Il Cile sta andando a fuoco, il governo cileno ha dichiarato lo stato di calamità nelle zone di: La Araucanía, Ñuble e Bio Bio.
Ad oggi, complessivamente, sono 280 gli incendi attivi segnalati nelle zone costiere del Paese che hanno stroncato la vita a 26 persone.
Cile: Asoex, l’associazione di esportatori di frutta, manifesta preoccupazione.
Iván Marambio, presidente di Asoex, ha affermato: “Finora non abbiamo avuto segnalazioni dai nostri soci, non ci sono ancora ripercussioni per il settore frutticolo; difatti aziende agricole e impianti di confezionamento sorgono lontano dalle aree boschive. A ogni modo tutta l’industria agroalimentare è in allerta. Monitoriamo la situazione e siamo in costante contatto con le autorità. La siccità persistente complica la situazione”.
Federfruta (associazione dei frutticoltori cileni): “Le alte temperature minacciano i vigneti”.
In allerta anche Fedefruta, l’associazione dei produttori di frutta, perché il persistere di temperature elevate minaccia il raccolto di uva da tavola, mirtilli e drupacee. Nelle regioni centrali del Paese i termometri segnano, infatti, ben 42 °C.
Jorge Valenzuela, presidente di Fedefruta, ha fatto sapere: “I coltivatori stanno adottando precauzioni per proteggere i raccolti. Ad esempio hanno installato nei frutteti protezioni solari, con l’intento di ridurre l’impatto delle alte temperature sui raccolti e alleviare il lavoro degli operai agricoli”.
Autrice: Teresa Manuzzi
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