Coprire un vigneto con film plastico non significa solo incrementare resa, °Brix, precocità o tardività. Un fattore così impattante costringe viticoltori e tecnici a riconsiderare la gestione del suolo, il sistema di potatura ed il carico di grappoli per vite.
Le coperture con film plastico sono impiegate in viticoltura per anticipare l’epoca di maturazione di varietà ad uva da tavola precoci e precocissime (semi-forzatura precoce) o per ritardare l’epoca di maturazione (semi-forzatura tardiva) su varietà medio-tardive o tardive.
Nel primo caso il vigneto è coperto, superiormente e lateralmente da fine inverno sino alla raccolta, con specifici film plastici. Invece, nella semi-forzatura tardiva l’epoca di copertura coincide con la fase di invaiatura – prima delle piogge di fine estate – e in questo caso il film plastico è apposto solo superiormente. A queste due classiche gestioni se ne è affiancata una terza che consiste nella copertura superiore della struttura con film plastico a partire dalla fase di germogliamento.
Pertanto, il concetto di produzione di uva da tavola rientra a pieno titolo tra le produzioni “protette”; nel senso che la struttura di copertura con film plastico riduce gli effetti negativi legati a eventi meteorici avversi quali vento, grandine, eccessi pluviometrici, riducendo l’aleatorietà delle produzioni in pieno campo (“scoperte”).
Uno degli effetti della copertura in semi-forzatura precoce è l’aumento della temperatura media dell’aria all’interno dell’apprestamento protettivo, limitando i moti convettivi dell’aria e la dispersione termica. Questo effetto è legato alla riduzione dei movimenti dell’aria indotti dalla struttura chiusa e dalla riduzione della radiazione termica emessa come infrarosso lungo all’interno della struttura protettiva. L’aumento della temperatura media induce anticipo della fase di germogliamento che determina in definitiva precocità di maturazione in relazione a migliori condizioni microclimatiche a cui viene sottoposta la vite.
Per gli scopi agronomici l’effetto termico di un film plastico è convenzionalmente stimato misurando la trasmissione della radiazione luminosa nel range dell’infrarosso lungo (7500-12500 nm) includendo l’energia emessa dal suolo, dalle viti e da altri corpi solidi a temperatura ambiente all’interno della copertura.
Un ottimo film plastico dovrebbe avere un’alta trasparenza alla radiazione solare (80-90 %) e una minima trasmissione all’IR lungo (20-40 %) emesso dalle superfici all’interno della copertura. Nella semi-forzatura precoce particolare attenzione deve essere posta durante la fase di fioritura in relazione all’incremento di temperatura all’interno della struttura protettiva, al fine di evitare eccessi termici nocivi.
È anche noto che temperature superiori a 30 °C possono avere un impatto negativo sui processi riproduttivi in vite, sia in fioritura, che nella fase di moltiplicazione cellulare. Queste alte temperature possono anche influenzare negativamente lo sviluppo della bacca e la distribuzione dei carboidrati oltre che determinare riduzione dell’acidità titolabile del succo.
Inoltre, periodi con temperature superiori ai 30 °C possono allungare la fase di fioritura e il periodo fioritura-maturazione. Pertanto, nei periodi più caldi diviene necessario sollevare i teli laterali per consentire una ventilazione naturale e ridurre il surriscaldamento interno.
Le performance di un film plastico sono determinate dalle sue caratteristiche spettro-radiometriche che dipendono dalla sua composizione chimica. Particolare importanza è la valutazione della trasmittanza dei film plastici nel range della radiazione visibile (VR: 380-760 nm), della radiazione fotosinteticamente attiva (PAR: 400-700 nm), della radiazione infrarossa corta (SWIR: 760-1100 nm) e dell’infrarosso lungo (LWIR: 3000-25000 nm).
Tra i diversi polimeri plastici utilizzati, grazie all’alta trasparenza alla radiazione solare, l’elevata durata, il basso costo e la facilità dei processi di produzione, il polietilene viene impiegato come materia prima. Avendo tuttavia una bassa capacità di trattenere la radiazione termica, altre sostanze sono aggiunte al polimero base; agenti minerali (silicati, fosfati, silico-aluminati ecc), vinilacetato (VA) o etilen vinil acetato (EVA) al fine di ridurre le perdite di radiazione termica.
Nel passato, film plastici ottenuti dalla mescola di polietilene a bassa densità (LDPE + EVA) o dalla mescola di polietilene a bassa densità e alta densità (LDPE + HDPE) sono stati impiegati in viticoltura da tavola. In una ricerca effettuata nel 1997 sulla cv Matilde vennero poste a confronto due diverse coperture con film plastico:
- una ottenuta da una mescola di LDPE + EVA con aggiunta di additivi (spessore del film plastico 190 μm e peso di 210 g/m2) e
- una mescola di LDPE + HDPE (spessore del film plastico 210 μm e peso di 145 g/m2), entrambe relazionate a un testimone scoperto.
Nella tesi senza copertura il germogliamento della cv Matilde avvenne il 3 aprile, mentre nelle viti coperte con il film plastico LDPE + EVA il germogliamento avvenne con un anticipo di 20 giorni e di soli 8 giorni nella tesi coperta con LDPE + HDPE.
Inoltre, la durata dell’intervallo fioritura-maturazione fu minore sotto la copertura LDPE + EVA rispetto al vigneto scoperto. I due tipi di copertura aumentarono il montante dei gradi giorno consentendo anticipi differenziati dell’epoca di germogliamento (Fig. 2 e Tab. 1).
Dal punto di vista delle proprietà ottiche e spettroradiometriche, i due film plastici evidenziarono diversa trasmittanza totale, rispettivamente 86 % nel film LDPE + EVA e 80 % nel film LDPE + HDPE (Tab. 2).
I diversi film plastici determinarono effetti sulle caratteristiche carpometriche con differenze statisticamente significative sul peso grappolo, peso bacca, diametri della bacca e parametri di maturità. Alla data di raccolta (25 luglio) della cv Matilde, sotto la copertura con LDPE + EVA il grado rifrattometrico era 14 ° Brix, solo 11.50 °Brix sotto la copertura con LDPE + HDPE e 10.75 °Brix nella tesi scoperta.
Le uve della tesi senza copertura raggiunsero i 14 °Brix solo alla data del 16 agosto. La copertura LDPE + EVA inoltre incrementò la resa per vite (+21 % rispetto allo scoperto), anche se questa differenza non fu statisticamente significativa. Il peso grappolo e bacca furono maggiori nella tesi coperta con LDPE + EVA (775.37 g e 8.12 g, rispettivamente) e furono minori nella tesi LDPE + HDPE (-6 e -8 %, rispettivamente) e in pieno campo (-12 e -22 %).
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Autori: Luigi Tarricone – CREA (Centro ricerca Viticoltura ed Enologia) di Turi (Ba)
Francesca Tarricone – Dottoressa in Viticoltura ed Enologia
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