Grandine nel tarantino: produttori e agronomi descrivono la situazione

In alcuni casi i chicchi di grandine hanno forato i teli di copertura dei vigneti danneggiando la produzione.

da Redazione uvadatavola.com

Il cattivo tempo staziona in Puglia ormai da tre giorni e ieri (mercoledì 8 giugno) una violenta e feroce grandinata si è abbattuta sui vigneti di uva da tavola del tarantino.

Alle 21:21 il sindaco di Grottaglie (Ta) Ciro D’Alò ha pubblicato su facebook delle fotografie a dir poco sconcertanti scrivendo: “La nostra uva da tavola è stata colpita dalla grandine. Lo scenario che il forte temporale ha lasciato dietro di sé non è dei migliori per i nostri agricoltori. Domani mattina (ovvero oggi giovedì 9 giugno 2022 – ndg) con gli uffici verificheremo la sussistenza dei presupposti per la richiesta di stato calamità”.

Clicca qui per scaricare il modello di accertamento danni per il Comune di Grottaglie.

D’Alò conclude: “Non possiamo più limitarci al momento. Il nostro patrimonio agricolo, fatto dal prodotto finale ma soprattutto da uomini e donne che dedicano la loro vita alla cura della nostra terra, ha bisogno di misure strutturali di salvaguardia non solo dagli eventi atmosferici”.

Per avere un’idea più chiara dell’accaduto abbiamo chiesto di descrivere la situazione all’agronomo Domenico Annicchiarico,di Floema Consulting.

Domenico, in che zone la grandinata ha colpito maggiormente?

“Ci son stati parecchi danni in alcuni comuni in provincia di Taranto, parlo di Grottaglie, Montemesola e Lizzano. La grandinata è stata così violenta che, in alcuni casi, i chicchi sono stati in grado di passare oltre la rete di protezione tra i due teli, danneggiando le produzioni. I grappoli di alcuni degli appezzamenti colpiti erano già stati toelettati. Stiamo parlando di uva che che era in fase di maturazione. Già si pregustava il momento della vendita. Oggi sono in campo per valutare i danni”.

Domenico, non è la prima volta che si verificano grandinate o gelate a Montemesola

Montemesola sorge in una zona un po’ sopraelevata. L’escursione termica generata da questa diversa altitudine favorisce fenomeni del genere”.

La parola al produttore Vincenzo Fasano

In redazione siamo rimasti a bocca aperta guardando le foto e i video della grandinata e abbiamo deciso di ascoltare anche il punto di vista di un produttore. Abbiamo quindi contattato Vincenzo Fasano, dell’azienda agricola Fratelli Fasano. L’azienda coltiva complessivamente 30 ettari di uva da tavola distribuiti tra Montemesola e Grottaglie (Ta). Più precisamente l’azienda Fratelli Fasano alleva le seguenti cultivar: Vittoria, Red globe, Crimson, Regal, Superior Seedless® Sugraone e Flame .

Vincenzo, gli impianti erano protetti con la rete antigrandine?

“Certo, abbiamo la rete antigrandine su alcuni impianti, ma a quanto pare non è stato sufficiente. La dimensione e la quantità dei chicchi di grandine è stata eccessiva. Immagina che in alcuni casi la grandine ha anche forato il telo plastico posto a copertura del vigneto”.

Ad occhio sapresti dirmi che percentuale di produzione avete perso?

“Nella nostra azienda, fortunatamente, i danni registrati non sono eccessivi. Le grandinate, infatti, colpiscono a macchia di leopardo. Posso affermare che alcune aziende hanno perso dal 30 al 40% del prodotto. Altri produttori ancora parlano dell’80%”.

La denuncia di CIA Puglia

Anche Cia Puglia ha lanciato l’allarme: “Un intero anno di lavoro distrutto dalla grandine: vigneti, uliveti, campi di grano, frutteti e ortaggi, nell’area orientale di Taranto, sono stati devastati dai chicchi di ghiaccio”.

“Le immagini postate sui social dagli agricoltori sono scioccanti; interi campi di orticole sono andati completamente distrutti – si legge nel comunicato –  la produzione è totalmente compromessa. Ettari ed ettari di produzioni sono destinate a marcire in campo, con conseguenze pesantissime. Niente reddito per le aziende, azzerate le giornate lavorative previste per i raccolti, una perdita netta stimabile in molti milioni di euro”.

Infine, conclude la CIA: “Le pozze d’acqua formatasi, con gli sbalzi termici, potrebbero favorire la proliferazione di fitopatologie“.

 

Autrice: Teresa Manuzzi

©uvadatavola.com

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