La campagna 2024 dell’uva da tavola si è sviluppata in un contesto climatico fuori dall’ordinario, con temperature elevate e un anticipo stagionale che ha accelerato il germogliamento delle colture e la maturazione dei grappoli. Questo scenario ha influenzato profondamente il calendario della raccolta, costringendo i produttori ad avviarla con largo anticipo rispetto al solito. Oltre a questo, durante la stagione corrente si è registrata una produzione inferiore rispetto agli anni precedenti, creando un equilibrio delicato per la gestione delle quantità disponibili sul mercato. Per capire meglio l’andamento di questa stagione, abbiamo ascoltato le parole di Michelangelo Stolfa, produttore di uva da tavola nella zona di Noicattaro, Mola di Bari e Rutigliano (BA), un’area considerata tra le più rilevanti per la produzione di uva da tavola in Puglia.
La raccolta dell’uva da tavola 2024 ha registrato un anticipo, determinando anche volumi più bassi del previsto: come si traduce tutto questo?
Con meno uva disponibile, la domanda ha superato l’offerta, generando un incremento dei prezzi rispetto alla campagna dell’anno precedente. Questo aumento se da un lato ha permesso ai produttori di spuntare prezzi superiori e pareggiare le spese di gestione, dall’altro non ha determinato ricavi più elevati. Questo perché non sono solo i produttori a beneficiare di questa dinamica: una parte significativa del guadagno viene assorbita da commercianti ed esportatori, che giocano un ruolo chiave nella fase finale della commercializzazione. Gestendo la distribuzione su larga scala, questi attori stanno beneficiando di margini importanti, grazie alla forte domanda sui mercati internazionali. Tuttavia, affinché il comparto sia più sostenibile anche per i produttori, sarebbe auspicabile una distribuzione del valore più equa lungo tutta la filiera, in modo che anche loro possano beneficiare adeguatamente di questa dinamica commerciale.
Come si traduce tutto questo dal punto di vista dei consumatori?
I consumatori, nonostante il rialzo dei prezzi, sembrano aver accettato questa tendenza inflazionistica. La qualità dell’uva da tavola e la sua presenza costante sulle tavole sembrano essere motivi sufficienti per continuare ad acquistarla, anche a prezzi più elevati. A contribuire a questo trend c’è anche l’eccezionale qualità organolettica dell’uva di quest’anno, favorita da temperature elevate e abbondante esposizione ai raggi solari. Questo equilibrio tra domanda e offerta sta portando una certa stabilità al mercato, permettendo ai produttori di guardare con ottimismo alle stagioni future.
In prospettiva, però, bisognerà valutare l’incidenza del cambiamento climatico sulla produzione di uva da tavola. Se i cicli vegetativi delle piante si accorceranno ulteriormente, la gestione della raccolta e delle tempistiche di commercializzazione diventeranno sempre più complesse. Tuttavia, con una domanda stabile e la capacità di adattamento del comparto, ci sono buone ragioni per credere che anche le future campagne sapranno riservare risultati positivi.
Tornando ad oggi, la campagna 2024 dell’uva da tavola si sta comunque dimostrando carica di sfide, ma anche di opportunità. I produttori, pur affrontando una riduzione delle quantità prodotte, possono contare su prezzi più elevati che, almeno in parte, compensano le difficoltà. Il mercato sembra pronto ad accogliere questi cambiamenti e, per il momento, la stagione si prospetta discretamente buona per chi è riuscito a navigare le complessità della produzione e della distribuzione. Per il bilancio finale, però, bisognerà attendere ancora qualche settimana.
Donato Liberto
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