La redazione di Uva da Tavola.com ha intervistato il Dott. Rino Storelli (Presidente AVI) e il Dott. Maurizio Simone (Responsabile del Servizio Tecnico AVI) per avere maggiori informazioni sulle varietà del programma ARRA che AVI sta divulgando in Europa.
Tra gli agricoltori c’è molta confusione circa le migliori varietà da impiantare. Quali sono i vantaggi di chi sceglie le varietà ARRA?
Rino Storelli: Io credo che la confusione sia la conferma che il mondo dell’uva da tavola è ormai convinto che le uve senza semi sono da considerarsi il futuro. La ricerca della migliore varietà ha stimolato diversi operatori ad impegnarsi nella diffusione delle diverse varietà apirene. Ma i progetti non sono tutti uguali. Il primo obiettivo del progetto ARRA è quello di produrre uve che nascono senza acinini, che richiedono programmi di nutrizione e di difesa non molto intensi. Si producono, pertanto, uve a costi molto più bassi in confronto a tutte le altre varietà presenti sul mercato, a tutto vantaggio dei produttori e dei commercianti. Sui mercati europei le uve ARRA arrivano dal Sud America, dal Sudafrica, dal Nord Africa (Tunisia, Marocco ed Egitto). Le ARRA sono uve note già da tempo al consumatore europeo e soprattutto sono presenti per 12 mesi l’anno sul banco frutta delle GDO. Questo trasmette tranquillità e sicurezza al produttore. Quando il produttore chiede cosa scegliere io rispondo: innanzitutto e sicuramente uve senza semi. Tra quelle dei diversi Breeders io consiglio di scegliere le varietà più facili da inserire e collocare sul mercato.
Maurizio Simone: Oltre agli aspetti commerciali, un altro vantaggio che le ARRA offrono al produttore è rappresentato dalla conoscenza del comportamento delle varietà in campo. Io credo che questo sia un aspetto molto importante. Le ARRA sono varietà che non hanno alti rischi di adattabilità o di difficoltà nella gestione agronomica. Il programma AVI allora unisce la conoscenza commerciale con quella agronomica. Non è cosa di poco conto.
Quali sono le varietà ARRA oggi disponibili per il produttore?
Maurizio Simone: Noi stiamo concentrando la nostra attenzione in particolare su quelle varietà per le quali è maggiore la conoscenza dal punto di vista tecnico e commerciale, ovvero l’ARRA 15 e l’ARRA 11 che sono già in produzione e commercializzate. La prima è bianca, di epoca media, con una buona resistenza e adattabiltà sia per il mantenimento sulla pianta, sia per la frigoconservazione e la lavorazione. La pezzatura è superiore rispetto alle altre proposte disponibili sul mercato, con punte anche di oltre 4 cm di lunghezza e °Brix tra 18 e 22 nella raccolta standard. L’ARRA 11 è una varietà anch’essa bianca, precoce, che oltre al °Brix compreso tra 18 e 24 può vantare un gusto di moscato unico ed accentuato. Caratteristica che del resto accomuna tutta la linea ARRA: un gusto che dopo il primo anno di commercializzazione ha incontrato un apprezzamento diffuso tra i consumatori.
Nel prossimo futuro ci sono altre varietà del programma ARRA sulle quali si focalizzerà la vostra attenzione?
Maurizio Simone: Sì, nel 2013 sono stati realizzati i primi impianti di due varietà a bacca rossa. L’ARRA 13, varietà rossa, precoce con alto gusto, brix superiore a 18° e buona resistenza alla conservazione; ARRA 19, sempre rossa, epoca media, resistenza alla pioggia e capace pertanto di mantenersi tranquillamente fino a novembre sulla pianta (ma anche dicembre). Per inciso va detto che ad oggi (l’intervista risale al 9 gennaio 2014, n.d.r.) c’è ancora uva della varietà ARRA 19 in frigorifero, mentre le ultime spedizioni di ARRA 15 sono partite fino alla prima settimana di gennaio 2014.
Le varietà del programma ARRA sono solo 4?
Rino Storelli: La collezione è molto più ampia delle 4 fin qui menzionate. In catalogo ci sono 54 varietà. Nei prossimi 2 anni introdurremo anche due varietà a bacca nera.
Oltre ai pregi, le varietà ARRA hanno mostrato anche dei difetti? Nel 2013 si è osservata una puntinatura marrone su ARRA 15…
Maurizio Simone: Le ARRA sono supportate da protocolli decennali delle singole varietà (soprattutto l’ARRA 15 che è la cultivar che conosciamo meglio). La gestione agronomica locale ci ha fatto entrare in contatto con il fenomeno della puntinatura marrone a carico dell’epidermide della bacca (browning), evidenziatosi in modo più o meno diffuso e concentrato a seconda degli stress che la pianta ha subito. Nell’annata 2013 gli effetti legati a questo stress si sono osservati tra la fine di agosto e l’inizio di settembre.
Rino Storelli: Il fenomeno si è manifestato in un lasso di tempo di non più di 8–10 giorni, poi si è arrestato. Quello che è accaduto in quel periodo è stato oggetto di studio. I tecnici hanno individuato gli interventi da attuare per tentare di evitare che ciò possa ripetersi. Voglio allora rassicurare i produttori dicendo che esiste una linea che permette di prevenire il verificarsi d questi fenomeni. L’importanza dei suggerimenti forniti dai tecnici che operano per conto di ARRA è fondamentale per limitare e alleviare gli stress cui la pianta è esposta. La mancanza di rispondenza del produttore nel seguire le indicazioni del servizio tecnico ARRA può essere stata un’altra componente della causa dell’insorgenza del fenomeno. In questo 2014 capiremo se saremo capaci come in Sudafrica o in Brasile, con la collaborazione dei produttori, di eliminare la macchia al 100%.
UdT: La puntinatura osservata su ARRA 15 ha suscitato molto interesse nella scorsa campagna.
Rino Storelli: Il “problema della macchia” su ARRA 15 è stato molto amplificato da molte delle figure che operano nel mondo della produzione. Per nostra fortuna il consumatore ha prestato più attenzione al calibro e al gusto. Non si è avuta grande difficoltà a commercializzare l’ARRA 15, anche se sulla bacca vi era la puntinatura marrone. È stato tutto venduto, con soddisfazione di produttore e commerciante. Alcuni produttori sono meno soddisfatti di altri, ma questi non hanno seguito in modo stretto le indicazioni del servizio tecnico di ARRA. E comunque l’elemento concreto è che tutte le uve ARRA sono state vendute. Niente è finito in cantina. Io credo anche che l’aver venduto bene le ARRA anche con la macchia abbia fatto preoccupare più di qualche breeder concorrente. Del resto i fatti parlano chiaro: una parte dei produttori ARRA sta ampliando l’estensione degli impianti con queste varietà.
Quanti ettari di vigneti con uve ARRA sono oggi presenti in Puglia?
Maurizio Simone: Ad oggi sono presenti in Puglia 34 ettari di ARRA 15 e 10 ettari di ARRA 11. Anche in Sicilia ci sono alcuni ettari di vigneti delle varietà ARRA che entreranno in produzione quest’anno. Un appunto: sempre in Sicilia alcuni produttori stanno reinnestando le varietà ARRA su vecchi impianti di Vittoria.
Quali sono i vincoli e gli oneri a carico del produttore che intende produrre uve ARRA?
Rino Storelli: Il produttore deve sottoscrivere il contratto con il quale ottenere la licenza per produrre le uve delle varietà ARRA. La tassa di ingresso al progetto è di 1000 dollari/ha. L’estensione minima da realizzare è invece di 5 ha. Il materiale è reperibile, dopo aver sottoscritto e versato tale tassa, presso il vivaio Vitroplant di Cesena in forma prevalentemente di barbatelle innestate. Il produttore può prenotare, con un anno di anticipo e previo versamento di una cauzione, la preparazione delle piante sulla barbatella di sua preferenza, sentito il parere dei tecnici AVI. A carico del produttore-commerciante o del commerciante che acquista le ARRA vi è una royalty del 5% sul prezzo di vendita a favore del breeders (GRAPA). AVI percepisce invece una commissione del 6% sul prezzo di vendita dell’uva commercializzata.
Ci sono limitazioni nella comercializzazione delle uve ARRA?
Rino Storelli: Il progetto ARRA attraverso AVI non è riservato ad un numero limitato di imprese commerciali. Qualunque commerciante può acquistare le uve ARRA dal produttore, vincolandosi a commercializzarlo attraverso AVI. Quello che spesso viene messo in discussione è l’esclusiva della vendita a favore della società AVI, non considerando però che questa condizione è comune con produttori di altre nazioni europee nel tentativo di evitare situazioni di concorrenza dannose. Sottolineiamo che per la prima volta si propone il tentativo di realizzare impianti produttivi con l’assistenza certa di una rete di vendita creata e dedicata solo ai produttori di tali varietà. Invito quanti siano interessati a ricevere maggiori informazioni sulle caratteristiche agronomiche e commerciali delle varietà ARRA a rivolgersi direttamente ad AVI agli indirizzi di seguito riportati.
Dr. Rino Storelli Presidente [email protected]
Maurizio Simone Resp. tecnico e sviluppo [email protected]