Comunemente nota come calabrone asiatico, Vespa velutina è un insetto appartenente alla famiglia dei Vespidi, originario del Sud-Est Asiatico. Predatore naturale delle api da miele, questo insetto è capace di compromettere la produttività degli alveari e, allo stesso tempo, provocare danni diretti ai frutti maturi colpendo alcune colture frutticole, tra cui quella dell’uva da tavola. La sua presenza in Europa è stata rilevata per la prima volta nel 2004, causando significative perdite nelle produzioni agricole, specialmente in Francia e Spagna, dove in alcune aree produttive i viticoltori hanno registrato riduzioni fino all’11%.
In Italia, secondo la Rete Italiana di Monitoraggio StopVelutina, che si occupa di monitorare la diffusione dell’insetto sul territorio, Vespa velutina è stata osservata per la prima volta nel 2012 in Liguria. Successivamente, nel 2014, la specie è stata segnalata in Toscana. Nei giorni scorsi, un esemplare di Vespa velutina è stato avvistato per la prima volta in Puglia, precisamente in un apiario nel comune di Lecce. Questo ritrovamento, oltre a segnalare una presenza lontana dalle aree già infestate, fa supporre che l’insetto possa essere giunto accidentalmente attraverso merci trasportate. Oltre ai rischi per gli apicoltori pugliesi, questa scoperta solleva preoccupazioni per le potenziali conseguenze sulle coltivazioni di uva da tavola, ampiamente diffuse nella Regione.
Vespa velutina: un insetto invasivo dai molteplici impatti
L’insetto, caratterizzato da corpo scuro e zampe gialle, pur non essendo particolarmente pericoloso per l’uomo, è molto aggressivo verso le api. Tuttavia, non si limita a colpire gli alveari: gli adulti di Vespa velutina si nutrono di sostanze zuccherine, come il nettare e la frutta matura, causando danni economici a vigneti e frutteti. Tra i comparti agricoli più a rischio vi è quello viticolo, soprattutto per quanto riguarda l’uva da tavola. Questa coltura, con i suoi acini dolci e succosi, è un bersaglio ideale per l’insetto. A differenza di altre colture fruttifere, come mele o pere, i grappoli d’uva sono più esposti e facilmente perforabili dai calabroni, che svuotano gli acini, portando a perdite produttive dirette. Inoltre, questi danni aumentano il rischio di infezioni fungine, come la muffa grigia, e riducono la qualità del prodotto destinato alla vendita. Con la Puglia principale Regione produttrice di uva da tavola in Italia, è fondamentale adottare misure di controllo per evitare impatti gravi e preservare la qualità della produzione.
L’esperienza della Spagna: uno studio
I danni provocati da Vespa velutina sono già stati ben documentati in altri Paesi europei. In Spagna, uno studio condotto in Galizia, Regione nel nord-ovest del Paese, ha analizzato i danni causati da Vespa velutina alle colture di uva da tavola, rivelando una perdita media dell’11% nelle aree colpite. Pubblicato sulla rivista scientifica Agriculture, Ecosystems and Environment, lo studio ha evidenziato come i calabroni adulti attacchino i grappoli d’uva, perforando la buccia degli acini e svuotandoli. Questo esempio offre un chiaro monito per altre aree viticole, come la Puglia, che potrebbero subire simili perdite se la diffusione dell’insetto non venisse prontamente contenuta. Strumenti di monitoraggio e controllo devono essere implementati in modo sistematico per evitare che gli impatti negativi sulle coltivazioni si diffondano ulteriormente.
Strategie di controllo e prospettive future
Attualmente, la diffusione di Vespa velutina in Europa è monitorata da diverse organizzazioni, e si sta cercando di arginare il problema attraverso la distruzione dei nidi e l’utilizzo di trappole. Tuttavia, questi metodi non sempre riescono a prevenire danni alle colture. In alcune aree, come in Francia, l’utilizzo di reti protettive antigrandine si è dimostrato efficace nel proteggere i vigneti dall’attacco dei calabroni, ma comporta un aumento dei costi di gestione per le aziende agricole.
La scoperta del calabrone asiatico in Puglia è, per ora, un caso isolato. Tuttavia, evidenzia la capacità di Vespa velutina di colonizzare nuove aree in breve tempo, anche grazie al trasporto di merci, rendendo più difficile il contenimento della sua diffusione. Questo episodio rafforza l’esigenza di mantenere alta l’attenzione e di applicare misure preventive efficaci, sia per proteggere l’apicoltura che per salvaguardare la viticoltura e altre colture sensibili a questo parassita emergente.
Donato Liberto
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