Da oltre quarant’anni all’attivo sul territorio regionale e nazionale, l’APEO – Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli nasce da un’idea del professor Pasquale Pignataro con l’obiettivo di favorire l’aggregazione e il dialogo tra operatori, istituzioni e organizzazioni datoriali nell’ottica di un’azione strategica per la valorizzazione e la tutela del settore, con particolare riferimento al comparto dell’uva da tavola.
Sotto la guida del presidente Giacomo Suglia, l’associazione raggruppa oggi circa 100 tra le più importanti organizzazioni ortofrutticole della Puglia, tutte altamente specializzate e dotate degli standard tecnologici più avanzati.
Tra le diverse iniziative messe in campo, si inserisce adesso anche la partecipazione al Comitato organizzatore di LUV Fiera, la prima fiera di filiera dell’uva da tavola in programma a Bari dal 22 al 24 ottobre 2024, presso i Nuovi Padiglioni della Nuova Fiera del Levante.
Anche APEO ha scelto di far parte del team di LUV Fiera: qual è stato lo spirito con cui avete accolto l’iniziativa?
Sin da quando si è iniziata a delineare l’ipotesi di una fiera verticale interamente incentrata sull’uva da tavola, ci è sembrato doveroso partecipare. Tra gli associati APEO, in tanti si occupano della produzione ed esportazione di uva da tavola quindi siamo orgogliosi di poter portare la nostra esperienza in una fiera così specifica per questo prodotto, che tra l’altro avrà luogo proprio nel territorio maggiormente vocato a questa coltura: la Puglia.
Intanto mi preme rivolgere i complimenti a Mirko Sgaramella e al suo team per aver promosso una fiera come LUV: parlare esclusivamente di uva da tavola, coinvolgendo tutta la filiera, dalla produzione al post-raccolta, era necessario. Non solo in virtù della vocazione territoriale, in Puglia si produce il 57% dell’uva da tavola nazionale, ma perché si tratta di un prodotto di grande valore sotto tanti punti di vista: da quello economico-sociale a quello occupazionale. Il mondo dell’uva da tavola, infatti, abbraccia tanti altri settori, si pensi alla logistica, al packaging o a tutto il mondo dei fitofarmaci, e poterne vedere il coinvolgimento in un contenitore unico come sarà LUV Fiera sarà una ricchezza non solo a livello territoriale o di filiera, ma per tutto il Paese.
Sono certo che questa fiera offrirà tanti spunti sia dal punto di vista produttivo, che del confezionamento e della gestione post-raccolta. Inoltre, sarà interessante anche poter analizzare i dati relativi ai consumi.
Insomma, è un comparto che merita molta attenzione e che va supportato. Non si deve dimenticare infatti che l’uva da tavola è il secondo prodotto più esportato dopo le mele e contribuisce in maniera decisiva al PIL nazionale. In tal senso, siamo entusiasti di far parte del Comitato organizzatore. Come APEO abbiamo invitato le associazioni datoriali così da poter offrire nuovi aggiornamenti, ma speriamo in un coinvolgimento importante del mondo della politica affinché, osservando da vicino tutto il comparto, riesca a capire le esigenze di noi operatori e attivarsi per sostenere concretamente la filiera.
Concludendo, qual è oggi lo stato d’animo in vista di LUV Fiera?
Siamo contenti e curiosi di vedere come andrà perché è nell’interesse di tutti avere una fiera verticale dedicata all’uva da tavola nel suo cuore produttivo. Da parte nostra c’è la voglia di partecipare e di porre al centro dell’attenzione le principali questioni legate al comparto, con l’augurio che questo sia solo l’inizio. LUV Fiera è una grande iniziativa che permette all’uva da tavola di avere il posto d’onore che merita. Siamo primi in Europa e non è cosa da poco, con le produzioni di Puglia e Sicilia riusciamo a essere presenti sul mercato almeno sei mesi l’anno. In più, stiamo collezionando progressi e successi, l’innovazione non ci manca, come pure l’offerta varietale che spazia dalle cultivar più tradizionali a quelle apirene di più recente introduzione. Come APEO, dunque, non potremmo essere più orgogliosi ed entusiasti: LUV Fiera era l’evento che mancava e la filiera non può e non deve perderselo.
Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com