La profonda crisi che sta attanagliando il comparto dell’uva da tavola ovviamente non risparmia i produttori siciliani.
Mentre in Puglia la questione è stata presa in carico dalla Regione (ne abbiamo parlato qui), in Sicilia l’allarme è stato lanciato qualche giorno fa da Giovanni Raniolo, presidente dell’uva IGP di Mazzarrone, che ha dichiarato:
“Risulta indispensabile lavorare per trovare delle soluzioni che garantiscano dei prezzi adeguati a recuperare gli investimenti. Da un punto di vista produttivo, inoltre, bisogna ascoltare le esigenze dei consumatori, che si orientano sulle seedless, ma – allo stesso tempo – il nostro sforzo sarà quello di tentare di valorizzare i grappoli di uva Italia, prodotto d’indiscussa qualità”.
Altro areale produttivo della trinacria, che non rientra nell’IGP, ma che non è certo esente dalla crisi è la zona di Canicattì, in provincia di Agrigento.
Crisi uva a Canicattì: consiglio comunale straordinario
Qui i produttori si sono autoconvocati già lunedì scorso (10 ottobre); il Comune, prendendo consapevolezza della questione, ha indetto per mercoledì prossimo – 19 ottobre 2022 – un Consiglio Comunale Straordinario alle ore 18:00. L’incontro sarà aperto al pubblico e vedrà la partecipazione di tutti i sindaci afferenti del territorio interessato dalla coltura. Obiettivo dell’incontro è quello di discutere e individuare soluzioni da proporre al governo regionale e nazionale.
Salvatore Lodico, presidente del Consorzio di tutela dell’Uva da tavola di Canicattì Igp, afferma:
“Il potere d’acquisto dei consumatori è più che dimezzato, ciò ovviamente influisce sugli acquisti di ortofrutta. A Canicattì, attualmente, si registra circa il 40% delle vendite in meno. Inoltre i prezzi sono incapaci di coprire i costi del ciclo produttivo”.
“Durante le passate stagioni – conclude infine Lodico – di questi tempi la campagna siciliana era più che terminata. Oggi invece si stima che il 75% dei grappoli sia ancora sulle piante”.
Autrice: Teresa Manuzzi