Corretta taratura macchine irroratrici: ottimizza l’efficacia dei prodotti e riduce l’inquinamento, permette di risparmiare acqua e risorse ed evita l’insorgere di resistenze.
Perché la regolazione delle macchine irroratrici è fondamentale? Una cattiva regolazione quali ricadute comporta sulla produzione? Al contrario, invece, quali sono i benefici di una corretta regolazione? A tutti questi quesiti risponderà il tecnico Riccardo Fusiello, uno dei fondatori di Agroservice R&S srl. Azienda andriese (BT) nata come centro di saggio e successivamente accreditata, dalle regioni Puglia e Basilicata, per il controllo funzionale e la taratura delle macchine irroratrici.
Cominciamo dalle basi, che differenza c’è tra controllo funzionale e taratura?
Il controllo funzionale è un controllo che si svolge sulle macchine irroratrici, approva la funzionalità del mezzo ed è stato introdotto dal D. Lgs n. 150/2012. Si tratta di un controllo che verifica che ogni componente della macchina funzioni correttamente.
La taratura, invece, è un’operazione differente e dipende dalla coltura di riferimento. I nostri tecnici, sulla base delle esigenze del produttore, lavorano per ottenere un’efficace distribuzione del prodotto. Grazie alla taratura è possibile, infatti, correggere problemi che non si percepiscono ad occhio nudo, ma che emergono in seguito ad analisi con attrezzature specifiche.
Quando tarate una macchina irroratrice di cosa tenete conto?
Misuriamo la portata di ogni singolo ugello ad una determinata pressione. Valutiamo, inoltre, l’uniformità di distribuzione. Effettuiamo anche una serie di valutazioni volte a comprendere il volume/ettaro più corretto da distribuire indicando la corretta velocità di avanzamento del mezzo e la pressione da adottare. Tutto ciò si stabilisce in relazione allo stato fenologico della coltura, alla vigoria delle piante e al sesto di impianto.
Noi possiamo programmare la macchina sulla base del volume/ettaro che è meglio distribuire in relazione al trattamento da eseguire. Ci sono prodotti per i quali occorre una buona bagnatura. Ottimizzare gli sprechi vuol dire razionalizzare prodotto e acqua.
Facciamo un esempio
Se devo distribuire un prodotto che agisca per contatto devo prediligere volumi più alti. La macchina dovrà quindi distribuire un numero di litri/minuto maggiore rispetto alla distribuzione che effettuerà per i prodotti sistemici.
Oltre alla portata anche la pressione è un parametro importante
Aumentando di molto la pressione produrremo goccioline più fini e sottili. Immaginiamo di dover trattare un vigneto ad uva da tavola. Siamo in estate, sotto telo il termometro segna temperature alte anche durante la notte… Goccioline troppo piccole, in questo caso, tenderanno ad evaporare senza nemmeno raggiungere la vegetazione.
Abbassando la pressione, invece, produrremo gocce un po’ più grosse e aumenteremo la probabilità che il formulato riesca a raggiungere e a rimanere sulla pianta. Attenzione però, perché gocce troppo grosse rischierebbero di macchiare l’uva. Tarare l’irroratrice ci consentirà di trovare il giusto equilibrio.
Quali sono le conseguenze di un’errata taratura delle macchine irroratrici?
Una cattiva taratura delle irroratrici comporta una cattiva distribuzione del prodotto. Questo elemento ha diverse ricadute per l’azienda agricola. Una distribuzione errata talvolta rende inefficace il prodotto distribuito. Oppure sulla nostra coltura potremmo riscontrare danni causati da un sovradosaggio. Al contrario, un sotto dosaggio dei prodotti fitosanitari potrebbe provocare l’insorgere di resistenze. Ecco perché raccomandiamo caldamente la taratura delle macchine irroratrici, grazie ad essa possiamo accorgerci che la macchina, magari, distribuisce il prodotto in zone del vigneto/frutteto in cui non è presente la vegetazione. Pertanto potremmo evitare sprechi, ottimizzare le risorse e evitare di inquinare l’ambiente.
La taratura ogni quanto tempo va effettuata?
Dipende, se ho modificato qualche componente della mia macchina sostituendo, ad esempio gli ugelli, è il caso che la si faccia nuovamente. La portata degli ugelli usurati, infatti, è differente da quella che avranno degli ugelli nuovi. Esistono anche degli enti di certificazione che impongono di effettuarla ogni due anni.
Quali sono gli errori più comuni che si compiono a causa della mancata taratura?
In primis effettuare un trattamento con degli ugelli usurati. Ciò vuol dire erogare un quantitativo di prodotto differente a seconda dell’usura specifica. Altro problema è legato alla velocità di distribuzione che spesso è troppo elevata. Da non trascurare è anche l’adozione di alcune forme di allevamento. Esse vengono adottate per favorire la maturazione, agevolare la raccolta o produrre di più, senza però considerare il fatto che la coltura andrà anche trattata con macchine realizzate anni prima; magari in tempi in cui quella forma di allevamento non era nemmeno contemplata. In questo caso si potrebbero riscontrare delle difficoltà nel trattamento. Talvolta, invece, ci sono dei veri e propri limiti fisici che rendono complessa la penetrazione del trattamento attraverso l’apparato fogliare troppo fitto o troppo distante dalla macchina.
Effettuare alcune operazioni colturali potrebbe aiutare a rendere il trattamento più efficace?
In tal senso i tecnici di campo sono molto bravi a dare indicazioni, soprattutto per l’uva da tavola. Nei vigneti troviamo molta cura: penso alla potatura verde e alla potatura del grappolo. In altri settori, invece, per rendere efficaci i trattamenti, si dovrebbe lavorare per mantenere le piante non troppo alte. Ulivi di 7 o 8 metri renderanno il lavoro più complesso, anche perché la potenza della macchina non riuscirà a spingere il formulato troppo in alto. In questi casi è difficile anche il settaggio delle macchine. I mezzi che oggi abbiamo a disposizione, grazie alla tecnologia (ugelli, rateo variabile) razionalizzano già molto la distribuzione. Una volta impostata correttamente la macchina e stabilita la velocità corretta il passo successivo è quello di formare l’operatore.
Riccardo, terminiamo la nostra intervista con dei consigli
Il consiglio è innanzitutto effettuare la taratura, grazie ad essa scopriremo il punto debole della macchina e agiremo di conseguenza. La semplice pulizia del filtro potrebbe far funzionare meglio la nostra irroratrice. Il filtrino presente in ogni singolo ugello, se non è ben lavato, potrebbe compromettere il trattamento.
Infine la scelta della macchina più adatta – sulla base di coltura, superficie sesto ecc… – è già il primo passo. In campo, spesso vedo macchine irroratrici superdotate. Si crede che la pompa sia fondamentale, ma soprattutto all’interno dei vigneti non abbiamo bisogno di pompe particolarmente potenti. I soldi investiti nella potenza della pompa potrebbero essere spostati, ad esempio, sulla qualità degli ugelli.
Autrice: Teresa Manuzzi
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