La pessima combinazione tra maltempo, abbandono del territorio e cattiva gestione delle infrastrutture devastano i vigneti in Sicilia.
Gli agricoltori locali sono ancora increduli, cercano di contare i danni e si rimboccano le maniche per salvare il salvabile. L’8 e il 9 febbraio le province di Catania, Siracusa e Ragusa sono state colpite dall’Uragano Nikola. Coldiretti denuncia:
Violenti temporali e raffiche di vento hanno abbattuto l’agricoltura siciliana, abbattuto serre e allagato agrumeti. In tutto si contano ben 24 eventi estremi.
Sicilia: tracima l’acqua dalla diga di Ragoleto
Il giorno successivo, come se tutto ciò non fosse abbastanza, è tracimata l’acqua dalla diga di Ragoleto, bacino artificiale realizzato sbarrando il fiume Dirillo (chiamato anche Acate). Il fiume – che sfocia nel Canale di Sicilia – nasce dall’altopiano dei Monti Iblei.
Per accertarmi circa l’accaduto contatto l’agronomo Giuseppe Tornello.
Buongiorno Giuseppe, ho letto che in Sicilia si sono allagate alcune aziende di uva da tavola a causa dell’acqua tracimata dalla diga Ragoleto, tu hai qualche notizia in più?
Abbiamo registrato danni soprattutto nelle contrade di Ragoleo e in tutta la Valle dell’Acate (RG). In pratica si tratta di tutti i territori attraversati dal fiume Dirillo. Personalmente seguo parecchie aziende in quelle zone e alcune di esse hanno subito danni davvero importanti.
Gianni Raniolo, presidente dell’ IGP di Mazzarrone
La conferma giunge anche da Gianni Raniolo, presidente dell’Consorzio di tutela dell’uva da tavola di Mazzarrone IGP:
A causa dell’apertura o meglio del riempimento della diga di Rogoleto di monte di mazzarrone (vicino Licodia ) c’è stata un’inondazione. Di conseguenza alcuni impianti di uva da tavola sorti vicino il fiume Dirillo sono andati distrutti”
Decido quindi di raccogliere la testimonianza di uno degli agricoltori danneggiati per comprendere meglio la dinamica dei fatti e fare chiarezza circa l’entità dei danni in campo.
La testimonianza del viticoltore siciliano Stefano Tumino
Dall’altra parte del telefono risponde Stefano Tumino, che è ancora sotto shock per l’accaduto. Ormai è quasi una settimana che passa più tempo possibile in campagna per cercare di riportare tutto alla normalità. L’allagamento del suo vigneto è avvenuto venerdì pomeriggio, sotto i suoi stessi occhi.
Stefano gestisce l’azienda della moglie “Zambuto Stefania”, sita in contrada Baucino, in agro di Acate (RG). L’azienda, complessivamente, si estende su quattro ettari, di cui due sono coltivati con cultivar di uve da tavola precoci, Vittoria e Black Magic, condotte sotto serra.
Stefano, spiegami cosa è accaduto venerdì.
Il fiume è straripato, ma a devastare i campi e le serre non è stata l’acqua del fiume, ma quella proveniente dalla diga di Ragoleto. La diga probabilmente è stata aperta senza tener conto delle conseguenze sulle coltivazioni. Non conosco esattamente le dinamiche, ognuno qui ha la sua personale versione dei fatti. Una cosa sola è certa, alle 15:30 di venerdì 10 febbraio 2023 l’acqua ha ferocemente attraversato la mia azienda. Spesso i gestori della diga compiono operazioni di questo tipo, lasciano defluire le acque, ma non è mai accaduto che le aziende agricole abbiano riportato danni di questa portata. La furia con cui l’acqua è fuoriuscita dalla diga, allagando la Valle di Licodia, è indescrivibile. Si pensi che ha raggiunto e danneggiato anche aziende site in località Marconi. Il letto del fiume, abbandonato da decenni, ha fatto il resto. Detriti, immondizia di ogni genere, pezzi di legno e ferro hanno viaggiato per chilometri.
La tua azienda agricola si trova nella vallata sottostante la diga?
Il problema principale è stata la violenza dell’acqua che ha trascinato via tutto. Di fatto la mia azienda si è trasformata nel letto del fiume. Le serre si sono completamente allagate. La parte più bassa del vigneto, con le relative serre, è distrutta. In tutto ho perso circa 500 piante. I vigneti erano in piena fase di germogliamento. Ho perso anche un intero magazzino che adoperavo per riporre gli attrezzi, era lì dal 1970. Sono giorni che sono in campagna. Nella mia stessa situazione sono anche i miei confinanti, hanno perduto gran parte dei loro vigneti. Ora vorrei capire se tutto ciò ha danneggiato l’impianto d’irrigazione.
Quanti anni aveva il vigneto devastato dalle acque?
L’impianto distrutto aveva 5 anni. Di questi tre anni sono stati necessari per la messa a dimora delle piante, ho cominciato a raccogliere solo nel terzo anno. In seguito ho investito per realizzare la serra e ho avuto modo di raccogliere l’uva solo per due anni. Stando a quanto accaduto a causa della diga avrò un mancato guadagno per almeno altri tre anni. Per non parlare dei costi di manodopera per ripulire e realizzare nuovamente l’impianto. Adesso penso solo a una cosa: devo prendermi cura delle piante rimaste.
Autrice: Teresa Manuzzi
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