“La campagna dell’uva da tavola siciliana – caratterizzata da un andamento a due velocità – si è conclusa piuttosto presto”. A raccontarlo è Giovanni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela dell’Uva da Tavola di Mazzarrone Igp, che non nasconde il suo disappunto per una stagione iniziata bene ma che è finita nel peggiore dei modi.
“Le cose sembravano andare bene per le varietà precoci. Sia la produzione che la commercializzazione sono state in linea con quanto pianificato, anche grazie al clima che ha favorito una corretta formazione dei grappoli e consumo. Le varietà Victoria, Black Magic e Red Globe hanno riscosso quotazioni più alte della media (parliamo da 1,20 e 1,50 euro/kg, che si sono attestate ad agosto tra 0,80 e 1,00 euro). Le quotazioni delle varietà senza semi sono state molto più elevate e sono andate particolarmente bene soprattutto nelle catene di supermercati internazionali“.
Luglio e agosto: il caldo ha stroncato la produzione
“Le temperature estremamente calde registrate a luglio e agosto (che hanno superato i 45°C per giorni) hanno completamente compromesso il processo produttivo delle uve medio-tardive”, continua Raniolo.
“I frutti non si sono sviluppati bene e avevano una shelf life limitata. Inoltre, mancavano di croccantezza, quindi i mercati ci hanno penalizzato, i prezzi erano terribilmente oscillanti intorno a 0,40-0,50 €/kg e gran parte del prodotto è rimasto invenduto. Tanto che i produttori hanno deciso di cederlo all’industria di trasformazione. Come se non bastasse l’umidità eccessiva e la nebbia nel mese di novembre ha favorito la formazione di muffe. Tutto ciò ha costretto il comparto siciliano a concludere la campagna con quasi 2 mesi di anticipo rispetto al solito“.
Giovanni Raniolo, in qualità di Presidente del Consorzio e imprenditore, vorrebbe che tutto questo non rimanga solo un cattivo ricordo. Giovanni, quindi si chiede:
- È accettabile che l’agricoltura rimanga alla totale mercé dei fenomeni atmosferici?
- Cosa si può fare e cosa si deve considerare imponderabile?
- Chi può colmare il GAP infrastrutturale e logistico?
Queste – conclude Raniolo – sono solo alcune delle domande, vorrei aprire un dibattito sul tema. Le aziende e i consorzi cosa possono fare? Possibile che le aziende agricole restino sole a leccarsi le ferite? Ognuno ora deve fare la propria parte”.
Fonte: Comunicato Stampa – Consorzio di Tutela dell’Uva da Tavola di Mazzarrone Igp