Sudafrica, anno nero per l’uva da tavola: continui blackout, volumi scarsi, qualità dubbia e pessima shelf life. Ne approfitta la vicina Namibia che realizza il suo personale record delle esportazioni.
Record delle esportazioni per la Namibia
Kobus Bothma, vicepresidente dell’Associazione dei produttori d’uva da tavola della Namibia, canta vittoria per quest’anno e fa sapere, con soddisfazione: “Le uve namibiane hanno superato le aspettative”. Difatti la stagione appena conclusa, con i suoi 9 milioni di box esportati (il cartone o box adoperato come unità di misura in Sudafrica e in Namibia contiene 4,5 kg di uva), ha permesso al Paese africano di segnare un suo personale record circa le esportazioni.
Migliorata anche la logistica
“Anche la logistica è migliorata rispetto alla stagione precedente: i container sono più disponibili e il porto di Città del Capo funziona meglio” – ha commentato il vicepresidente. La buona qualità del prodotto ha sicuramente favorito le esportazioni dei grappoli namibiani, anche grazie al clima secco registrato nel corso di tutta la stagione.
Sudafrica: maltempo intacca la qualità e quantità
Tutto il contrario di quanto accaduto nell’adiacente stato del Sudafrica, ma in particolare nella valle dell’Orange River, il famigerato areale sudafricano deputato alla produzione del 30% dei volumi di uva. Qui, ma anche in tutte le restanti zone produttive (Olifants River Valley, Berg River Valley e Hex River Valley) la qualità è stata a dir poco insufficiente. Pioggia e grandine, che inaspettatamente si sono abbattute sugli areali tardivi hanno poi dimezzato i volumi.
Inoltre il caldo eccessivo registrato in fase di fioritura ha favorito su alcune cultivar l’aborto dei frutticini, su altre la produzione di acinini. Le varietà più precoci, inoltre, sono maturate anzitempo e ciò ha provocato sul mercato un accavallamento con il prodotto tardivo proveniente dal Perù.
Volumi scarsi, di qualità dubbia e con una pessima shelf life… tutti punti, questi, che sono stati fatali per l’attuale campagna sudafricana. Il Paese non ha potuto che registrare una vistosa contrazione delle esportazioni dei box di uva. Le catene europee sono state costrette a ripensare ai programmi a causa dei volumi troppo risicati.
Della situazione ne ha approfittato la Namibia, che è riuscita a imporre la sua merce sul mercato europeo.
Crisi energetica in Sudafrica
A incidere negativamente sulla stagione sudafricana sono stati anche i continui blackout di energia elettrica. Durante il 2022 ci sono stati ben 205 giorni di blackout a causa dei guasti delle vecchie centrali termoelettriche a carbone. Tutt’oggi le interruzioni di energia elettrica, quotidianamente, raggiungono anche le 12 ore al giorno sia per le famiglie che per le imprese. Si cerca di sopperire alla crisi con generatori a diesel, ma i costi di tale operazione sono incredibilmente alti.
Tutto ciò ha messo in crisi l’intera economia del Paese e l’uva da tavola non ne è stata esonerata. L’energia elettrica, infatti, è fondamentale per il funzionamento delle celle frigo, per attivare gli impianti di irrigazione e per poter produrre le confezioni.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com