Nonostante i piccoli numeri, la regione è terza nella produzione dopo Puglia e Sicilia. Dal bilancio fitosanitario e non prevalgono le varietà tardive.
La vite ad uva da tavola coltivata in Basilicata si concentra quasi esclusivamente nel Metapontino, in continuità con il Tarantino jonico con il quale condivide le principali caratteristiche climatiche. Dopo una fase di forte espansione delle aziende che vedevano prevalere la varietà Italia, la viticoltura da tavola lucana ha subito una forte contrazione, tanto che nel 2021 si contavano non più di 475 ettari.
Nonostante i piccoli numeri, come si evince dal bilancio fitosanitario, la Basilicata resta la terza regione produttrice di uva da tavola dietro la Puglia e la Sicilia che hanno diverse migliaia di ettari investiti.
In Basilicata prevalgono le produzioni tardive (70%) con circa il 30% condotte in biologico. Le varietà prevalenti sono seedless (es. Sugraone, Crimson, Thompson) mentre persistono vecchi impianti di uva con semi (Vittoria, Italia, Red Globe).
Allevamento a tendone
La coltivazione a tendone la rende particolarmente sensibile ad eventi meteo di forte intensità, come le grandinate che si sono verificate nel luglio del 2020 e le “bombe d’acqua” che si sono succedute in giugno e novembre dello stesso anno, ragion per cui solitamente le viti sono coperte con reti antigrandine. Per la coltivazione quasi “in serra”, la vite da tavola non presenta molte avversità parassitarie che richiedono interventi di controllo (sono 17 quelle considerate dal disciplinare regionale di difesa integrata della Basilicata per il 2022).
Peronospora
La peronospora (Plasmopara viticola) resta un pericoloso patogeno soprattutto per gli impianti scoperti e richiede strategie di intervento con trattamenti cautelativi nelle fasi di maggior suscettibilità. Il modello previsionale in uso in Basilicata aiuta a seguire l’evoluzione del ciclo della malattia e a posizionare i trattamenti con maggior efficacia. È da rilevare che il controllo della peronospora è stato più problematico nel 2020 per le condizioni climatiche primaverili più favorevoli alle infezioni. Nei vigneti è importante controllare la ventilazione per evitare la condensa (acqua liquida). Va segnalata, infine, per le colture in biologico, una maggiore difficoltà di controllo delle infezioni secondarie che possono interessare i tralci che fuoriescono dalle coperture e che possono fungere da serbatoi di inoculo.
Oidio
Per l’oidio (Uncinula necator) il clima umido che si crea sotto telo può favorirne l’infezione, e il controllo è impostato soprattutto nell’evitare il verificarsi di infezioni primarie. Anche per questo patogeno, il modello previsionale gestito dall’ALSIA aiuta a fornire informazioni utili per aumentare l’efficacia dei trattamenti. Nel 2021, rispetto agli altri due anni considerati, le condizioni climatiche primaverili-estive sono state più favorevoli alle infezioni secondarie. In difesa integrata si registra un interesse crescente per l’uso di prodotti (anche biologici) per interventi “precoci” che possano aggredire direttamente il micelio svernante.
Lo zolfo si conferma un efficace prodotto, non solo per le colture in biologico, ma il suo uso è limitato a causa dalla sua aggressività sulle colture. In convenzionale la disponibilità di prodotti fitosanitari antioidici con diverso meccanismo di azione è buona, mentre in biologico è più limitata; con un conseguente rischio di “calendarizzazione” dei trattamenti.
Botrite
Nel 2021, il clima autunnale umido e piovoso per molti giorni è stato favorevole allo sviluppo di infezioni fungine, con sviluppo di botrite (Botrytis cinerea) e di marciumi acidi, confermando che, in condizioni predisponenti e lesioni, il controllo della muffa grigia è problematico per le varietà tardive.
Tignoletta
La tignoletta della vite (Lobesia botrana) è controllata con buoni risultati con la confusione sessuale, agevolata dove la coltura è coperta, tanto che in alcuni vigneti in cui per diversi anni si sono adoperati insetticidi oggi hanno preso piede insetti “secondari” che erano sufficientemente controllati dai trattamenti contro la Lobesia (es. cocciniglie cotonose).
Come per altri insetti, il modello previsionale dell’ALSIA evidenzia che i cicli e le generazioni possono variare anche di molti giorni da un anno all’altro, confermando la dannosità e scarsa efficacia dei trattamenti “a calendario”. Il secondo volo nel 2021, ad esempio, ha avuto un ritardo di quasi un mese rispetto all’anno precedente.
Tignola rigata
Un parassita da seguire con attenzione è la tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella), un fitofago in grado di fare danni apparentemente molto simili a quella della Lobesia. Osservazioni condotte nel 2020 in vigneti da vino – in confusione sessuale e senza trattamenti insetticidi da qualche anno – hanno confermato la presenza di tignola rigata e la sua potenziale dannosità. C. gnidiella è attratta dalla melata e per questo è più spesso presente dove ci sono colonie di planococco (P. ficus, P. citri).
Planococco
Entrambe le specie di planococco (P. ficus e P. citri) sono state rilevate in alcuni vigneti coperti dove non si è intervenuti con trattamenti insetticidi per più anni, sebbene tenda a prevalere P. ficus, anche in areali dove è forte la presenza di agrumi. Per un buon controllo delle specie di planococco è importante intervenire sui primi focolai di infestazione, con scortecciamento dei tronchi (su cui tendono a svernare) e trattamenti localizzati.
Aleurocanthus spiniferus
Da qualche anno il polifago aleurodide Aleurocanthus spiniferus si è diffuso in Basilicata, interessando soprattutto piante isolate e non trattate. Le osservazioni su agrumi e vite sono però in aumento, imponendo attenzione per evitare che si insedi e si diffonda in vigneto. In genere i prodotti insetticidi registrati su vite contro insetti succhiatori come gli aleurodidi hanno buona efficacia.
Mosca mediterranea
Tra i fitofagi che occasionalmente possono interessare l’uva da tavola con danni non trascurabili c’è la mosca mediterranea (Ceratitis capitata) di cui talvolta si accertano infezioni sulle bacche. Nel 2021 ne è stata confermata la presenza su partite di Autumncrisp®️ e nel 2021 si è registrato un considerevole numero di catture anche in vigneti coperti, ma con una bassa percentuale di bacche danneggiate.
Drosophila suzukii
La drosofila dei piccoli frutti (Drosophila suzukii) è presente in tutto l’areale di coltivazione dell’uva da tavola e molto temuta per la sua dannosità potenziale, poiché tende ad ovideporre su frutta matura con infestazioni difficilmente evidenziabili che si manifestano in fase di commercializzazione. I danni sono solitamente notevoli e diffusi sull’intera partita, anche in presenza di pochi frutti infetti. Nel 2020 e 2021, comunque, non si sono registrate criticità per questo fitofago.
Fonte: alsia.it