Frankliniella occidentalis: ciclo biologico, danni e contenimento

La Frankliniella con le sue punture di nutrizione ed ovideposizione danneggia i tessuti della vite.

da Redazione uvadatavola.com

La Frankliniella occidentalis è tristemente conosciuta da tecnici e viticoltori di uva da tavola perché ritrovano l’insetto durante tutte le fasi della fioritura. 

Si è notato che esistono alcune cultivar di uva da tavola (come la cv Italia) più suscettibili all’infestazione da parte di questo insetto.

Ciclo biologico

Gli esemplari adulti di questo tisanottero sono di colore giallino – misurano circa 1/1,2 mm di lunghezza – ed attendono la fine dell’inverno al riparo, sia in pieno campo che nel terreno. Durante la primavera, con il risalire della colonnina di mercurio, riprende anche l’attività del tripide occidentale.

In ambienti caldi o in coltura protetta la ripresa avviene a fine inverno – inizio primavera.

Con l’aumento della temperatura (oltre i 12°C) l’adulto incrementa la sua attività in pieno campo e si riproduce spostandosi sulle diverse piante man mano che esse fioriscono. In un anno si contano anche più di 7 generazioni perché esse sono sovrapposte fra loro e l’insetto è presente per 12 mesi.

Foto tratte da: "Riconoscimento e monitoraggio Tripidi in uva da tavola" di Antonio Guario 

Foto di Antonio Guario: “Riconoscimento e monitoraggio Tripidi in uva da tavola”

La Frankliniella con le sue punture di nutrizione ed ovideposizione danneggia i tessuti della vite.

I danni  

Il tripide occidentale danneggia i tessuti della vite sia a causa delle punture di nutrizione praticate sui fiori che attraverso le incisioni prodotte con il suo ovipositore (chiamato terebra). Le ovideposizioni sui boccioli fiorali provocano l’aborto del frutto e la mancata allegagione, mentre le lesioni sugli acini appena allegati favoriscono, nelle successive fasi di accrescimento, deformazioni della bacca e lo sviluppo di aree necrotiche e suberificate.

L’attività trofica di neanidi e adulti causa la colatura fiorale, l’acinellatura dei grappoli e in generale problemi di tipo puramente estetico a danno della bacca. Infatti attorno al luogo della puntura sarà facile scorgere la formazione di un alone biancastro oppure rugginosità sull’epidermide dell’acino. La colorazione biancastra è provocata dalla presenza di sostanze tossiche nella saliva dell’insetto.
Le bacche colpite si lesionano con facilità diventando, purtroppo, facile preda di marciumi e botrite.

Foto tratte da: "Riconoscimento e monitoraggio Tripidi in uva da tavola" di Antonio Guario 

Fotografie tratte da: “Riconoscimento e monitoraggio Tripidi in uva da tavola” di Antonio Guario

 

Monitoraggio e contenimento

Il monitoraggio risulta fondamentale già durante le primissime fasi della fioritura, così da poter agire per tempo al fine di contenere l’insetto. Esso infatti è capace di entrare nel fiore dalle lesioni formatesi sulla caliptra e avviare così la propria attività trofica e di ovideposizione.

Solitamente si decide di trattare se si riscontra una presenza omogenea del tisanottero nell’impianto. Ponendo un foglio bianco, o in alternativa una cartoncino, al di sotto delle infiorescenze da scuotere risulterà più semplice valutare se e quanti esemplari cadranno. Se scuotendo il fiore non cadranno esemplari sarà possibile posticipare il trattamento al momento in cui l’insetto sarà effettivamente presente.

Secondo l’esperienza di molti tecnici di campo è il caso di continuare ad effettuare questa pratica anche durante i giorni successivi la fine della fioritura.

Ricordiamo che ogni operazione dovrà essere svolta tenendo presenti i disciplinari della propria regione (Clicca qui per leggere il disciplinare della regione Puglia ).

La prossima settimana entreremo nel merito della difesa approfondendo tutti gli strumenti di cui i viticoltori da tavola possono disporre per contrastare la diffusione della frankliniella.

Autore: Teresa Manuzzi
Foto tratte da: “Riconoscimento e monitoraggio Tripidi in uva da tavola” di Antonio Guario
©uvadatavola.com

Articoli Correlati