Il sindaco di Noicattaro, Raimondo Innamorato, e Vito Fraschini, assessore all’agricoltura del comune del Sud Est barese, ieri (5 settembre 2022) hanno invitato il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli ad ascoltare le esigenze di amministratori locali, agricoltori e associazioni di categoria.
I temi e i partecipanti
Ambiente, energia e calamità naturali sono state le tematiche al centro della discussione alla quale hanno preso parte
istituzioni regionali e associazioni. Erano presenti, infatti:
- l’assessore regionale all’agricoltura – Donato Pentassuglia;
- il Presidente della 4^ Commissione della Regione Puglia – Francesco Paolicelli;
- Il Vicepresidente del Consiglio Regionale – Cristian Casili;
- i Sindaci e gli assessori all’agricoltura dei comuni limitrofi.
Tra le associazioni: Confagricoltura, Coldiretti, CIA Agricoltura, Copagri, CUT, APEO, Movimento per l’agricoltura e la Confederazione Italiana Liberi Agricoltori.
A fare gli onori di casa il sindaco, che ha introdotto i lavori dicendo:
“Noicattaro è un comune vocato alla produzione di uva da tavola, prodotto così importante da condizionare l’80% dell’economia del nostro comune. Infatti se la raccolta dell’uva non produce i risultati auspicati ne risente l’intera economia locale”.
I sindaci non riescono a risolvere tutti i problemi e si uniscono per farsi sentire
Agricoltori e associazioni di categoria, negli ultimi mesi, stanno “tirando la giacca” agli amministratori locali perché diversi sono i problemi da affrontare. I sindaci, però, non possono intervenire su tutto. Inoltre oggi – alla luce dei rincari (materie prime, energie e gasolio), unitamente alla grandinata e alla stasi del mercato – i viticoltori da tavola non vedono più alcun margine di guadagno.
Il sindaco di Noicattaro spiega: “I viticoltori mi dicono che non sanno se raccogliere o lasciare l’uva in vigneto. Questo ci ha allarmati e ci ha spinti a organizzarci in una rete di comuni con l’intento di avere più peso (Noicattaro – Turi – Cassano – Mola di Bari – Rutigliano- Ginosa Marina – Grottaglie – Castellaneta – Casamassima – Acquaviva delle Fonti – Adelfia). L’obiettivo della rete è quello di essere ascoltati dalle istituzioni. Insomma tra crisi energetica e fenomeni atmosferici avversi noi amministratori locali chiediamo che sia il governo a intervenire”.
Le richieste del comparto produttivo
Le associazioni di categoria hanno manifestato l’esigenza di velocizzare l’iter per i ristori delle aziende colpite dalla grandinata del 19 agosto e a tal riguardo si è fatta sentire la voce di Paolicelli e Pentassuglia. Inoltre tutti i presenti erano concordi anche nel chiedere la proroga del credito d’imposta sul gasolio agricolo per tutto il 2022. Infine i presenti hanno sottolineato la necessità di considerare le aziende agricole “energivore”. Così da consentire loro l’accesso ai contributi previsti per questa tipologia d’imprese.
Patuanelli si è mostrato molto vicino al territorio e ha annunciato che – questa settimana – si terrà un Consiglio dei Ministri straordinario durante il quale si farà portatore delle istanze avanzate in questa occasione. “L’obiettivo – ha spiegato il ministro uscente – è intervenire con un decreto“.
Uvadatavola.com ha raccolto la testimonianza di Massimiliano Del Core, presidente della CUT – la Commissione Uva da Tavola – presente all’incontro.
Massimiliano, come CUT cosa avete sottolineato nel corso dell’incontro con il Ministro?
Da parte nostra abbiamo innanzitutto evidenziato la portata economica della filiera dell’uva da tavola importantissima per valore economico e livello occupazionale. Inoltre la CUT ha chiesto che il Governo si impegni ad aprire e perfezionare alcuni dossier fitosanitari per poter allargare il mercato della nostra uva. L’export di uva da tavola, infatti, è in difficoltà, il mercato Europeo è saturo. I Dossier per l’esportazione dell’uva italiana in Thailandia e Vietnam sono aperti da anni, ma negli ultimi tempi si sono arenate le trattative con questi Paesi. Noi Spingiamo per la conclusione delle trattative. In parallelo, inoltre, è opportuno che lo Stato finanzi investimenti in ambito infrastrutturale, così che il settore possa godere di un’indipendenza logistica.
A cosa alludi?
Strade e piattaforme logistiche che consentano all’uva di raggiungere velocemente nuovi Paesi. Strettamente collegato a quest’ultimo punto c’è la necessità di ottenere, da parte dell’ufficio fitosanitario nazionale, i principi di reciprocità e mutuo riconoscimento (sia all’interno che all’esterno dei Paesi UE),
Spiegaci meglio di cosa si tratta
I due principi servono a tutelare le eccellenze del made in Italy e allo stesso tempo consentirebbero ai nostri produttori di utilizzare quei principi attivi vietati in Italia, ma consentiti in altri Paesi nostri competitor. Altra proposta d’intervento da parte della CUT è stata la necessità di sanare lo squilibrio tra domanda e offerta.
In che modo?
Nel settore uva da tavola oggi vediamo una domanda estremamente aggregata; costituita per il 70% dalla GDO italiana ed estera. Al contrario l’offerta è estremamente polverizzata. La CUT vorrebbe che si incentivasse l’aggregazione attraverso: la formazione di OP, il riconoscimento dei distretti e la realizzazione di contratti di filiera. Progetti – questi ultimi due – per i quali la CUT è già al lavoro. L’obiettivo è aggregare e programmare l’offerta. A tal proposito, infine, si inserisce l’assoluta necessità di realizzare un catasto ortofrutticolo e, ancora meglio, un catasto varietale dell’uva da tavola. Punto, quest’ultimo, sul quale la nostra associazione è già al lavoro.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com