“Per fare il tavolo ci vuole il legno / Per fare il legno ci vuole l’albero / Per fare l’albero ci vuole il seme / Per fare il seme ci vuole il frutto […]”, cantava così Sergio Endrigo.
Ma per “fare” un vigneto cosa serve? Cosa occorre per realizzare un impianto con viti sane, forti e capaci di produrre – per anni – volumi interessanti e grappoli di qualità?
Ovviamente conoscete tutti la risposta: materiale di propagazione sano, terreno preparato a dovere e buona tecnica. Fattore, quest’ultimo, che evolve continuamente presentando oggi la possibilità di impiantare in campo barbatelle già precedentemente innestate in vivaio. Saranno gli articoli di Pasquale Venerito, ricercatore del CRSFA “Basile Caramia”, e dell’agronoma Federica Garrapa, dei vivai Murciano, a guidarci tra i problemi agronomici e di certificazione che oggi affliggono marze, portainnesti e barbatelle innestate. Gli esperti, inoltre, ci illustreranno le caratteristiche di questi materiali suggerendo come operare prima, durante e dopo il trapianto in campo.
Per realizzare una buona produzione, oltre alla tecnica serve anche la luce. Ma quanta esattamente? Coperture plastiche e reti antigrandine potrebbero interferire con la radiazione luminosa intercettata dalle piante e la conseguente produttività?
A questi e ad altri quesiti risponderà Pasquale Losciale, professore dell’Università di Bari.
Troverà poi spazio un “caso aziendale” di successo, si tratta dell’azienda ortofrutticola Tateo S.r.l, la quale oltre alla produzione cura anche il confezionamento e la commercializzazione dell’uva. La decisione di occuparsi non solo della fase produttiva è avvenuta nel 2005 e si è dimostrata vincente, soprattutto durante campagne commerciali non esaltanti. Restando in tema commercializzazione, sapevate che a Grottaglie (TA) sorgerà uno scalo full cargo? Si tratta di un aeroporto destinato unicamente al trasporto di merce, anche ortofrutticola. Stefano Cavicchia – amministratore unico di GESFA S.r.l. – spiega servizi e potenzialità di questa infrastruttura unica nel Mezzogiorno.
Abbiamo poi chiesto al produttore di uva da tavola Antonio Bellarosa, all’esportatore Domenico Pernice e al ricercatore del CREA – Viticoltura ed Enologia Luigi Tarricone, il proprio punto di vista circa il contingentamento della produzione di uva da tavola. Potrebbe essere questa una soluzione alla sovrapproduzione e risolvere l’annosa questione dei prezzi troppo bassi? Il confronto è aperto! Infine ci concederemo un viaggio tra i vigneti peruviani con gli agronomi José Francisco Molina e Bruno Lencioni.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com