Siamo nel pieno della campagna viticola 2022 e per rimanere aggiornati sulle ultime novità del mondo viticolo la nostra redazione ha incontrato l’agronomo Maurizio Di Pierro.
Tra prezzi in aumento e instabilità della richiesta di uva, la campagna viticola 2022 entra pian piano nel vivo. Approfondiamo l’andamento con l’agronomo Maurizio Di Pierro, titolare dell’omonima azienda sita in agro di Bisceglie e che, oltre a produrre uva da tavola, si occupa anche della produzione di olive da olio, ciliegio, fico e susino.
Con riferimento all’uva da tavola, i terreni vitati ospitano le varietà di Italia, Supernova Seedless, Luisa e Regal Seedless.
La produzione viticola si estende su una superficie di 14 ettari e, in ottica di filiera corta, il prodotto aziendale viene anche imballato e inviato ai mercati di destinazione. Di questi, l’80% è rappresentato dalle realtà dell’Italia settentrionale, mentre per il restante 20% si tratta di mercati esteri.
“La nostra tipologia di lavorazione – spiega Di Pierro – può essere definita artigianale, perché il nostro mercato target è ben lontano dalla grande distribuzione. Il nostro prodotto, infatti, raggiunge i mercati di destinazione per essere poi smistato e venduto in vere e proprie boutique della frutta. Il prodotto, che queste tipologie di negozi vendono, rispecchia infatti tutti i massimi standard e criteri qualitativi”.
Come è partita la campagna viticola 2022?
Sono già passate un paio di settimane da quando abbiamo iniziato a tagliare la Luisa. Si tratta di una varietà che, sebbene sia impropriamente definita apirena, riscontra un certo interesse presso il consumatore. Gli attuali volumi di vendita sono coerenti con quelli dell’anno scorso, ma il problema che stiamo riscontrando è una mancanza di continuità e linearità della domanda da parte del consumatore. In concomitanza delle ferie, infatti, le città si svuotano e i consumatori, oltre a cambiare le proprie abitudini alimentari, si riversano in altre località non raggiunte dal nostro prodotto.
Tuttavia, i prezzi si stanno mantenendo abbastanza costanti e in linea con quelli dell’anno scorso.
Anche per i costi di produzione il trend è simile a quello dell’anno scorso?
Purtroppo e con rammarico devo dire che non lo è affatto. La situazione della campagna viticola 2022, infatti, è completamente diversa da quella dell’anno scorso. Quest’anno, abbiamo registrato un rincaro dei costi di produzione del 30% rispetto al 2021. Le spese di produzione sono aumentate su tutti i fronti: dai prezzi di fertilizzanti e fitosanitari sino ai prezzi di gasolio e di corrente elettrica. Anche i prezzi di materiale plastico, e quindi di imballaggi e arredi vari, hanno subito un incremento sostanziale. Facendo un’analisi strettamente economica, dunque, le quotazioni rispecchiano più o meno quelle dello scorso anno, ma quest’anno si fa decisamente più fatica a realizzare margini di guadagno.
E al problema dei costi, si sommano poi la difficoltà nel reperire manodopera specializzata e non, e le conseguenze dell’aumento dei costi di produzione e delle materie prime. La problematica è importante e spero non si arrivi, anche in Italia, a una soluzione drastica come quella presa in Egitto. Non riuscendo a fronteggiare l’aumento dei costi di produzione, infatti, il Paese ha deciso di sospendere le esportazioni di uva in Italia.
In campo, invece, com’è la situazione fitosanitaria?
Almeno da questo punto di vista, la situazione è pressoché sotto controllo in diversi areali e contesti produttivi. Con riferimento alle principali avversità e malattie della vite, infatti, possiamo dire che la peronospora non ha dato e non sta dando problemi. Allo stesso modo si sta riuscendo a tener testa all’oidio che, come sappiamo, è agevolato in condizioni di alte temperature e umidità elevate. Soprattutto con riferimento a quelle umidità prodotte dalle acque di irrigazione.
Anche per quanto riguarda la Lobesia botrana, non si registrano finora grosse problematiche. Soprattutto lì dove si è deciso di utilizzare i laccetti-dispositivi di confusione sessuale, la situazione è sotto controllo.
L’unica avversità che in qualche azienda ha, invece, allertato i produttori è il ragnetto rosso. Negli anni, infatti, l’interesse per questo insetto è andato diminuendo. Insieme al minor interesse, si sono ridotti anche gli interventi chimici specifici per il tetranichide. Tuttavia, i viticoltori che avevano abbassato la guardia si sono ritrovati quest’anno a dover fronteggiare il patogeno e a dover trovare validi mezzi di lotta. Tra le cause predisponenti, dunque, quella principale è stata l’incremento sostanziale delle temperature.
Tirando le somme, dunque, l’inizio della campagna viticola 2022 appare promettente. Certamente, però, per i risultati bisognerà attendere i prossimi mesi.
Silvia Seripierri
©uvadatavola.com