Uva: le proposte presentate in Regione Puglia dal Movimento per l’Agricoltura. Ieri l’incontro: ok al rinnovo varietale, rimborso AGEA, valorizzazione delle cv autoctone e marketing.
Filippo Dipinto, presidente del Movimento Nazionale per l’Agricoltura per la Puglia ci aggiorna sulle diverse proposte che il Movimento sta portando avanti per difendere il lavoro dei produttori di uva da tavola e salvaguardare il comparto locale.
Filippo, ho letto che il Movimento ha stretto diversi accordi nell’ultimo periodo.
“Ci siamo aggregati al “Popolo Produttivo” un gruppo nazionale, formato da varie associazioni che rappresentano le aziende in generale (dai ristoratori, ai panettieri ecc). Le problematiche che viviamo noi viticoltori, infatti, sono simili a quelle di molte aziende italiane. Penso ai rincari dell’elettricità, per esempio. Inoltre siamo entrati a far parte del Copoi, il Coordinamento Produttori Ortofrutticoli Italiani, di cui la senatrice Rosa Silvana Abate è coordinatrice. Proprio la Senatrice ha proposto un incontro in Senato – che si svolgerà durante la prima settimana di novembre – nel quale alcuni portavoce esporranno i problemi che stanno affliggendo l’agricoltura italiana. Un altro passo importante per il Movimento è stato il sostegno dell’europarlamentare Rosa D’amato. Grazie a lei si è tenuta un’interrogazione europarlamentare durante la quale io stesso ho esposto i mille problemi che stanno affliggendo l’agricoltura pugliese.
Facciamo chiarezza, quindi, Filippo, quali sono oggi i problemi che affliggono il comparto pugliese dell’uva da tavola?
“Le problematiche sono innumerevoli.
- Prezzi troppo bassi
I prezzi riconosciuti al produttore sono nettamente al di sotto delle spese sostenute per produrre. Per le CV Italia, Red Globe, Black Pearl e Palieri ci viene proposto 0,20 – 0,50 euro, in pratica ci viene riconosciuta la metà rispetto ai soldi che abbiamo investito per ottenere il prodotto.
- Offerta eccessiva e regole diverse per i Paesi UE
Un’altra questione è che si produce troppa uva, abbiamo più offerta che domanda sul mercato e, come se non bastasse, “gareggiamo” – in Europa – con altri Paesi produttori che vendono uva prodotta con regole e norme differenti dalle nostre. Mi riferisco ai costi della manodopera e alle ottemperanze burocratiche a cui dobbiamo sottostare (DVR, visite mediche).
- Energia elettrica
Se parliamo di problemi, non possiamo non citare i prezzi dell’energia elettrica. Le irrigazioni sono necessarie per coltivare l’uva in Puglia. In estate – in media – i turni irrigui si svolgono ogni 4 -5 giorni. Per attivare i sistemi d’irrigazione abbiamo bisogno di energia elettrica. Molti produttori da pagare – nel 2021 – 0,08 / 0,10 euro Kw/h si sono ritrovati nel 2022 con contratti mutati in 0,68 euro per ogni kw/h. I viticoltori ricevono bollette pari a 30-40 mila euro. Si tratta di cifre insostenibili.
- Spese extra
Tra l’atro, come se non bastasse oggi, dopo le grandinate e le gelate, a fine ottobre, siamo costretti a irrigare perché non piove da settimane e siamo obbligati ancora una volta ad attivare i pozzi artesiani. La colonnina di mercurio segna 25 °C, ma sotto telo diventano anche più di 30 °C”.
Alcuni produttori viticoltori colpevolizzano gli esportatori o la GDO.
“Il Movimento non intende colpevolizzare ingiustamente i commercianti e le GDO: sono nostri partner. Noi senza di loro non avremmo senso di esistere e viceversa. A nostro avviso è arrivato il momento di fare squadra. Ci impegniamo e ci impegneremo per una filiera leale, controllata e cristallina che riconosca a tutti il giusto compenso”
Quali sono le vostre proposte?
“Come Movimento abbiamo proposte ben precise. Chiediamo:
- Censimento
Misura necessaria e immediata che ci permetterà di capire quali uve produciamo e in quali quantità. A mio avviso questo è l’unico strumento che consentirà alle aziende che lo vorranno di realizzare un piano d’investimenti davvero sicuro. Mi auguro che ben presto ci sia una regia nazionale in grado non solo di regolamentare le produzioni, ma anche le vendite.
- Contributo sull’espianto
Incentivare – a livello regionale, nazionale e magari anche europeo – l’espianto di varietà obsolete che non sono attrattive per il consumatore o che non producono più abbastanza. La nostra proposta è che vengano riconosciuti 5000 euro/ettaro per 5 anni. Negli appezzamenti sottoposti a estirpazione si potranno piantare solo colture alternative all’uva da tavola: grano, orzo, favino, senape e leguminose. Colture che, tra l’altro, rigenerano il terreno. Produciamo troppa uva e ci impegneremo a far sì che l’offerta sia adeguata alla domanda e non superiore.
- Contratti di filiera
Vogliamo che la Regione o il Governo apra un tavolo tecnico con le GDO. Il produttore non può vendere il prodotto sotto costo, perché questo è sinonimo di indebitamento così come non riusciremmo a produrre uva per l’anno successivo.
- Contributo AGEA per le uve che siamo costretti a vendere per la realizzazione di succhi.
Si tratta di uva invendibile come uva da tavola e che le aziende di trasformazione acquistano per 0,10 euro/Kg. A nostro avviso AGEA dovrebbe supportare i produttori contribuendo almeno a coprire i costi di produzione del prodotto. Non parlo di cifre incredibili, penso a 0,40 euro/kg. In questo modo almeno potremmo contare, complessivamente su 0,50 euro/kg e ammortizzare le spese.
- Promozione
Attraverso i GAL, vorremmo attivare delle azioni di promozione e marketing dell’uva da tavola pugliese nei maggiori porti e aeroporti della regione.
- Royalties e brevetti
Il Movimento per l’Agricoltura vorrebbe aprire un tavolo con i commercianti per discutere. Noi produttori vogliamo essere liberi di vendere il nostro prodotto al miglior offerente. Non siamo contro i breeder internazionali, vogliamo pagare royalties, piante, portainnesto e diritti d’impianto. Allo stesso tempo, però, vorremmo essere liberi di commercializzare l’uva con chiunque e non ai soli commercianti scelti dal club. Ecco perché produttori ed esportatori, a mio avviso, devono unire le proprie forze per fare filiera nel modo più cristallino e legale possibile”.
Come immagini il comparto del futuro?
“Il mio sogno è che i produttori europei giochino osservando le stesse regole. Solo così è possibile capire chi è davvero più bravo a raccogliere un prodotto di qualità. Noi, in Puglia, siamo la prima regione produttrice di uva da tavola in Italia. Siamo bravi a fare qualità, abbiamo introdotto innovazioni, nuovi impianti d’irrigazione e vorremmo che tutto questo, però, ci venga riconosciuto con il giusto prezzo. Sicuramente la GDO deve guadagnare la sua fetta, ma non è giusto che faccia le aste al ribasso. Così obbliga i commercianti ad abbassare il prezzo in campo. La GDO deve riconoscere il giusto al commerciante”.
Proprio ieri, 27 ottobre 2022, avete partecipato ad un incontro in Regione.
“Sì, ieri abbiamo incontrato Donato Pentassuglia e Francesco Paolicelli, rispettivamente assessore all’Agricoltura della Regione Puglia e Presidente della commissione agricoltura e abbiamo incassato un ottimo risultato; difatti hanno accettato molte delle nostre proposte. Tra cui anche la compensazione AGEA per l’uva destinata ai succhi. Tra le altre cose è emersa anche la necessità di valorizzare le cultivar autoctone. Le prospettive sono davvero buone e noi siamo molto soddisfatti del loro ascolto, del loro sostegno e del loro lavoro, che è cosa rara. Siamo tutti concordi nell’accettare le innovazioni varietali, ma occorre impegnarsi per valorizzare tutte quelle cultivar che solo l’Italia produce”.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com