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Campagna viticola 2022: le spine nel fianco

I viticoltori devono fare i conti con le avversità metereologiche e con un mercato sempre più instabile, che minaccia la campagna viticola 2022

da Silvia Seripierri 25 Agosto 2022
25 Agosto 2022
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Prima ancora che la grandine di Venerdì 19 agosto si abbattesse sulle produzioni dei viticoltori, la campagna viticola 2022 già non prometteva bene con “prezzi da fame per i produttori e costi moltiplicati fino a 10 volte nei supermercati” – afferma la Cia.

Il mercato è oggi sempre più incerto e instabile, ma i viticoltori devono fare i conti anche con le avversità metereologiche che minacciano le coltivazioni in Puglia, prima regione italiana per numero di aziende e quantità dell’uva da tavola.

Si delineano, dunque, due contesti in cui è necessario che le autorità intervengano per evitare il collasso del sistema. Sul primo fronte i produttori si ritrovano a subire prezzi che non rendono merito al duro lavoro nei campi e che non consentono margine di guadagno. Sull’altro fronte devono fare i conti con i danni provocati dall’ultima grandinata che si è abbattuta su alcuni territori della provincia di Bari, causando ingenti danni economici. Il rischio che molte aziende disinvestano o chiudano definitivamente è, dunque, alto.

“I produttori pugliesi di uva da tavola sono a terra, la situazione è pesantissima – ha dichiarato in altra sede il vicepresidente vicario di Cia Puglia, Giannicola D’Amico – all’Assessore regionale all’Agricoltura abbiamo chiesto di aprire un tavolo di crisi e confronto anche con la GDO su uva da tavola e ortofrutta: è sempre più alto il rischio che tante aziende disinvestano, si ridimensionino e chiudano”. La campagna 2022 fa fatica a partire e in tanti si interrogano se mai partirà.

Questa annata sembra la punta dell’iceberg di un peggioramento che negli anni è andato sempre più aggravandosi.

Un punto di incontro tra produttori e GDO, dunque, non può più tardare ad arrivare o si rischia il collasso del sistema. Così come produrre uva è oggi un rischio per i produttori, anche acquistare e rivendere quell’uva è un rischio per i commercianti. Il rincaro dei costi di energia, imballaggi e materie prime disincentiva l’acquisto delle uve in campo e blocca il mercato, per cui è indispensabile raggiungere accordi con la GDO, quale anello di collegamento tra esportatori e consumatori.

campagna viticola 2022

A tale situazione si sommano le difficoltà sul fronte climatico. La grandine che si è recentemente abbattuta su alcuni areali di coltivazione dell’uva da tavola ha colpito irreversibilmente investimenti da centinaia di migliaia di euro. La Regione Puglia, infatti, si è da subito attivata per ispezionare i territori maggiormente colpiti dalla grandine con l’obiettivo di avviare poi tutte le procedure di aiuto e tutela degli agricoltori.

“Restiamo in attesa del resoconto e della valutazione successiva per comprendere se vi sarà la possibilità di attingere dal fondo nazionale per le calamità e ottenere supporto economico – ha dichiarato il sindaco di Noicattaro Raimondo Innamorato – il settore agricolo, già fortemente provato dal rincaro dei costi di lavorazione e produzione, deve essere concretamente e adeguatamente supportato dalle istituzioni e il solo ristoro dei danni subiti dai fenomeni atmosferici avversi, sempre più diffusi, non soddisfa certo le aspettative. Occorre facilitare e rendere più accessibili le polizze assicurative mediante la stipula di convenzioni tra enti. Per questo, intendo proporre ai sindaci dei Comuni vocati alla produzione di uva da tavola l’attivazione di un tavolo tecnico per affrontare la tematica e discutere, anche assieme alle associazioni di categoria, tutte le condizioni necessarie a definire queste agevolazioni”.

La campagna viticola 2022 non sembra dunque promettere bene.

Sempre più spesso il mercato dell’uva si muove solo in base alle necessità e richieste dell’ultimo minuto. Per gli esportatori comprare l’uva tempo prima significa oggi esporsi a un rischio molto alto. Chi le compra, infatti, deve fare i conti non solo con il rischio di non riuscire a piazzare il prodotto sul mercato, ma anche con la carenza di manodopera e i suoi costi eccessivi. I produttori, invece, quale anello più debole della catena, si ritrovano a dover combattere su tutti i fronti e addirittura a dover tagliare essi stessi l’uva con la propria manodopera, pur di vendere e recuperare i soldi spesi.

Le sfide poste innanzi a produttori e commercianti sono sempre più ardue: questi  devono fare i conti con fenomeni climatici avversi ed estremi, con mercati sempre più esigenti e difficili, con il generalizzato innalzamento dei prezzi e con la carenza di manodopera.

 

Silvia Seripierri

©uvadatavola.com

 
 
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