Un team di ricercatori israeliani ha dimostrato che le comunissime alghe del genere Ulva – delle alghe verdi conosciuta anche con il nome di “lattuga di mare” – potrebbero essere un prezioso alleato per inibire la crescita di botrite su uva da tavola dopo la raccolta.
Il team che ha condotto lo studio era composto da Alon Shomron, Danielle Duanis-Assaf, Ortal Galsurker, Alessandro Golberg, Noam Alca. Gli studiosi sono afferenti ai seguenti centri di ricerca pubblici e privati:
- il Dipartimento di Studi ambientali dell’ Università di Tel Aviv,
- il Dipartimento delle scienze per il postraccolta della Frutta Fresca dell’ARO (Agricultural Research Organisation) del centro di ricerca Volcani Center,
- la Facoltà di Agraria, Alimentazione e Ambiente dell’ Università Ebraica di Gerusalemme.
In particolare gli scienziati hanno dimostrato che l’applicazione dell’estratto di alghe del genere Ulva (polisaccaride solfatato estratto dall’Ulva rigida 1000 mg/l), induce sull’uva da tavola in post raccolta l’attivazione delle difese, riducendo così l’infezione da Botrytis cinerea del 43% – 41%.
L’esperimento è stato svolto sulla cv tardiva Scarlotta raccolta nel mese di ottobre e coltivata in agro della città di Lachish, in Israele.
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I risultati
Monitorando il campione di controllo, inoltre, si è notato come due giorni dopo il trattamento, sulla frutta trattata con l’estratto di Ulvan si sono attivati diversi biomarcatori correlati alla difesa. Il gruppo, in particolare ha registrato un aumento del 43% dell’attività delle specie reattive dell’ossigeno. Importante inoltre sottolineare come il trattamento non ha influenzato affatto i parametri di qualità della frutta; ovvero i livelli di pH, di zucchero e l’acidità dell’uva.
I risultati ottenuti dal team illustrano il potenziale dell’estratto di alga Ulva per indurre una naturale attivazione della difesa da parte dell’uva. Tra gli effetti positivi osservati si nota anche una notevole riduzione della perdita di acqua da parte degli acini di uva in post raccolta.
Dai primi test effettuati è emerso che né gli estratti etanolici né quelli acetonici mostravano effetti significativi sulla gravità e sull’incidenza della muffa grigia, perciò il team si è concentrato nell’osservare se l’estratto di Ulva fosse capace d’indurre una risposta nell’uva da tavola.
Il procedimento
L’uva da tavola della varietà “Scarlotta” è stata raccolta, disinfettata e trattata con estratto acquoso grezzo di Ulva rigida (estratto di ulvan – 1000 mg/l). L’uva è stata perforata con un ago sterilizzato attraverso il quale è stata inoculata Botrytis cinerea. In seguito il team ha mantenuto gli acini ad una stessa temperatura con elevata umidità per sette giorni.
Rispetto al gruppo di controllo le uve trattate con l’estratto di Ulvan hanno mostrato una diminuzione del marciume del 41% sulla superficie degli acini, percentuae che si è ridotta del 43% nel quarto giorno successivo all’inoculazione. A sette giorni dall’inoculazione, gli acini trattati con l’estratto di Ulva, hanno mostrato una riduzione: dell’8,8% nell’incidenza della malattia e in media del 48,4% della superficie della buccia infettata.
Ulva: un’alga con molte potenzialità
L’Ulva è un’alga molto comune che era stata già adoperata in altri studi, dimostrato di avere un futuro per le applicazioni agricole e biomediche. La ricerca israeliana appena descritta ha confermato l’effetto protettivo di diversi estratti di alghe verdi per l’uva da tavola nei confronti del patogeno fungino B. cinerea.
Questo studio ha dimostrato che i polisaccaridi solfatati estratti dalle alghe del genere Ulva specie rigida (estratto di ulvan) hanno ridotto l’area infetta dell’uva raccolta, attivando la risposta di difesa del frutto. Ulva rigida, ovvero l’estratto di polisaccaridi solfatati ha quindi del potenziale per essere utilizzato in post raccolta per contrastare lo sviluppo della botrite, magari in combinazione anche con altri prodotti.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com