A partire dalla messa a dimora della barbatella fino al completamento della forma desiderata, si esegue la potatura di allevamento, avente lo scopo di assicurare il più rapido sviluppo della struttura della vite in rapporto al sistema di allevamento prescelto.
Le operazioni di potatura hanno anche l’obiettivo di ottenere la più rapida messa a frutto delle giovani piante. In questa fase non si effettuano solo tagli, ma anche legature e posizionamenti.
Durante il primo anni di vita le piantine necessitano di una massima superficie fogliare per ricostituire le riserve di carboidrati e di cimature per stimolare maggiormente la crescita. Inoltre, le piante dovrebbero essere private di eventuali grappoli che sottraggono sostanze nutritive all’attività vegetativa.
Il momento più importante della potatura di allevamento è rappresentato dalla fase di impostazione della pianta, quando si deve determinare l’altezza di impalco ed individuare le branche primarie. In presenza di piante molto vigorose, con una successiva rispuntatura dei germogli si possono ottenere già le sottobranche e quindi la possibilità di avere una pianta già formata definitivamente, sulla quale si andranno ad eseguire piccoli aggiustamenti negli anni successivi.
Quando ciò non è possibile, ad esempio quando si impiantano varietà già innestate aventi un vigore relativamente basso, l’operazione più importante è riuscire a formare almeno le due branche principali dalle quali si otterranno le sottobranche e in seguito i tralci di produzione.
Autore: Agrimeca Grape and Fruit Consulting srl – Turi (Ba)
Copyright: uvadatavola.com
Leggi anche:
Viticoltura da tavola: i princìpi della potatura
La potatura della vite: come si opera