Una delle minacce più temute dai viticoltori è rappresentata dalla peronospora, un fungo capace di provocare ingenti danni vegetativi e produttivi, compromettendo gravemente la salute della pianta e la produzione dei suoi frutti. Negli ultimi decenni, uno dei prodotti fitosanitari più utilizzati per combattere questo parassita è stato il dimetomorf, particolarmente efficace nel contenere la crescita del fungo e nel proteggere le colture.
Dal 2025, però, le cose cambieranno. A deciderlo, la Commissione Europea che ha reso noto il divieto definitivo all’utilizzo di uno dei fungicidi più efficaci contro questo patogeno. Come riportato in Gazzetta Ufficiale, gli Stati membri hanno infatti revocato le autorizzazioni dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva dimetomorf entro il 20 novembre 2024, concedendo un periodo di tolleranza fino al 20 maggio 2025.
Una decisione che va così a limitare ulteriormente gli strumenti a disposizione dei viticoltori chiamati dunque ad adottare alternative valide per proteggere le loro culture.
Revoca del dimetomorf: una svolta epocale
Il divieto all’uso di dimetomorf, previsto per il 2025, fa parte di una più ampia strategia dell’Unione Europea volta a ridurre l’impiego di sostanze chimiche potenzialmente dannose per l’ambiente e l’uomo. È questo il caso dell’antiperonosporico in questione che, a seguito di diversi studi, è infatti risultato nocivo per la salute umana.
Come già in altri casi, questa nuova revoca – sebbene legata a ragioni di sostenibilità – rischia di creare un ulteriore vuoto all’interno dei programmi di difesa, ponendo i viticoltori nella condizione di dover utilizzare un nuovo approccio per mantenere alta la qualità delle loro uve combinando nuove tecnologie, prodotti biologici e buone pratiche agronomiche.
Prevenzione. La chiave per il successo
L’azione preventiva messa in campo per ridurre il rischio di infestazione resta la strada più importante da battere per evitare la diffusione delle malattie fungine che interessano i vigneti.
Varie sono le metodologie che possono essere adottate per implementare le misure preventive, tra cui il monitoraggio continuo del vigneto, l’adozione di pratiche agronomiche specifiche come potatura, gestione della chioma e circolazione dell’aria per ridurre maggiormente il tasso di umidità intorno alle viti.
Altrettanto fondamentale nella prevenzione della peronospora della vite è poi l’impiego di fungicidi da copertura e fungicidi endoterapici che si differenziano per il differente grado di penetrazione del prodotto all’interno dei tessuti vegetali della pianta, da utilizzare anticipando eventuali episodi infestanti.
Le alternative al dimetomorf
Con la revoca del dimetomorf nel 2025, anche tutti i formulati contenenti il principio attivo in miscela cesseranno di esistere. Per affrontare questo cambiamento l’innovazione sarà fondamentale: le opzioni più promettenti includono l’utilizzo di fungicidi biologici e prodotti a base di microrganismi antagonisti al fungo della peronospora. Trattamenti che, pur meno aggressivi, richiedono una gestione più precisa.
Accanto a questo, sarà poi indispensabile lo sviluppo di varietà di vite resistenti alla peronospora, capaci di ridurre significativamente la necessità di trattamenti chimici e rendere la viticoltura più sostenibile e meno impattante sull’ambiente.
Il futuro della viticoltura dopo il dimetomorf
Il 2025 segnerà una svolta importante nella gestione della peronospora della vite, con un’ulteriore restrizione delle armi a disposizione dei produttori. Senza dubbio, rinunciare a un prodotto che da anni protegge le viti di tutta Europa non sarà facile, ma con una gestione attenta e l’applicazione di strategie integrate sarà possibile limitare i danni e garantire una produzione di uva sana e costante.
Federica Del Vecchio
© uvadatavola.com