Uva di controstagione: risponde Coop

Una nuova stagione è iniziata, ma una panoramica sul mercato dell’uva di controstagione è utile. A riguardo, le parole del direttore Coop Alleanza 3.0.

da Silvia Seripierri

Una nuova stagione dell’uva da tavola è iniziata e ad interessare i produttori, oltre ai fattori tecnico-agronomici, sono soprattutto gli aspetti commerciali. Se, però, trovare delle risposte a domande e curiosità su come la campagna viticola 2023 si svolgerà è ancora prematuro, una panoramica del mercato dell’uva di controstagione è possibile, attraverso la lente della GDO. A offrirla, le parole di Pietro Terlingo, direttore del settore dell’ortofrutta per Coop Alleanza 3.0.

Quali sono i flussi di acquisto dell’uva di controstagione?

In questo periodo dell’anno l’uva da tavola che si trova sui mercati è quella proveniente dai Paesi dell’emisfero sud. Per quanto riguarda l’approvvigionamento, quindi, ci rivolgiamo prevalentemente ai fornitori che lavorano e importano frutta esotica. Da quest’anno, per la prima volta, abbiamo in assortimento l’uva import Coop. Si tratta di uva senza semi premium, della varietà Pristine, che ci viene distribuita dal fornitore italiano Giuliano. L’uva di questa varietà è prodotta in Italia da Giuliano ed è la nostra uva Fior Fiore Coop, la più gradita da soci e clienti.

uva di controstagione

Come variano i prezzi di acquisto al consumatore?

Mediamente il prodotto ha dei costi di acquisto più alti; questo è la conseguenza del fatto che il prodotto viene dall’altra parte del mondo, per cui i costi sono maggiori a causa del trasporto. Se consideriamo il generale incremento di prezzi che c’è stato sulle materie prime, è facile immaginare come i costi di gestione e lavorazione siano lievitati ulteriormente anche per noi.

Quali sono le richieste e le preferenze dei consumatori?

Negli ultimi anni i consumatori hanno mutato profondamente i loro gusti orientandoli – come è noto – sulle varietà di uva senza semi. In ragione di questo fenomeno e in poco tempo, abbiamo dovuto spostare più della metà dei volumi di uva da tavola verso le varietà senza semi. Sempre per quanto riguarda le preferenze dei consumatori, poi, il trend è la destagionalizzazione del consumo di uva. Abbiamo assistito a una crescita costante del consumo di uva di controstagione e, anche in questo caso, la quasi totalità dell’uva venduta è quella senza semi.

Quali costi deve sostenere Coop?

Come accennato prima, i costi maggiori sono quelli sostenuti nel periodo di controstagione. I costi di acquisto sono per noi più alti, ma si tratta perlopiù di una conseguenza al fatto che la merce è di importazione e quindi soggetta ai costi dei trasporti oltreoceano.

 

Silvia Seripierri

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