Già lo scorso autunno i coltivatori di uva da tavola statunitensi – della Central Valley – non riuscivano a trovare potatori. Ai produttori californiani ora è chiaro che la mancanza di manodopera è un vero problema.
Secondo quanto riferito, le dimensioni medie delle squadre di lavoro sono diminuite dal 4 al 40%. Gli esperti di settore sono convinti del fatto che la mancanza di lavoratori in agricoltura rappresenta una delle più grandi sfide per il settore, da affrontare ancor prima della siccità.
I costi per i coltivatori da tavola sono aumentati su tutta la linea produttiva, ed in California a pesare di più sono le nuove normative che impongono di ridurre il monte orario settimanale per i braccianti agricoli da 60 a 45 (a breve si giungerà ad un massimo di 40 ore a settimana).
La qualità di prodotto, a detta di tutti, quest’anno è alta e i volumi abbondanti, i prezzi – invece – sono nella media anche per il mercato USA. Ma i produttori pensano che una parte del raccolto resterà sulle piante a marcire, proprio a causa della carenza di manodopera.
Innovazioni meccaniche
“La carenza di lavoratori nei vigneti è un problema serio quest’anno, pertanto i viticoltori contano di raccogliere esclusivamente le varietà più redditizie”, ha affermato Ian LeMay, presidente del gruppo commerciale della California Fresh Fruit Association. Poiché il problema nel corso degli ultimi anni è diventato sempre più grave, i coltivatori hanno deciso di investire in innovazioni meccaniche. Esse renderanno, gradualmente, più efficiente la raccolta. Allo stesso tempo il settore viticolo cerca di fare lobby per ottenere l’approvazione al Senato Degli Stati Uniti la “riforma dell’immigrazione“.
Rick Deckard, coltivatore di uva da tavola della zona di Arvin, ha affermato: “Durante la raccolta è stato difficile mantenere i lavoratori in loco, specialmente quando le temperature sono salite troppo. Per ora la mia scorta d’acqua sta reggendo e il prodotto ha un bell’aspetto, nonostante lo stress da caldo – registrato durante tutto il mese di luglio – che ha ridotto la produzione del 20%”.
“Inizialmente i prezzi sono stati alti, come di consueto, successivamente si sono stabilizzati. Ora si spera nel potenziale aumento durante il mese di ottobre. Molti produttori si sono rivolti a degli “appaltatori di manodopera” per ovviare al problema della raccolta”.
Un problema globale per i viticoltori
L’uva è una delle colture che necessita di più pratiche agronomiche per la sua produzione. All’interno di un rapporto, pubblicato nel mese di luglio da “RaboResearch”, sono indicati alcuni sviluppi positivi per il settore dell’uva da tavola. Come l’espansione della domanda globale, oppure l’opportunità di differenziazione del prodotto attraverso varietà e qualità del frutto.
Nel rapporto vengono citate anche le sfide che attendono il settore a livello globale. Ad esempio l’aumento della concorrenza internazionale e, soprattutto per i coltivatori californiani, la mancanza di manodopera e acqua.
RaboResearch ha sottolineato il fatto l’aumento dei costi di produzione ha caratterizzato questa annata californiana che, altrimenti, sarebbe stata una stagione nella norma.
Infine, dal rapporto emerge che il problema della carenza di manodopera non appartiene solo alle produzioni californiane. Il Cile, un importante esportatore, ha sofferto per una stagione difficile (quella del 2020-2021) anche per carenza di manodopera (che RaboResearch fissa al 49% e attribuisce all’epidemia da COVID-19). Il Perù richiede ai produttori di uva da tavola di pagare il 30% in più del salario minimo del Paese, mentre il minimo del Messico è aumentato del 60% in quattro anni. Noi sappiamo, infatti, che il problema non è estraneo, purtroppo, neppure ai produttori italiani.
Traduzione a cura di Teresa Manuzzi
Fonte: www.bakersfield.com