Migliorare le caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche del suolo è importante per il mantenimento di un livello adeguato di sostanza organica. Una fonte di sostanza organica, spesso trascurata, è costituita proprio dai sarmenti di potatura della vite. Questi generalmente vengono raccolti e ammassati all’esterno dei filari per poi essere bruciati, pratica antica ma ancora oggi utilizzata e sicuramente irrazionale in quanto si sottrae al suolo sostanza organica fondamentale per la sua fertilità.
I sarmenti della vite, infatti, si dovrebbero bruciare solo in caso i vigneti siano colpiti da Escoriosi (Phomopsis viticola) o da Mal dell’esca. I residui dovrebbero essere trinciati in loco, sminuzzati in frammenti di lunghezza inferiore a 5 cm, sfibrati e leggermente interrati in modo da poter subire il processo di umificazione necessario per restituire al suolo sostanza organica.
È stato calcolato che per soddisfare il fabbisogno di sostanza organica di un vigneto sono necessari dai 35 ai 70 q/ha di sostanza secca. Con i sarmenti si forniscono da 8 a 15 q/ha per anno di sostanza secca e si contribuisce, quindi, al 25% del fabbisogno annuo. I sarmenti sono, inoltre, fonte di elementi minerali in quanto contribuiscono al 10-30% del fabbisogno in macroelementi e 30-50% in microelementi.
I sarmenti della vite influenzano positivamente anche le caratteristiche fisiche del terreno, aumentandone la capacità idrica e l’aerazione. Hanno un effetto pacciamante che riduce l’evaporazione dell’acqua e l’erosione nei terreni in pendenza. La presenza dei tannini e fenoli, infine, riduce la germinazione dei semi e lo sviluppo di erbe infestanti.
Fonte: www.agribiologenk.com