Uva da tavola: interpretare il cambiamento

Che si decida di dedicarsi esclusivamente alla produzione o affiancare anche la commercializzazione dell'uva, è importante dare al consumatore ciò che chiede.

da Redazione uvadatavola.com
uva tateo

Per far fronte delle problematiche che si sono registrate durante e a fine campagna 2022, produttori e commercianti hanno affrontato situazioni che hanno mutato la loro visione del settore viticolo. Ne parliamo con Ignazio Tateo, titolare dell’omonima azienda che si occupa di produzione e commercializzazione.

L’azienda ortofrutticola Tateo S.r.l. è una realtà produttiva e commerciale avviata nel 2005, grazie al know-how che i componenti dell’omonima famiglia Tateo hanno tramandato di generazione in generazione. Uva da tavola e ciliegie sono le protagoniste della produzione che si svolge su una superficie di oltre 150 ettari in agro di Turi (BA). Nel comune del Sud Est barese si trova anche l’opificio che si occupa del confezionamento e della commercializzazione. Il tutto secondo gli standard delle certificazioni BRC, IFS, GLOBAL G.A.P., GRASP e HACCP. Per approfondire la storia dell’azienda Tateo, caso di successo nel settore viticolo pugliese, qui l’intervista al titolare Ignazio Tateo.

“Prima del 2005 l’azienda si occupava esclusivamente di produzione – esordisce Ignazio Tateo – i volumi erano elevati, ma occorreva collocarla sul mercato. Dal 2005, quindi, abbiamo deciso di occuparci anche del confezionamento e della distribuzione, chiudendo così il cerchio. Questo passo ha fatto la differenza per l’azienda, soprattutto se consideriamo le difficoltà della scorsa campagna produttiva. Sebbene non sia stata facile per nessuno, avere contatti diretti con il mercato ci ha consentito di stare un passo avanti”.

Come è cambiata la produzione negli anni?

A prescindere, che si decida di dedicarsi esclusivamente alla produzione o fare anche commercializzazione, è importante dare al consumatore quello che chiede. L’azienda Tateo gode oggi di un ottimo nome sul mercato e questo anche grazie all’apertura verso le novità. Già dal 2005, infatti, abbiamo orientato le maggiori produzioni verso le varietà senza semi che, come sappiamo, sono molto richieste soprattutto dai mercati Nord europei. Risalgono a quegli anni i nostri primi impianti di varietà Crimson e Superior Seedless®. Inizialmente l’azienda si sviluppava su una superficie di 60-70 ettari, di cui il 70% era destinato a cultivar di uva da tavola con seme, mentre il 30% a cultivar apirene. Negli anni abbiamo continuato a credere e investire nelle apirene. Oggi, infatti, di oltre 100 ettari l’80% è destinato a varietà apirene e il solo 20% a varietà con seme. Da quest’anno abbiamo deciso di ridurre ulteriormente la produzione di uva con seme a favore delle seedless. La campagna 2022 è stata negativamente memorabile e, se la nostra produzione fosse stata orientata perlopiù alle cv con seme, credo che avremmo dovuto affrontare un numero maggiore di problemi.

cambiamento

Uva della varietà Superior seedless confezionata per la GDO

Tra le varietà libere e quelle soggette al pagamento di royalty quali preferite?

“Si tratta di una scelta per me molto difficile. Le varietà con royalty sono ottime e valide, possiedono tutti quei requisiti di gusto, croccantezza, colore e dolcezza che il mercato chiede. Di contro lasciano pochissima libertà anche a chi, come noi, si occupa di commercializzazione. È per questo motivo che preferiamo produrre varietà libere. Se i breeder lasciassero più libertà a produttori e commercianti, la scelta varietale sarebbe più semplice e si affievolirebbe il divario tra l’uva con royalty e quella senza”.

Quali sono i principali mercati di destinazione dell’azienda? E cosa pensate dell’apertura ai mercati dei Paesi extraeuropei?

Siamo più presenti sui mercati dei Paesi Nord europei – Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia – che assorbono il 70% del nostro prodotto. Per quanto riguarda l’apertura ai mercati extraeuropei (diversi dal Regno Unito), si tratta di una possibilità interessante, ma al momento non nutro interesse per questi mercati. L’azienda Tateo è ben piazzata e strutturata sul mercato europeo, per cui l’obiettivo principale è di rafforzare l’attuale posizione aziendale.

Quali sono le prospettive per il futuro?

A fronte di quanto visto lo scorso anno, intendiamo rinnovare tutta la produzione aziendale rimuovendo il 100% delle varietà con seme. Abbiamo iniziato ad estirpare le varietà autoctone per rimpiazzarle con quelle apirene, anche brevettate. Il prossimo passo, quindi, è la sottoscrizione di contratti e accordi con le aziende di breeding al fine di sposare i loro programmi e insieme scegliere le varietà di uva più idonee alle nostre caratteristiche pedoclimatiche e richieste dal mercato. Per quanto riguarda la strategia commerciale, invece, tra gli obiettivi vi è quello di pubblicizzare maggiormente il prodotto rendendolo più attraente per il consumatore, a partire dal packaging. A questo si aggiunge l’obiettivo di rafforzare la nostra presenza sui mercati con le varietà seedless e di aprire nuovi canali. L’offerta è amplissima, ma non si può dire lo stesso per la domanda. L’attenzione dovrà essere alta e il nostro lavoro mirato a inserire le produzioni nelle finestre temporali che agevolano noi piuttosto che i competitor. A riguardo sarebbe sicuramente utile un’indagine di mercato accurata e precisa, che possa guidare gli addetti ai lavori e orientare i futuri investimenti.

 

Autrice: Silvia Seripierri
©uvadatavola.com 

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