Scelte e operazioni errate effettuate prima e durante la messa a dimora delle piante potrebbero far scaturire problematiche in campo. Il rischio è di commettere errori che possono condizionare la produzione negli anni successivi alla realizzazione dell’impianto o del reimpianto.
Le problematiche, che possono insorgere a seguito della realizzazione di un nuovo vigneto o di un reimpianto, sono principalmente di natura agronomica e fitosanitaria. Per evitare questi problemi, quindi, è importante fare attenzione a diversi aspetti che includono: la scelta del portainnesto, la scelta della forma di allevamento, la concimazione di fondo, la sanità del terreno e delle piante e la presenza di nematodi.
Per quanto riguarda l’aspetto agronomico è fondamentale la scelta del portainnesto, che è in grado di trasmettere alla marza le sue caratteristiche. Per esempio può trasmettere i caratteri di resistenza a particolari condizioni climatiche e chimico-fisiche del terreno, così come può incrementare la vigoria della pianta e introdurre caratteri di precocità o tardività. Il criterio, secondo cui si sceglie il portainnesto migliore, si basa solitamente sull’individuazione del principale “fattore limitante”, che caratterizza il terreno a disposizione. Si deve individuare il fattore che non risulta ottimale per lo sviluppo della pianta, come salinità e calcare. Per esempio, nelle zone viticole del sud-est barese, l’eccesso di calcare, responsabile di clorosi ferrica, è il problema più frequente nei vigneti. Per questo si consiglia l’uso di portainnesti resistenti al calcare, come ad esempio il 140 Ruggeri.
Importante è anche la scelta della forma di allevamento e del sesto di impianto, che vanno regolati in base alla cultivar. La giusta attenzione deve essere riposta, poi, anche nella concimazione di fondo, che bisogna formulare sulla base di analisi chimico-fisiche del terreno. Per quanto riguarda le problematiche sanitarie, soprattutto quando si fa il reimpianto, bisogna assicurarsi della sanità del terreno e della sanità delle piante che si intende mettere a dimora. Risulta fondamentale mettere in atto le buone pratiche agronomiche per prevenire ed evitare la diffusione di virus agenti di malattia. Tra questi ultimi, che possono essere facilmente diffusi in vigneto, rientrano quelli di:
- complesso della degenerazione infettiva o arricciamento, che può dare gravi problemi già dal secondo anno di impianto;
- accartocciamento fogliare, che causa una riduzione drastica di colore, zuccheri e aromi;
- legno riccio.
Correlata all’importanza di verificare la sanità del terreno è quella di accertarsi dell’assenza di nematodi vettori di virus nel terreno stesso. Ci sono virus, infatti, come il Grapevine fanleaf virus (GFLV) agente di arricciamento fogliare, che possono essere trasmessi da nematodi. Al fine di verificare che il terreno sia esente da nematodi vettori di virus, quindi, sono utili le analisi nematologiche. Qualora, come spesso accade, si dovesse accertare la presenza di nematodi vettori di virus nel terreno, è necessario attendere per impiantare almeno 3 anni dall’eliminazione dell’ultimo ricaccio di vite. Questo perché i nematodi possono vivere sulle radici della vite e possono resistere per almeno due anni a “digiuno”. Inoltre non bisogna dimenticare che, mettendo una pianta sana in un terreno infetto, l’infezione di quella pianta è certa, oltre che molto rapida. Curare le malattie virali è difficile e spesso impossibile. Da qui deriva l’importanza della prevenzione.
Il materiale di propagazione
I virus responsabili delle citate malattie possono essere presenti anche nel materiale di propagazione, che si intende utilizzare. Per scongiurare tale rischio, quindi, è bene usare materiale certificato con cartellino azzurro. Il cartellino azzurro indica che quel materiale è certificato, ovvero che ha un valore genetico e sanitario superiore e che il suo utilizzo presuppone le migliori premesse per la buona riuscita di un vigneto. Questa certificazione è regolamentata dal 1968 a livello di Comunità Europea (Direttiva 68/193/CEE del 9 aprile 1968), recepita nel D.P.R. 1164 del 1969 e successive modifiche ed integrazioni, nonché dal D.Lgs. n. 16 del 2 febbraio 2021. Tali norme (specifiche per il genere Vitis) sono finalizzate ad assicurare il livello minimo di qualità del materiale vegetale e agevolare la sua libera circolazione all’interno dell’Unione Europea. Quando non si dispone di piante sane, invece, è possibile sottoporre le piante a processi di risanamento.
In sintesi, i materiali di moltiplicazione della vite possono essere commercializzati solamente dopo essere stati sottoposti a ispezione ufficiale. L’ispezione accerta l’identità varietale e clonale e verifica l’assenza – o minima presenza – di organismi nocivi, che potrebbero compromettere il materiale di moltiplicazione. Al fine di assicurare l’identità varietale e clonale, la normativa ha stabilito in ogni Paese membro l’istituzione di un Registro Nazionale delle Varietà di Vite (RNVV), nel quale vengono iscritti:
- le varietà che, in base a prove ufficialmente riconosciute, risultano distinte, stabili ed omogenee;
- i cloni delle varietà, selezionati secondo il protocollo previsto.
Gli effetti dell’applicazione della direttiva hanno inciso positivamente sulla qualità dei materiali di moltiplicazione della vite sia per quanto riguarda l’identità varietale che per le caratteristiche fitosanitarie.
La normativa per l’uva da tavola
Secondo la normativa vigente le piante madri da cui si intende prelevare marze e portainnesti devono essere esenti da: Grapevine Fanleaf Virus (GFLV), Arabis Mosaic Virus (ArMV) e dal tipo 1 e 3 del Grapevine Leafroll Virus (GLRaV–1 e GLRaV–3) responsabile del complesso dell’accartocciamento fogliare. Per quanto riguarda i portainnesti, le piante madri dovranno essere esenti anche da Grapevine Fleck Virus (GFkV), agente della maculatura infettiva della vite. Tuttavia, dal punto di vista della sanità dei materiali di moltiplicazione, la normativa risulta deficitaria per diversi motivi:
- non considera i Grapevine virus A (GVA) e Grapevine virus B (GVB), agenti del complesso del legno riccio, particolarmente grave negli ambienti caldi meridionali;
- nel caso dell’accartocciamento fogliare vengono considerati solo due tipi di virus rispetto ai nove che sono stati associati a questa malattia. Di questi il tipo 2 è molto diffuso e agente di gravi incompatibilità d’innesto;
- il virus della maculatura infettiva (GFkV) è preso in considerazione solo per i portainnesti. Ciò non ha molto senso perché, qualora il virus dovesse essere presente nella marza, con l’innesto verrebbe trasmesso anche al portainnesto.
Nuove varietà, poche certificazioni
Consultando il Registro Nazionale delle Varietà di Vite, curato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), ci si accorge che non sono molti i cloni iscritti. Per molte varietà, infatti, non si dispone di materiale di propagazione certificato. Di contro, per le varietà di lunga tradizione e con semi – grazie al lavoro di selezione clonale operato da diversi enti – è oggi possibile disporre sia di barbatelle che di marze certificate. Le barbatelle certificate sono reperibili presso i vivaisti, mentre le marze certificate sono reperibili presso i centri di premoltiplicazione, avendo cura di prenotarle l’anno precedente a quello di innesto.
La scelta delle piante per il prelievo di marze
Qualora non si disponga di materiale certificato, è opportuno testare la sanità dei materiali di propagazione attraverso analisi fitosanitarie da realizzare in laboratori accreditati. Ogni singola pianta, da cui si intende prelevare le marze, deve essere analizzata. In questo caso è opportuno verificare l’assenza sia dei patogeni previsti dalla certificazione, sia dei patogeni non previsti dalla certificazione, ma che sono comunque rilevanti per la produzione. Fondamentale è la scelta delle piante, da cui si intende prelevare le marze, e che devono essere osservate attentamente durante le diverse fasi fenologiche. Ancora meglio se nel corso di più annate. Senz’altro si dovranno preferire le piante con caratteri di:
- sanità;
- qualità per tutti gli organi;
- buona vigoria.
Dal germogliamento alla senescenza e caduta delle foglie, per esempio, è possibile osservare i sintomi del complesso dell’accartocciamento fogliare. Occorre osservare l’eventuale comparsa di sintomi, associati a complessi e malattie, per accertarsi dello stato agronomico, produttivo e fitosanitario delle piante. Altro accorgimento di tipo preventivo consiste nell’assicurarsi che le marze selezionate siano esenti da imbrunimenti e sintomi riconducibili a malattie fungine. I tagli praticati per prelevare le marze, inoltre, dovranno essere effettuati con attrezzi disinfettati con soluzione al 10% di ipoclorito di sodio, nel passaggio da una pianta all’altra. Solo dopo tutta una serie di accorgimenti, quindi, è possibile procedere all’innesto. Anche durante quest’ultima operazione è necessario disinfettare gli strumenti di taglio. Occorre, inoltre, tenere a mente che, quando si compiono gli innesti in campo, è importante tenere le marze separate per varietà, onde evitare confusioni e preservare la distinguibilità delle piante.
Caratteristiche tecnico-agronomiche
Per quanto riguarda le caratteristiche tecnico-agronomiche delle marze, quindi, è opportuno che queste abbiano un diametro idoneo e tale da consentire le operazioni di raccolta, conservazione e innesto, preservando la turgidità dei tessuti legnosi e garantendo un ottimo attecchimento. Buona norma, quindi, è preparare dei fasci con marze di lunghezza superiore a un metro. Nel legare queste marze in fasci, è importante che tutte siano disposte nello stesso verso, secondo la polarità delle gemme, e che le loro basi si trovino tutte alla stessa altezza. Questi fasci saranno quindi conservati in un luogo fresco e umido, possibilmente con la base in acqua o – in alternativa – inumidita con acqua almeno due volte a settimana. L’uso di materiale certificato riveste estrema importanza.
Costruire un nuovo vigneto è come costruire una nuova casa. Una casa sicura, stabile e duratura avrà delle fondamenta, a cui saranno state rivolte il massimo delle attenzioni. Allo stesso modo, per realizzare un vigneto capace di produrre a lungo uva di qualità, dobbiamo porre la massima attenzione alla sanità delle marze adoperate.
Autore: Pasquale Venerito, ricercatore del CRSFA “Basile Caramia”
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