Venti fra le più importanti imprese di produzione e commercializzazione di Puglia, Sicilia, Basilicata, Marche e Campania hanno presentato – il 7 ottobre 2020 – i risultati di un quinquennio di attività di breeding.
La Rete di imprese Italian Variety Club, costituitasi nel 2015, oggi è composta da 20 aziende agricole finanziatrici che operano in cinque differenti regioni italiane e che annualmente sostengono il programma di miglioramento genetico con il supporto di due partner scientifici: lo spin-off Sinagri dell’Università di Bari e il Centro ricerca sperimentazione e formazione “Basile Caramia” di Locorotondo (Ba); proprio qui sono state presentate le nuova varietà.
Il presidente della rete, Nicola Borracci, in occasione della giornata volta a presentare ai soci le nuove varietà tardive di uva da tavola senza semi, ha spiegato: “Gli obiettivi che perseguiamo sono due:
- liberare i produttori dal peso delle royalty delle società di breeding internazionali;
- contribuire ad accrescere la competitività dei produttori italiani di uva sui mercati mediante nuova varietà nostrane.
Il nostro è infatti un ambizioso programma di miglioramento genetico mirato alla costituzione di nuove cultivar di uva apirene adatte alle condizioni pedoclimatiche dell’Italia meridionale”.
Oltre al presidente Borracci, alla presentazione hanno preso parte anche Vito Savino – presidente della Fondazione ITS Agroalimentare Puglia -, Alessandra Gentile – docente dell’Università di Catania convenzionata con l’IVC.
In foto: Carlo Fideghelli
Carlo Fideghelli, presidente del Comitato tecnico scientifico di IVC (composto da Luigi Catalano, Pierfederico La Notte, Cinzia Montemurro e Giovanna Bottalico), ha illustrato i lavori di questi 5 anni: “20.000 semenzali nel campo di prima valutazione derivanti da quasi 200 differenti combinazioni di incrocio, di cui circa il 50% a frutto; 100 selezioni ritenute interessanti e trasferite nel campo di seconda valutazione; 8 selezioni avviate alla registrazione (CPVO) e quindi destinate a divenire nuove varietà di uva da tavola”.
“Nel 2020 sono stati ottenuti circa 30.000 ovuli – spiega Fideghelli – dai grappoli delle combinazioni Apirene X Apirene (AXA) e circa 20.000 vinaccioli dalle combinazioni per la resistenza alle malattie; sono stati completati i campi di prima valutazione per una superficie totale di 4 ettari ed è stato realizzato il primo campo in vaso delle progenie per una valutazione rapida della resistenza alle malattie; sono stati realizzati due vigneti confronto per la registrazione delle varietà al Catalogo nazionale, costituite le fonti primarie in screen house e avviate le convenzioni per la premoltiplicazione del materiale di propagazione presso il Crsfa”.
Dal 2019 ad oggi la Rete ha destinato un budget maggiore alla costituzione di varietà con caratteri di resistenza alle crittogame (oidio, peronospora e botrite), inaugurando un nuovo filone, che nel 2020 è stato ulteriormente incrementato, fino ad interessare la totalità degli incroci Seme X Apirene (SXA) e una parte di quelli Apirene X Apirene (AXA).
Fonte: TerraeVita