In Cile, dall’altra parte del globo, la campagna dell’uva da tavola è in pieno svolgimento. Si rincorrono dati, analisi ed eventi durante i quali si presentano nuove varietà e selezioni di uva.
Uva da tavola cilena, l’export cala del 5%
La Federazione dei Produttori (Fedefruta) sottolinea: “A guidare l’export dell’uva da tavola cilena sono le nuove varietà, che rappresentano il 55% di tutte le uve esportate”.
L’Associazione cilena degli esportatori di frutta (Asoex) rende noto che l’export cileno di uva segna -5% rispetto alla scorsa campagna. Questo perché: “Le esportazioni verso il principale mercato – ovvero quello degli Stati Uniti – sono diminuite dell’8% rispetto alla stagione precedente. A calare sono anche i box esportati in Cina (- 42%)”.
Complessivamente, secondo Asoex:
“Le esportazioni a fine campagna saranno inferiori del 9,7%, se confrontate con la stagione 2021-2022”.
Nuove selezioni e varietà di uva cilena
I dati che segnano minori volumi di export non demoralizzano il comparto cileno, che – forte delle dichiarazioni di Fedefruta – continua a investire in ricerca e innovazione varietale.
Proprio in questi giorni, infatti, il Technological Fruit Consortium – che al suo interno riunisce enti pubblici e privati all’interno dell’ente PMG (Programa de Mejoramiento Genético de Uva de Mesa) – ha presentato le nuove selezioni e varietà di uva da tavola.
31 le nuove selezioni realizzate da PMG
Il programma di miglioramento genetico cileno (PMG) oggi è in possesso di 31 selezioni di uve che ben presto potrebbero diventare varietà. Al momento però, per molte di loro, si è ancora in una fase di sperimentazione. I ricercatori – infatti – osservano il comportamento delle diverse selezioni a seconda dei differenti portinnesti adoperati e delle specifiche condizioni pedoclimatiche presenti negli areali cileni vocati alla viticoltura da tavola.
Durante una giornata divulgativa, svoltasi qualche giorno fa, sono state presentate ai partecipanti 19 nuove varietà tardive.
Esigenze idriche
Patricio Arce, direttore di PMG Uva de Mesa afferma: “Le nuove varietà hanno differenti fabbisogni idrici. Osservare il comportamento delle diverse piante è fondamentale e ci consente di approfondire la fisiologia della vite. La nostra attenzione per le esigenze irrigue delle nuove varietà è massima. La risorsa idrica, infatti, è un problema attuale, ma sarà un nodo importante anche per i prossimi 20 anni, non solo per il Cile, ma per tutto l’intero settore agroalimentare mondiale”.
Epoca di raccolta tardiva
Arce continua: “Ci sono varietà molto tardive, che è possibile raccogliere a partire dalla quarta settimana di febbraio o dalla prima settimana di marzo. Si tratta di selezioni che hanno delle ottime potenzialità e potrebbero diventare ben presto delle vere e proprie varietà”.
Calibro e gusto
Il direttore di PMG ha anche commentato: “Tra le nuove selezioni mostrate nel corso della giornata, quattro sono a buon punto nel lungo percorso di registrazione. Tra queste ne spiccano due: una bianca, con un ottimo calibro e una nera, dal sapore di moscato. Caratteristica, quest’ultima, molto apprezzata dal consumatore. Perciò una di queste 4 selezioni è già in fase di registrazione come varietà. Le restanti 15 selezioni presentate al pubblico sono cultivar che hanno fruttificato già nel corso dell’attuale stagione, senza alcun tipo di input ormonale. I grappoli esposti, presentano bacche con un calibro naturale. Ciò rappresenta sicuramente un vantaggio per tecnici e produttori”.
Post raccolta
Infine, un altro fattore che i breeder considerano, oltre all’aspetto del frutto in pre-raccolta, è la conservazione in post-raccolta: “I grappoli di uva cilena raggiungono mercati molto lontani, perciò dovranno essere in grado di resistere anche per 30 o 40 giorni dopo la raccolta. Perciò le selezioni che continueranno il loro percorso per la registrazione come varietà dovranno mostrare un rachide capace di restare verde e lungo”.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com