La nostra redazione ha chiesto ai fratelli Giuseppe e Pietro Serini, titolari dell’omonima azienda agricola sita in agro di Ginosa, un’opinione sulla stagione 2013 e quali sono le loro aspettative per la prossima stagione 2014, ormai imminente.
“Il mio parere – esordisce Pietro Serini – è che, tutto sommato, nel nostro territorio (arco Jonico, n.d.r.) l’agricoltura sta sopravvivendo grazie alla viticoltura da tavola. Tutto il resto è peggio, dalle ortive agli agrumi. Ma la previsione per la campagna 2014 che sta per cominciare non è affatto positiva. Credo che molti commercianti siano più demoralizzati di noi, perchè non hanno guadagnato quello che si aspettavano, quindi non si spingeranno più di tanto negli acquisti. Certo, l’uva di qualità ha sempre una marcia in più rispetto alle altre. Ma è pure vero che per produrre uva di qualità si spendono almeno 0,50 euro/kg e non ci sono più tanti produttori che possono permettersi di investire tutti questi soldi. Troppo spesso, purtroppo, il commerciante è disposto ad offrire cifre troppo basse, che scoraggiano il produttore dal fare buona qualità” .
Giuseppe Serini sottolinea che l’attività agricola sta diventando un’attività sempre più rischiosa da condurre: “Basta un anno sbagliato per essere tagliati fuori dai giochi e in giro sono veramente tante le aziende a cui le cose non sono andate bene nello scorso 2013”.
Sulla scelta tra varietà con semi e senza semi, invece, ci sono pochi dubbi: “Sicuramente scegliamo le senza semi – osserva Pietro Serini senza pensarci un attimo – la nostra azienda sta attualmente impiantando varietà senza semi, stiamo provando con varietà brevettate di due costitutori: Sun World ed SNFL. In questa fase il nostro obiettivo è cercare di capire meglio, con piccole superfici investite, quali sono in concreto i risvolti legati al meccanismo del club in abbinamento al commerciante”.
In chiusura, una riflessione sull’importanza che l’agricoltura rappresenta per ampie fette di popolazione dei nostri territori: “I costi sono ogni anno più alti – nota Pietro Serini – il prezzo del gasolio è aumentato, lo stesso vale per teli, concimi, prodotti fitosanitari. Il prezzo dell’uva, invece, è diminuito. Se nella nostra zona le cose continuano a peggiorare, si bloccherà tutto e si fermerà l’intera economia. Gli operai che lavorano queste terre sono migliaia, come migliaia sono le famiglie che riescono a sopravvivere grazie al lavoro in agricoltura. Molti produttori fanno il proprio mestiere anche per passione, ma se i conti non tornano, non si potrà continuare. E su queste terre i vigneti ad uva da tavola, purtroppo, finiranno per essere sostituiti da distese di seminativi”.
Autore: la Redazione
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