragonare i vigneti all’Ilva di Taranto, demonizzando, non solo i trattamenti fitosanitari, ma la stessa struttura a tendone con copertura di plastica. Si perché ora questa struttura inventata in Puglia e studiata in ogni parte del mondo, rappresenta il nuovo forno crematorio, dove noi inviamo gli operai e noi stessi ad un triste destino.
Innovazione
Espressione forte, di cui mi scuso, ma questo tipo di demagogia serve solo a gettare fango sui sacrifici dei tanti imprenditori agricoli onesti ed innovatori.
Sì, innovatori, perché ora l’uva da tavola ha raggiunto altissimi livelli di specializzazione, vengono utilizzate tecniche che rispettano e tutelano l’ambiente. Si parla di lotta integrata, gestione del suolo e idrica, strumenti tecnologici di misurazione, dss di supporto e aiuto alle decisioni e utilizzo di antagonisti naturali che abbattono i trattamenti e migliorano l’agroecosistema ecc…
C’è un mondo dietro che nessuno conosce o vuole conoscere; si parla dell’aumento delle plastiche, ma poi siete i primi, tutti voi, nei supermercati dai fruttivendoli a “scartare” quella frutta o l’uva che presenta macchie o danni perché non esteticamente di vostro gusto. Beh si, noi siamo arrivati ad utilizzare diverse tecniche studiate in ogni parte del mondo, per rincorrere i gusti dei consumatori, tutelare il nostro ambiente per conservare la fertilità dei suoli e produrre negli anni, ma continuate a considerarci criminali, tanto da generalizzare e speculare mediaticamente sulla morte di alcuni operai agricoli, che forse poco o nulla c’entrano col lavoro stesso, e che ha portato a partorire delle leggi “di impulso” dove siamo considerati veri e propri carnefici.
Bisogna conoscere prima di parlare
Adesso Basta, basta credersi esperti virologici senza aver aperto un libro di medicina, basta credersi avvocati e condannare persone senza conoscere i fatti, basta fare gli esperti di agricoltura senza neanche aver mai avuto nella vita scarpe sporche di terra e calli alle mani!
Spero personalmente di riuscire a realizzare un progetto, di cui ho già avviato alcune interlocuzioni, per un contratto di rete tra comuni vocati all’uva da tavola, tanto da organizzare eventi per avvicinare tutti a questo settore, un modo da far conoscere, formare ed informare tutti sull’eccellenza dei nostri agricoltori, delle nostre aziende e l’attenzione alle risorse naturali ed umane, di cui siamo capaci. Certo in ogni famiglia ci sono pecore nere, tra gli agricoltori e anche tra i giornalisti, ma loro saranno i primi ad essere invitati per conoscere seriamente il nostro settore.
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©uvadatavola.com