Da alcuni giorni nelle zone di produzione di uva da tavola si stanno verificando fenomeni di cracking (o spacco) sulle uve da tavola.
“Sono passati 6 anni dal 2009, una delle stagioni peggiori per la presenza di tale fisiopatia, e il fenomeno si è ripresentato non con la stessa entità ma con simili modalità”.
A dichiararlo è il dott. Michele Melillo, agronomo di Graper, società di servizi che offre consulenza tecnica in viticoltura da tavola.
Secondo Melillo il cracking non ha una spiegazione semplice e le sue cause sono molto complesse da ricercare nella:
- suscettibilità varietàle (l’Italia è una varietà suscettibile) e di prodotto (le uve spinte per ingrossamento sono più sensibili);
- fase fenologica (a invaiatura-inizio maturazione si ha l’irrigidimento dei tessuti superficiali della bacca);
- gestione idrica;
- situazione climatica.
“Le giornate molto calde e secche di due settimane fa hanno provocato una forte domanda evapotraspirativa (più di 5 mm al giorno con punte di 7,5 in alcune zone e giornate)”, ha continuato.
“Nella quasi totalità delle aziende non è mai presente un sistema di monitoraggio dell’acqua nel terreno quindi è molto facile che ci siano stati eccessi di irrigazione o ancora peggio difetti di irrigazione in giorni in cui la domanda evapotraspirativa era molto alta. I giorni successivi, tra il 23 e 26 luglio, sono stati caldi ma con una elevata umidità atmosferica. Le bacche in invaiatura si sono trovate ad avere un forte turgore interno, alta umidità esterna e irrigidimento dei tessuti che sono andati incontro a lacerazione. Da qui la sintomatologia che si sta osservando in tutti gli areali di coltivazione di uva da tavola”.
“Stessa sintomatologia si riscontra in vigneti o zone di vigneti dove l’irrigazione non ha sufficientemente compensato la domanda evapotraspirativa o in impianti con turni lunghi di irrigazione. La bacca, già suscettibile, ha avuto sbalzi di turgore notevoli con conseguente lesione del tegumento”, ha spiegato il tecnico.
Ma cosa fare per evitare maggiori problemi nelle prossime settimane? Melillo ha elencato una serie di soluzioni da adottare:
- maggiore attenzione alla gestione idrica, monitorando quotidianamente lo stato dell’uva e lo stato idrico del terreno (la classica zappa è perfetta);
- evitare stress in eccesso e soprattutto in difetto di acqua, mantenendo un regime idrico costante, con turni brevi e stretti.
- mantenere l’uva “morbida”, ossia non troppo molle e nemmeno dura. Sempre con un margine di estensione in caso di ritorno di umidità.
- Nel medio e lungo termine, se possibile, dotarsi di impianti di irrigazione adeguati e con un buon sistema di monitoraggio.
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Autore: la Redazione
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