Mercato dell’uva da tavola: quali tendenze

È uno dei frutti più richiesti in Europa. A riprova, le tendenze del mercato dell'uva da tavola rilevano un costante aumento dei volumi di importazione

da uvadatavoladmin
mercato dell'uva da tavola

L’uva da tavola è uno dei frutti più richiesti in Europa. Pur registrando consumi relativamente stabili, però, la produzione interna è attualmente caratterizzata da una fase di calo. A riprova, le tendenze del mercato dell’uva da tavola in Europa rivelano un costante aumento nei volumi di importazione, stimato in circa il 4% all’anno

Con un valore di circa 1,6 miliardi di euro, il mercato dell’uva da tavola detiene il valore d’importazione più elevato in Europa subito dopo banane e avocado.

Come si diceva, questo aumento delle importazioni non solo suggerisce una crescente domanda e un interesse sempre maggiore per l’uva da tavola, ma riflette anche un calo della produzione interna. A determinarlo molteplici fattori, primo fra tutti il crescente aumento dei costi di produzione che costringe le aziende del comparto viticolo europeo a stringere ulteriormente la cinghia, anche a fronte di una redditività delle produzioni sempre più bassa. Il tutto, all’interno di un comparto alle prese con una significativa mancanza di manodopera e le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto.

In questo contesto, la mancanza di prodotto europeo – congiuntamente alla richiesta di uva da tavola soprattutto a inizio e fine stagione (giugno o novembre) – sta portando Paesi extraeuropei come Perù, Brasile, Sudafrica e Cile a inserirsi nel mercato europeo, sostituendo la produzione locale. Grazie a rinnovamento varietale – indirizzato principalmente all’ottenimento di cultivar senza semi – e avanzamento tecnologico, queste realtà extraeuropee riescono a sopperire a questa mancanza, determinando un ulteriore incremento delle importazioni. 

Nello specifico, tra i Paesi che importano maggiormente uva da tavola ci sono Regno Unito e Paesi Bassi. Se però in Regno Unito la quota di importazione è destinata a soddisfare il consumo interno del Paese, con un azzeramento quasi totale delle esportazioni, nei Paesi Bassi gran parte dei volumi di uva proveniente da realtà come Sudamerica o Cile viene importata per essere esportata nuovamente in altri Paesi europei. Il principale obiettivo è infatti la Germania che – pur prediligendo uva da tavola europea – per far fronte agli elevati consumi, deve necessariamente importare anche uva extra-continente.

mercato dell'uva da tavola 1

Dato il maggior interesse della Germania per il prodotto europeo, come si posiziona l’Italia nel mercato tedesco?

Complessivamente le esportazioni italiane di uva da tavola vengono assorbite per l’87% dai Paesi UE, con in testa la Germania che rappresenta più di un terzo del nostro export complessivo, seguita da Francia (16%) e Polonia (7%). Negli anni, però, specialmente nel caso delle relazioni commerciali con la Germania, si è assistito a un calo delle esportazioni. Una flessione tempestivamente colta dalla Spagna che – nel prossimo futuro – punta a diventare hub commerciale per l’uva controstagione in Europa.

Data l’importante quota di uva da tavola esportata dal Belpaese in Germania e il ruolo del principale competitor italiano (la Spagna), appare dunque essenziale capire che in futuro, oltre a produrre uva senza semi e di qualità, sarà sempre più indispensabile fare la differenza anche attraverso l’utilizzo di imballaggi sostenibili e privi di plastica, ponendo particolare attenzione alla questione “residui” e al tema della sostenibilità ambientale.

 

La redazione
©uvadatavola.com

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