In Italia, il Tribunale di Bari ha emesso un’ingiunzione che vieta a un viticoltore italiano di raccogliere e vendere uva da tavola proveniente da impianti non autorizzati di viti della varietà Sugrathirtyfive (Autumncrisp), di proprietà di Sun World International. L’azienda ha definito la decisione come “una sentenza storica”. Secondo l’ordinanza del tribunale – come sottolineato da Sun World – fino al momento in cui le viti illegali non vengono rimosse e sostituite, i vigneti sono privi di valore.
Nuovi strumenti per raccogliere prove: droni e DNA fringerprinting
Sun World ha tutelato in Italia i diritti dei breeder di piante servendosi di strumenti innovativi per dimostrare la violazione. Per la prima volta il Tribunale di Bari ha accettato prove raccolte con droni e con tecniche di DNA fingerprinting.
L’uva delle varietà di Sun World è commercializzata a livello globale sotto diversi brand, tra cui Autumncrisp. L’azienda Sun World, con sede in California, svolge da lungo tempo attività di sviluppo e concessione di licenze per la coltivazione di cultivar di sua proprietà ad agricoltori di tutto il mondo, tra cui rientrano anche i viticoltori italiani. L’azienda ha affermato che trasgressori, come quello del caso di Bari, arrecano danno anche ai produttori legittimamente autorizzati, perché riducono il valore di mercato dei loro frutti e non rispettano i protocolli che Sun World richiede ai suoi licenziatari per raccogliere frutti di qualità.
“L’azienda farà valere la totalità dei suoi diritti contro questi trasgressori con l’intento di bloccare nuove produzioni non autorizzate e di limitare i danni derivanti da violazioni passate”, ha affermato Michael Stimson – vicepresidente per la tutela della proprietà intellettuale e consigliere generale presso Sun World.
Investigazione privata
Il Tribunale di Bari ha accettato come prove le fotografie di un vigneto non autorizzato scattate da un drone, per mano di un’agenzia investigativa privata. Sun World ha sottolineato che la risoluzione delle fotografie scattate dal drone consentiva di discernere la forma distintiva delle foglie e altre caratteristiche agronomiche delle viti per dimostrare che si trattava di impianti non autorizzati della varietà Sugrathirtyfive.
Il tribunale ha ritenuto le prove sufficientemente convincenti e ha emesso un’ordinanza ex-parte che concedeva a Sun World l’accesso agli impianti illegali, insieme a un ufficiale giudiziario e a un esperto nominato dal tribunale stesso. Il materiale vegetale raccolto durante la visita è stato analizzato utilizzando una serie di marcatori del DNA che hanno identificato in modo univoco le viti come varietà Sugrathirtyfive.
Le dichiarazioni ufficiali della “sentenza storica”
Il Tribunale di Bari ha ufficialmente dichiarato la validità delle prove condotte sul DNA che l’esperto nominato dal tribunale ha presentato come prove di contraffazione, tra cui il test effettuato con nove marcatori del DNA che è stato scientificamente riconosciuto a livello internazionale come attendibile.
Sebbene il test del DNA non sia richiesto per la registrazione delle varietà e l’ottenimento dei diritti di breeder vegetale, questo è un valido mezzo per l’identificazione delle varietà coltivate illegalmente, come nel caso verificatosi per Sugrathirtyfive. La corrispondenza varietale è stata dimostrata utilizzando il marcatore genetico del DNA del registro ufficiale di proprietà del Ministero dell’Agricoltura per le varietà di uva coltivate in Italia.
Violazione del contratto
In un altro caso di violazione del contratto di locazione del produttore, Sun World ha ottenuto un’ingiunzione del tribunale per la rimozione delle viti. Sun World, infatti, richiede che il tribunale emetta l’ordine di rimuovere le viti anche in caso di violazione dei diritti del breeder.
“Sun World incoraggia i coltivatori italiani, che sono interessati a piantare uva da tavola della varietà a bacca verde Sugrathirtyfive, a richiedere l’autorizzazione per piantare e propagare le viti della varietà Sugrathirtyfive e a venderne i frutti utilizzando il marchio autorizzato Autumncrisp”, ha aggiunto il gruppo.
“I viticoltori autorizzati – conclude il breeder – non incorrono in azioni legali e di responsabilità civile e sono i benvenuti nella comunità dei produttori di uva rispettosi della legge italiana”.
Traduzione a cura di: Silvia Seripierri