Mangiare uva fa bene al cuore

Ad affermarlo una ricerca firmata Crea e Università degli Studi di Bari

da Redazione uvadatavola.com

Quattordici febbraio, gli innamorati programmano cene, scatole di cioccolatini, fiori e chissà cos’altro. Quale miglior giorno, dunque, per rendere pubblico che mangiare uva da tavola fa bene al cuore? Certo, non ai cuori infranti, per quelli il rimedio lo instilla solo il tempo.

Che l’uva fosse un alimento alleato della salute è un fatto ormai noto, proprio perché, per la sua peculiare composizione, è un concentrato di sostanze preziose per il nostro organismo. Ma quali potrebbero essere i benefici del consumo di questo frutto?

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La ricerca in breve

Alla domanda ha provato a rispondere un team di ricercatori del CREA – Viticoltura ed Enologia con sede a Turi (BA), in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bari. Il gruppo ha realizzato una ricerca sull’uomo per valutare il legame fra l’assunzione prolungata di uva e i processi di coagulazione e fibrinolisi, che potrebbero portare all’insorgenza dei disturbi cardiovascolari.

Per poter svolgere lo studio si è deciso, per la prima volta, di utilizzare uva da tavola fresca e non dei suoi derivati; spesso adoperate per questo tipo di studi sull’uomo. Per l’occasione, quindi, la varietà candidata è stata l’Autumn Royal. Si tratta di una cultivar a bacca nera che brilla per diverse caratteristiche: basso contenuto di zuccheri, elevato contenuto di composti polifenolici (in particolare di antociani) ed elevata attività antiossidante.

Svolgimento dello studio

Sono stati reclutati 30 volontari in ottima salute: a 20 di essi è stata somministrata una dieta arricchita d’uva (pari a 5g/kg di peso, al dì) per tre settimane. I restanti 10 volontari, per lo stesso periodo di tempo, hanno invece eliminato del tutto l’uva dalla loro dieta.

cuoreA tutti i partecipanti sono state effettuate delle analisi del sangue in diversi momenti: all’inizio e alla fine del periodo di assunzione di uva e anche dopo un mese dalla fine della particolare dieta. Dai risultati è emerso che i volontari che hanno seguito una dieta ricca di uva non hanno mostrato alcun aumento della glicemia né del profilo lipidico, sfatando così un falso mito.

Inoltre, l’assunzione prolungata di uva ha mostrato un effetto anticoagulante. Questo frutto, infatti, aumentando la capacità fibrinolitica del plasma, non solo riduce i meccanismi di formazione dei trombi ma addirittura ne favorisce la loro rimozione.

I risultati raggiunti

L’uva da tavola da questo studio ha mostrato di essere un frutto ricco di sali minerali (potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese, magnesio, iodio, silicio, cloro, arsenico), vitamine A, B e C, e polifenoli. L’uva è quindi una miniera di composti  ricostituenti e antiossidanti in grado di combattere i radicali liberi, responsabili del deterioramento dei tessuti e del DNA. Questo prezioso frutto, dunque, grazie al suo elevato contenuto di acqua e fibre aiuta a purificare alcuni organi come intestino e fegato.

Uva: migliore amica del cuore

La dieta somministrata ai 30 volontari si è dimostrata, inoltre, un valido ausilio nel trattamento dei principali fattori di rischio dell’aterosclerosi (come l’ipertensione, il diabete, l’iperlipidemia e lo stress ossidativo). I risultati ottenuti sono stati così esaltanti che i ricercatori sono arrivati ad affermare che l’assunzione di uva ha contribuito a ridurre la mortalità legata ai disturbi cardiovascolari.

Dopo aver letto questo studio, dunque, che si cominci a pensare di realizzare scatole e scatolette a forma di cuore piene zeppe di acini di uva da tavola da consumare (da soli o da condividere con la propria dolce metà), ma non solo il 14 febbraio. Il vostro cuore ve ne sarà immensamente grato.

 

Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

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