TEA: finalmente arriva l’autorizzazione

Con una votazione a Palazzo Madama, martedì 30 maggio, è stata autorizzata la sperimentazione in campo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA).

da Silvia Seripierri

Con una votazione a Palazzo Madama nel pomeriggio di martedì 30 maggio è stato approvato un emendamento al Decreto Legge Siccità che autorizza la sperimentazione in campo delle TEA, le Tecnologie di Evoluzione Assistita, a oggi consentita solo in vitro. Si tratta di una svolta storica per il mondo dell’agricoltura italiana, accolta con reazioni positive da più fronti.

L’emendamento presentato dai senatori Luca De Carlo, primo firmatario, e Raffaele Nevi, consente infatti di portare le piante ottenute in laboratorio con le Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) fino alla sperimentazione in campo, cosa prima di fatto impedita dalla normativa europea e nazionale e soggetta all’iter autorizzativo previsto per gli Ogm.

Ma cosa sono le TEA?

Ultima frontiera del miglioramento genetico delle piante coltivate, le New Breeding Techniques, in Italia note come Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA), rappresentano l’ultima frontiera del miglioramento genetico delle piante coltivate. Si tratta di moderne biotecnologie che, con una operazione estremamente specifica di “taglia e cuci” del DNA, sono in grado di inserire una mutazione all’interno del gene di interesse dell’organismo che si vuole modificare. Un meccanismo che rende possibile l’introduzione di varianti su geni specifici allo scopo di migliorare le varietà esistenti, nell’ottica di ottenere prodotti agroalimentari maggiormente sostenibili per l’ambiente, più produttivi. Oltre che con migliorate qualità nutrizionali, resistenti ai parassiti o più tolleranti ai cambiamenti climatici. Tutti aspetti vantaggiosi non solo per i consumatori, ma anche per i produttori.

TEA: svolta dell’agricoltura italiana

“Si tratta della prima volta che un parlamento nazionale legifera esplicitamente in materia. Avevamo promesso di arrivarci entro l’anno, abbiamo fatto anche prima” ha sottolineato Raffaele Nevi (Forza Italia), vicecapogruppo vicario a Montecitorio e responsabile agricoltura del partito azzurro a Wired. “Io e il collega De Carlo avevamo presentato rispettivamente a Camera e Senato dei disegni di legge in materia. Ma la strategia vincente è stata trasformarli in un emendamento al dl Siccità. Calzava a pennello, e abbiamo utilizzato questo veicolo per portare a segno il blitz”.

“L’autorizzazione – ha invece precisato Luca De Carlo – mi rende orgoglioso perché oltre all’unanimità, il provvedimento ha ottenuto anche le firme dei gruppi di Lega, Italia Viva e Movimento 5 Stelle: segno che stiamo parlando di un’azione seria e necessaria”. “In questi anni – ha aggiunto – sono stati ottenuti straordinari risultati con la sperimentazione in laboratorio, e siamo totalmente ottimisti che la ricerca potrà ancora migliorare con il passaggio alla sperimentazione in campo; in questo modo, potremo ottenere piante più resistenti alla siccità, ai cambiamenti ambientali, agli attacchi dei parassiti. Si tratta realmente di una svolta epocale, un obiettivo condiviso da tutti e che ha abbattuto le ideologie per favorire il progresso e la ricerca”.

Votato all’unanimità da tutte le forze politiche, senza eccezioni né astensioni, il testo è stato accolto con grande entusiasmo da associazioni come Confagricoltura e CIA, ma anche dal CNR e da altre voci del mondo agricolo e della GDO.

Particolarmente favorevole il Crea, il consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.
“È un passo che cambia la percezione che ha il Paese dell’innovazione genetica” ha infatti commentato il direttore del centro di Genomica e Bioinformatica del Crea, Luigi Cattivelli. “Fino a qualche anno fa tutti avrebbero dato contro l’innovazione genetica e si sarebbero schierati per un ritorno all’antico. Questa è la prima volta che un atto formale e pubblico anziché limitarla, la promuove. La normativa europea esisteva, era stata recepita, ma da noi era bloccata. Il passo di oggi serve a rendere finalmente operativa la sperimentazione delle TEA che era potenzialmente applicabile, ma non era mai stata attuata, perché mancavano diversi passaggi attuativi in capo alle Regioni”.

“Per il mondo della ricerca, e per il CREA in particolare – ha dichiarato Carlo Gaudio, presidente CREA – l’approvazione della norma che autorizza la sperimentazione in campo delle produzioni ottenute mediante le tecniche di evoluzione assistita (TEA) rappresenta un momento decisivo, perché le attività di ricerca già svolte nei laboratori dei nostri Centri hanno dimostrato risultati straordinari che ora possiamo mettere ‘alla prova’ in campo. Un plauso particolare va ai presentatori degli emendamenti, ma il ringraziamento di rito è certamente rivolto a tutto il Parlamento, che ha approvato la norma all’unanimità, per aver dimostrato di credere e di voler sostenere le importantissime attività di ricerca in questo ambito”.

“La ricerca è vitale per il progresso, per l’innovazione e per lo sviluppo della conoscenza, e mai come ora in agricoltura, in uno scenario di cambiamenti climatici così preoccupante – ha concluso Gaudio – l’innovazione genetica è indispensabile a garantire la competitività e la sostenibilità delle produzioni agricole nazionali”.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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