Potatura estiva: che cos’è, a cosa serve, perché effettuarla?

Imposta l’architettura della pianta già in estate, sfrutta il vigore ed è detta anche potatura di formazione, spunta e rispunta o pre pota.

da Redazione uvadatavola.com
potatura estiva di formazione

Quella rinominata dai produttori e addetti del settore “spunta e rispunta” – nel Sud Est barese –  o “pre pota” – a Grottaglie (Ta) –  è una pratica che ricade sotto l’ampio ombrello della potatura estiva o potatura verde della vite da tavola.

La tecnica nasce soprattutto per sfruttare al meglio il vigore delle varietà senza semi e si opera sulle barbatelle innestate.


Per comprendere meglio in che modo è opportuno effettuare la potatura estiva dal punto di vista tecnico scientifico abbiamo chiesto delucidazioni a due agronomi.
Antonio Carlomagno – di Agriproject Group , spiega chiaramente i passaggi:

“Questa tecnica potremmo definirla “potatura di formazione”. Si opera nel modo seguente:

  1. come prima cosa si effettua la cimatura sull’astone (spunta);
  2. per poi effettuare la ri-cimatura sulle femminelle (rispunta).

Quest’ultima operazione è detta anche rispuntatura. Questo secondo taglio permette di stimolare la pianta ad emettere le sotto-femminelle che diventeranno i nostri capi a frutto”. 

 

Da Grottaglie (Ta) l’agronomo Domenico Annicchiarico – di Floema Consulting – aggiunge:

“Si tratta di una tecnica che serve ad impostare l’architettura della pianta e la si utilizza non solo su vite da tavola. Nelle drupacee questa pratica stimola la formazione di dardi e brindilli, che saranno produttivi già il prossimo anno. Questa potatura anticipa la potatura invernale, perciò a Grottaglie, in gergo, prende il nome di pre-pota”.

Cimatura (chiamata in gergo capitozzatura) dell'astone (ovvero del germoglio principale).

Cimatura (chiamata in gergo capitozzatura) dell’astone (ovvero del germoglio principale chiamato in gergo “mamma”).

 

Dopo aver compreso la dinamica dal punto di vista tecnico approfondiamo, dunque, i vantaggi della potatura estiva di formazione per i produttori. Il viticoltore e tecnico di campo Michelangelo Stolfa ha spuntato e rispuntato le sue piante proprio a cavallo tra maggio e giugno. 

Michelangelo, quando è opportuno effettuare la pratica detta “spunta e rispunta”? 

“Dopo aver messo a dimora le barbatelle e averle innestate si noterà che la pianta crescerà velocemente in altezza. Nel momento in cui la vite avrà raggiunto il primo “impalco” dell’impianto, quello è il momento giusto per avviare le operazioni”.

“In passato – in questo momento – si era soliti fissare al cavo d’impianto il germoglio “principale” (che in gergo viene chiamata “mamma” e che tecnicamente si chiama astone). Con l’introduzione di questa pratica, invece, il germoglio principale viene cimato. L’operazione, per andare a buon fine, dovrà però avvenire al massimo entro i primi giorni di luglio. In questo modo la pianta avrà a disposizione tre interi mesi estivi per vegetare, crescere e far maturare il legno”.

ri-cimatura sulle femminile

Ri-cimatura delle femminelle


Quali sono i vantaggi di questo tipo di potatura?

“L’operazione ci consente di scegliere le quattro femminelle che diventeranno i nostri capi a frutto tra sei potenziali, quindi potremo scegliere le migliori. Altro effetto positivo di questa operazione è che già in estate otterremo una pianta impalcata. Questa particolare pota estiva ci consente, inoltre, di non avere degli squilibri dovuti all’eccessiva vigoria della pianta. La pratica, difatti, si opera in vigneti con varietà di uva da tavola altamente vigorose, ovvero per lo più sulle senza semi. Infine, ma non per importanza, la tecnica permette alla pianta di “costruirsi” già a partire dall’anno in corso. Durante l’inverno, quindi, a parte le finiture non effettueremo ulteriori operazioni di potatura. Fattore non trascurabile, perché ci aiuta a preservare la pianta da potenziali patogeni che potrebbero introdursi nel legno attraverso i tagli”.

Come nasce la pratica?

“Come anticipato, in passato si era soliti lasciar crescere come “capo a frutto” il germoglio principale (che in gergo si chiama “mamma”). Col tempo si è notato, però, che questo si irrobustiva a scapito dei capi a frutto designati per l’anno successivo, che – al contrario – si mostravano troppo esili”.

In campo con Tonio Carione

Bene, ora che abbiamo capito il senso di tutto questo è ora di armarsi di macchina fotografica e cellulare, uscire dall’ufficio e raggiungere la squadra di potatori in campo. Andiamo proprio nell’azienda agricola del viticoltore Michelangelo Stolfa, sita nel precoce areale di Mola di Bari (Ba). Qui troviamo una squadra di operai intenti ad effettuare proprio la pratica dello “spunta e rispunta”.

La squadra è capeggiata dall’esperto di potature Antonio Carione (nelle foto), che ci spiega in che modo opera: “L’intento finale di questa operazione è tagliare il tralcio laterale lasciando i due capi a frutto già pronti per la potatura invernale. Per prima cosa taglio il germoglio principale, così facendo si interrompe la dominanza apicale e si stimola la schiusura delle gemme laterali, nonché l’accrescimento dei due germogli laterali (le femminelle). Il taglio va effettuato all’altezza del primo impalco. Successivamente ci si deve assicurare che i capi a frutto prescelti non abbiano anomalie. Quindi si può passare a ripulire un po’ il fusto”.

Tonio continua: “Oltre ai due capi a frutto principali se ne lasciano altri due in più, uno per lato (destra e sinistra). Non si deve mai dimenticare, infatti, che sulla pianta è opportuno lavorare in maniera simmetrica. Di regola si sceglie di tenere i germogli con il diametro più grande. Poi ovviamente ogni caso è a sé”.


Tonio, perché si lasciano due germogli in più?

I due capi a frutto in più rappresenteranno quella che potremmo definire una “ciambella di salvataggio”. Perché uno dei capi a frutto che abbiamo scelto come principale potrebbe spezzarsi o manifestare dei problemi. In questo caso entrerebbe in gioco la nostra “riserva”.

Dopo una decina di giorni circa 

Torniamo in campo dopo circa dieci giorni per documentare la crescita delle piante e osservare la scelta (tra le sei opzioni) delle 4 femminelle che diventeranno i capi a frutto.

La crescita della piante è davvero molto visibile (potete osservarla nelle foto qui sotto). Questa volta si sceglieranno le 4 femminelle che diventeranno i nostri capi a frutto e non resterà che ripulire leggermente il fusto della pianta da qualche foglia in basso. Ma senza esagerare, così le foglie andranno a fare ombra sul fusto evitando scottature.

Eliminazione del terzo germoglio: la ciambella di salvataggio.

Eliminazione del terzo germoglio: la ciambella di salvataggio.

Come appaiono le piante dopo circa 10-15 giorni dall'operazione.

Come appaiono le piante dopo circa 10-15 giorni dall'operazione. 

Come appaiono le piante dopo circa 10-15 giorni dall’operazione.

 

La potatura estiva di formazione non è certo una novità in agricoltura, ma negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più nei vigneti ad uva da tavola spinta dal rinnovo varietale. Difatti  molte cultivar senza semi mostrano un vigore elevato. Praticare la potatura estiva o di formazione permette, quindi, al viticoltore di costruire l’architettura della pianta in tempi molto rapidi. Evitando, nel contempo, che un eccessivo vigore induca squilibri vegeto produttivi durante la fase di allevamento.

 

Autrice: Teresa Manuzzi
Foto: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

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