Il 2016 è stato un anno abbastanza complicato per l’uva da tavola. Dopo una stagione cominciata positivamente, le vendite hanno subìto una frenata, anche a causa delle avverse condizioni climatiche, per poi riprendersi con l’arrivo sul mercato delle varietà tardive.
Tuttavia il mercato si è stabilizzato su prezzi più bassi rispetto alla passata stagione. La redazione di uvadatavola.com ha raccolto le considerazioni del produttore Leonardo Nanna.
“Puntiamo tutto sulle varietà tardive”
In questi anni, ho avuto modo di osservare che l’andamento commerciale dell’uva è migliore, per noi produttori, soprattutto nel periodo di raccolta delle uve medio tardive. Le cause sono tante, ne citerò solo una: la prepotente presenza sul mercato, da fine agosto a metà ottobre, dei nostri competitors Spagna e Grecia. In linea di massima potremmo dire che le uve apirene hanno trainato il mercato con un inizio abbastanza positivo, ma poi, a causa delle condizioni climatiche avverse (pioggia e grandine), abbiamo avuto un crollo delle vendite e per alcuni produttori questo è stato un problema perché ha ulteriormente rovinato un prodotto che già di partenza non era di qualità extra. Fortunatamente non ci sono stati problemi con le uve medio tardive, come l’uva Italia (che cerchiamo di tagliare fino a fine ottobre – inizio novembre), la Regal, le uve registrate Sun World o Arra e le apirene. Le uve raccolte a settembre patiscono un po’, sia dal punto di vista produttivo che commerciale, per questo la mia azienda si sta concentrando proprio sulla produzione di uve medio tardive. Certo non è possibile prevedere il mercato, lo scorso anno le uve pigmentate senza semi, come la Crimson e l’Allison, erano super ricercate, quest’anno invece è stata più richiesta l’uva bianca. Come produttori, il nostro compito è proporre ai commercianti uva di qualità molto alta che possa essere da loro valorizzata senza problemi.
La campagna 2016
A mio avviso è cambiato il prodotto ed il modo di commercializzarlo. Spero che in un futuro molto prossimo possa esserci una collaborazione maggiore tra commercianti e produttori. Quest’anno i problemi maggiori si sono avuti durante il mese di settembre, quando i commercianti non hanno per niente comprato, perché dovevano smaltire il prodotto acquistato nei mesi precedenti. Purtroppo la shelf life delle uve senza semi è molto breve mentre l’uva Italia è più resistente e può rimanere sulla pianta più a lungo. Per le uve medio tardive il mercato si è risvegliato nel finale della stagione e siamo riusciti a recuperare le perdite che abbiamo avuto ad agosto e settembre. Ad oggi per i produttori è fondamentale scegliere la varietà
corretta, in questo momento ce ne sono davvero tante e c’è il rischio di perdersi.
Scegliere la varietà giusta
A mio avviso bisognerebbe scegliere varietà medio tardive che possono affrontare un mercato incerto in modo da riuscire a compensare le spese con la produttività. Dobbiamo anche tenere conto del fatto che non siamo i soli produttori in Europa, lo scorso anno la Spagna ha avuto dei problemi con la raccolta, quindi noi produttori italiani ne abbiamo approfittato e già nei primi giorni di ottobre c’è stata una ripresa, che quest’anno invece è arrivata più tardi. Concludo riportando la mia esperienza personale: quest’anno ho venduto una partita di Regal il 17 di ottobre ad 1 euro, la stessa partita lo scorso anno l’ho venduta ad 1,10 euro, ma già il 15 di settembre. Per noi produttori portare avanti un tendone per un mese ha dei costi di gestione non indifferenti.
Autore: Teresa Manuzzi
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