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Il portfolio fitosanitario dell’uva da tavola continua ad arricchirsi di ulteriori parassiti, fitofagi in particolare, che emergono per recrudescenza o con nuove introduzioni da altri Paesi. Tra questi, a porre maggiori criticità per la loro presenza e dannosità nel periodo prossimo alla raccolta sono la tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella) e la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata).
Allo stato attuale non viene ancora rilevata una dannosità significativa da parte della drosofila o moscerino della frutta (Drosophila suzukii), ma la possibile migrazione dalle ciliegie (ormai segnalata diffusamente) all’uva (se la ritiene gradita) è questione di tempo. Ulteriore fitofago di particolare interesse per la sua dannosità, i cui adulti sono stati rilevati anche nel territorio pugliese, è la cimice asiatica (Halyomorpha halys), sebbene al momento non si segnalino danni sull’uva da tavola e su altri fruttiferi.
Insieme a questi, ci si aspetta un altro fitofago da quarantena, ritenuto molto dannoso: la mosca orientale della frutta (Bactrocera dorsalis), la cui presenza in Italia è stata già segnalata in diverse regioni. Ma vediamo nel dettaglio la mosca mediterranea della frutta.
Mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata)
Sono evidenti nel nostro territorio gli effetti del cambiamento climatico. Lo constatiamo da un inverno particolarmente mite con temperature che raramente hanno raggiunto valori al di sotto dello zero. Poiché la specie è attiva già a temperature superiori agli 11 °C, è ragionevole ipotizzare che non vi siano limitazioni per gli individui. Anche le temperature estive influiscono in misura minore rispetto agli altri ditteri, infatti, la C. capitata è in grado di mantenersi attiva a temperature superiori ai 35 °C. Peculiarità alla quale si associano:
- l’elevata polifagia della specie, che, con oltre 250 piante ospiti, aumenta notevolmente la capacità di proliferare e sopravvivere, favorendo la sua diffusione su ampi territori;
- il numero rilevante di generazioni che la C. capitata è in grado di compiere, fino a 6 l’anno, con conseguente aumento e diffusione della popolazione;
- l’incremento di coltivazione di specie fruttifere appetibili al dittero nelle aree in cui la coltivazione dell’uva da tavola è predominate; è noto – a riguardo – l’aumento di superfici investite nelle zone tra la BAT e Foggia; analogamente, la coltivazione di agrumi (specialmente mandarini e clementine) nelle zone del tarantino e del metapontino, favoriscono la possibilità di allungare il periodo di sopravvivenza e aumentare il numero delle generazioni;
- l’assenza di altra frutta appetibile per la mosca mediterranea della frutta nel periodo in cui le uve sono mature, specialmente quando il mercato risulta “sonnolento” e si rende necessario prolungare la permanenza dei grappoli sulle piante, aumentando la loro predisposizione alle infestazioni;
- la presenza discontinua delle infestazioni della mosca, che spesso induce le aziende a ritardare i controlli, sia per limitare l’accumulo di residui nel prodotto destinato alla commercializzazione, sia per la difficoltà di rispettare i tempi di carenza delle sostanze attive impiegate.
I danni
Dal punto di vista dei danni, quelli della mosca della frutta sono quelli tipici dei ditteri, con la formazione di gallerie scavate dalle larve nate dalle ovideposizioni. Le femmine perforano l’epidermide superiore e depongono più uova sullo stesso acino.
Le larve, nutrendosi della polpa nella zona superficiale dell’acino, determinano la formazione di gallerie che assumono una colorazione bruna a causa della degradazione e dell’ossidazione degli escrementi e dei succhi cellulari. Nelle uve bianche, tali alterazioni risultano particolarmente evidenti per il contrasto con il colore chiaro dell’acino. Se non rimossi tempestivamente, gli acini infestati tendono a deteriorarsi, favorendo l’insediamento di marciumi e di funghi saprofiti, con conseguente compromissione dell’intero grappolo.
Anche in presenza di pochi acini infestati, i grappoli risultano non commerciabili, sia per ragioni estetiche sia per la loro maggiore deperibilità durante la fase di vendita nei mercati.
Inoltre, poichè la Ceratitis capitata è un parassita da quarantena per i Paesi extra-UE come Stati Uniti e Canada, la sua presenza è motivo di esclusione obbligatoria.
A differenza di altri parassiti strettamente legati alla vite e presenti costantemente in tutti gli anni e areali di coltivazione dell’uva da tavola, la distribuzione della mosca risulta disomogenea, variando sia tra le diverse aree produttive sia tra le cultivar. Generalmente le varietà precoci sfuggono a tali infestazioni e negli areali con limitata presenza di altre colture frutticole l’incidenza della mosca è inferiore.
Per questo motivo, risulta fondamentale il costante monitoraggio degli adulti nella propria azienda o nell’areale di coltivazione. È necessario rilevare tempestivamente la presenza della mosca anche in aree poco suscettibili, che potrebbero progressivamente diventare più esposte all’infezione. In questo ultimo caso, sulla base dell’andamento della popolazione presente e solo a fronte di un progressivo incremento delle catture, si rende necessario pianificare il controllo. Il rilevamento degli individui adulti è facilmente eseguibile mediante l’installazione di trappole cromotropiche gialle, con o senza attivazione di sostanze attrattive. Di più facile utilizzo sono le trappole Attract & Kill che – se impiegate per il monitoraggio – devono essere installate in numero di 2-3 per ettaro, o in numero inferiore per grandi superfici, tenendo conto però delle diverse cultivar e delle specifiche condizioni pedoclimatiche dell’azienda.
Il controllo della mosca mediterranea della frutta
Nel controllo della mosca mediterranea della frutta, le strategie possono essere diverse in relazione al monitoraggio eseguito nei diversi anni.
In presenza di infestazioni ricorrenti, è consigliabile eseguire un controllo preventivo a prescindere dalla percentuale d’infestazione. In tal caso, alla comparsa dei primi adulti, si raccomanda l’installazione delle trappole Attract & Kill nel numero indicato dalle case produttrici. L’efficacia di tale metodo di controllo è influenzata dall’ampiezza della superficie coltivata: poiché la popolazione adulta è altamente mobile all’interno dell’areale, l’installazione su ampie superfici consente un abbattimento significativo della popolazione e una riduzione del rischio di danno economico. Per risultati ottimali, si consiglia un’applicazione su almeno 2 ettari.
Attualmente sono disponibili in commercio due tipologie di trappole del tipo Attract & Kill, entrambe con efficacia annuale senza dover integrare ulteriori sostanze.
- Contenitori in plastica sferica o conica: questi dispositivi contengono un attrattivo alimentare e/o paraferomonico (trimedlure), che attira gli esemplari adulti all’interno della struttura in plastica. A contatto con la superficie impregnata di insetticida (piretroide), gli insetti vengono rapidamente neutralizzati. Queste trappole consentono di monitorare direttamente il numero degli adulti catturati, ma presentano alcune criticità legate all’ingobro nel trasporto, sia per l’installazione che per lo smaltimento a fine anno, in quanto non più riutilizzabili. Spesso infatti si riscontra una loro dispersione o frantumazione nel terreno durante le operazioni di aratura, contribuendo all’inquinamento plastico. Una criticità che qualche società sta cercando di risolvere inserendo un kit di ricarica della parte impregnata con il piretroide e l’attrattivo, in modo da poter riutilizzare la parte inferiore evitando spreco e diffusione di plastica nell’ambiente (Sumitrap).
- Pannelli impregnati con piretroidi: queste trappole contengono sostanze attrattive alimentari, con o senza paraferomoni per potenziare l’attrazione dei maschi. A differenza dei contenitori in plastica, non permettono di quantificare gli individui catturati, poiché il contatto con il pannello causa la morte immediata degli adulti. Da studi eseguiti è stato possibile constatare che, dopo pochi secondi dal contatto, l’adulto perde la funzione motoria e muore. La verifica dell’efficacia di tale metodo viene valutata con l’installazione di alcune trappole utilizzate per monitoraggio, sulle quali sarà possibile verificare un’assenza o significativa riduzione del numero degli adulti catturati rispetto a zone non interessate dai dispositivi Attract & Kill. Anche questi dispositivi non sono riutilizzabili a fine annata, per cui vanno ritirati e smaltiti, ma hanno una maggiore facilità logistica nel trasporto.
Accanto alle trappole Attract & Kill, un altro metodo di contenimento delle popolazioni di Ceratitis capitata è rappresentato dalla cattura massale che, come per le trappole, deve essere adottata preventivamente al rilevamento delle prime catture. In commercio esistono diversi dispositivi a forma di bottiglia che contengono un attrattivo alimentare liquido all’interno del quale annegano gli adulti.
All’impiego di questi sistemi, che possono essere considerati più sostenibili poiché privi di sostanze chimiche, si contrappone l’intervento con prodotti fitosanitari. Questi, oltre a caratterizzarsi per una buona efficacia, richiedono tempi di carenza relativamente brevi. Anche con questa metodologia di controllo risulta necessario monitorare la presenza e le infestazioni in modo da intervenire tempestivamente e contenere i danni.
D’altra parte, le sostanze attive disponibili registrate per l’uso su vite a uva da tavola contro la mosca mediterranea della frutta sono limitate solo ad acetamiprid e lambda-cialotrina, rispettivamente con 14 e 9 giorni di carenza, tempi in molti casi lunghi per infestazioni riscontrate a ridosso della raccolta. L’azione di queste sostanze attive è essenzialmente di contatto, con l’acetamiprid che possiede anche una lieve capacità di penetrazione nei primi strati dell’epidermide. Per questo motivo, l’efficacia dell’intervento dipende dalla tempestività nell’applicazione, che deve avvenire nelle prime fasi di sviluppo delle larve.
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A cura di: Antonio Guario – fitoiatra e agronomo presso il “Centro Sperimentale e di Diagnosi Fitosanitaria” Agrolab
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