Considerate uno straordinario esempio di sinergia naturale, le micorrize sono associazioni simbiontiche capaci di generare benefici straordinari per l’intero ecosistema. Utilizzate per tutti i tipi di piante, le micorrize in viticoltura si confermano un alleato prezioso per la coltivazione dell’uva da tavola utilizzate per incrementare il vigore vegetativo delle viti, migliorarne la resistenza a stress biotici e abiotici, e ottenere grappoli di maggiore qualità, con una resa produttiva elevata.
Il termine, dal greco mykos (fungo) e rhiza (radice), descrive una relazione naturale simbiotica tra funghi e radici vegetali che, oltre a migliorare la salute delle piante, promuove anche una gestione sostenibile del suolo, riducendo la dipendenza da agrofarmaci e favorendo una produzione di qualità. Ma quali sono le tecniche corrette per applicare le micorrize?
Micorrize in viticoltura per una coltivazione sostenibile
L’applicazione delle micorrize non può essere lasciata al caso, soprattutto quando si tratta di un vigneto giovane. Questi funghi benefici, infatti, sono particolarmente utili nel primo anno di vita delle viti, un periodo cruciale in cui le giovani radici traggono il massimo vantaggio dalla simbiosi con i microrganismi. Grazie alla loro azione, le piante migliorano l’assorbimento di acqua e nutrienti, aumentano la resistenza agli stress ambientali e agevolano la formazione di un apparato radicale più robusto, gettando solide basi per una crescita sana e una produzione di qualità.
L’inoculazione delle micorrize avviene generalmente mediante polveri o soluzioni liquide contenenti spore del fungo, applicate direttamente nel suolo. Tuttavia, per ottenere i migliori risultati, è fondamentale seguire attentamente i tempi e le modalità di applicazione. Solo così i funghi riescono a stabilire una connessione efficace con le radici, assicurando un reale beneficio per la pianta. Un approccio scientifico e consapevole, che rispetti le specifiche necessità delle viti, è dunque essenziale per trasformare questa interazione naturale in un potente strumento di agricoltura sostenibile e ad alta resa.
Modalità di applicazione delle micorrize
Come altri microrganismi utili in agricoltura, le micorrize possono essere applicate sulle piante in modi diversi, adattando la tecnica alle caratteristiche del vigneto e alla fase di sviluppo delle viti. Per le piante a radice nuda, il momento ideale per l’inoculo è prima della messa a dimora, così da garantire una colonizzazione ottimale fin dalle prime fasi di crescita.
Nei vigneti giovani, con piante già radicate fino al quinto o sesto anno di vita, l’inoculo viene eseguito utilizzando un palo iniettore. Questo strumento consente di raggiungere direttamente la zona radicale, dove i funghi possono stabilire una connessione efficace e favorire lo sviluppo della pianta.
Diversa è la situazione nei vigneti più maturi, dove l’efficacia dell’inoculo si riduce a causa della complessità e dell’estensione dell’apparato radicale. In questi casi, la struttura consolidata delle radici rende più difficile la colonizzazione micorrizica, limitando i benefici potenziali di questa simbiosi. Tuttavia, l’uso delle micorrize rimane una risorsa preziosa, soprattutto nelle prime fasi di sviluppo delle viti, per sostenere una crescita sana e un’agricoltura sostenibile.
Gestione del suolo e longevità delle micorrize
Un aspetto cruciale per il successo delle micorrize è la gestione del suolo. A tal riguardo, un ruolo fondamentale è giocato dalle pratiche agricole volte a preservare la fertilità biologica, essenziale per mantenere attiva la rete di funghi micorrizici.
Tuttavia, nelle coltivazioni intensive di vite da tavola, questa sinergia naturale rischia di essere compromessa. L’eccessivo sfruttamento del suolo, spesso trattato come un supporto inerte più simile a una coltivazione fuori suolo, riduce la vitalità e l’efficacia delle micorrize, limitando di conseguenza i benefici derivabili da questa simbiosi.
Ed è proprio da qui che è giusto ripartire. In un’epoca in cui la tutela del suolo e la sostenibilità agricola sono sempre più al centro del dibattito pubblico, le micorrize si confermano protagoniste silenziose per un approccio rispettoso della natura. Perché, se l’obiettivo per i viticoltori è quello di coniugare rispetto per l’ambiente e resa economica, investire in questa risorsa naturale può di fatto rappresentare una decisione lungimirante, capace di portare vantaggi concreti e duraturi.
Federica Del Vecchio
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