Le quantità di frutta e verdura acquistate nel primo semestre 2022 per il consumo…
consumi
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Cile: volumi di uva superiori alle aspettative. Perciò i produttori cileni e il colosso…
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Si è tenuto il 24 febbraio l’incontro online per la costituzione ed il riconoscimento del Distretto Produttivo Agroalimentare dell’Uva da Tavola.
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Attualità
Puglia e Sicilia alleate per la crisi dell’ortofrutticolo, scandalo uva da tavola ai minimi storici
Puglia e Sicilia alleate per affrontare un problema comune: i prezzi scandalosamente al ribasso dei prodotti ortofrutticoli, in particolare quelli dell’uva da tavola.
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Se parliamo di export di uva da tavola l’Italia è quinta tra i paesi esportatori, con spedizioni per circa 700 milioni di euro, preceduta dagli USA e tallonata dal Perù.
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Partita in ritardo la stagione dell’uva da tavola (concentrata quasi esclusivamente nel Metapontino) risente di prezzi all’ingrosso scarsamente remunerativi per i produttori.
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In un’intervista con l’Agenzia stampa agraria, il presidente di Uvanova de Chile, Carolina Cruz, ha parlato delle uve cilene e delle attuali tendenze nelle preferenze dei consumatori.
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Mixare categorie, prodotti e confezioni per proporre al cliente un’esposizione accattivante e un consumo specifico del prodotto stimolando i consumi.
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I prezzi all’ingrosso dell’uva da tavola sul mercato di Maharashtra (India) sono al ribasso, a causa dei grandi volumi che raggiungono il mercato indiano e della mancanza di domanda a nord del Paese dovuta al freddo prolungato.
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Secondo gli importatori cinesi le condizioni di mercato per le uve indiane sono molto favorevoli.
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Liberi dagli stereotipi e addirittura, in alcuni casi, più attenti delle donne sul controllare quello che si mangia. Insomma, citando luoghi comuni, non ci sarebbero più gli uomini di una volta.
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Da oggi, mercoledì 9 maggio 2018, prende il via Macfrut, Fiera internazionale dell’ortofrutta a Rimini sino a venerdì 11 maggio.
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La sterilizzazione dell’Iva riguarda anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie.
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Prezzi e mercati
I consumi alimentari riprendono a crescere dopo 5 anni, + 2,5% la spesa delle famiglie italiane
Dopo cinque anni di segno negativo, nel primo semestre 2017, la spesa degli italiani per l’acquisto di beni alimentari è cresciuta del +2,5%, sostenuta sia dai prodotti confezionati (+3,2%), sia dai freschi (+1,1%).
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I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che costituiscono il cosiddetto ‘carrello della spesa’, calano a luglio dello 0,6% su base mensile e aumentano meno del tasso di inflazione su base annua, con una crescita dello 0,8%.
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I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che costituiscono il cosiddetto ‘carrello della spesa’, calano a luglio dello 0,6% su base mensile e aumentano meno del tasso di inflazione su base annua, con una crescita dello 0,8%.
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Il caldo record del 2017 spinge i consumi di frutta verdura al massimo del nuovo millennio con un balzo record del 9,6% nel 2017.
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Con l’arrivo del caldo ‘estivo’ di questi giorni in Italia volano i consumi di frutta e verdura, ma già nei primi mesi dell’anno hanno fatto registrare un balzo record del 9,6% rispetto al 2016.
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Con l’arrivo del caldo ‘estivo’ di questi giorni in Italia volano i consumi di frutta e verdura, ma già nei primi mesi dell’anno hanno fatto registrare un balzo record del 9,6% rispetto al 2016.
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Nel 2016 i consumi di frutta e ortaggi freschi sono cresciuti a volume del +2,2% rispetto al 2015 (oltre 9 milioni di tonnellate vendute in tutti i canali, 152 kg pro capite consumati), un segnale incoraggiante rispetto ai trend negativi registrati negli ultimi anni.
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Vendite quasi ferme nel 2016. Nel complesso, certifica l’Istat, le vendite del commercio al dettaglio sono rimaste “sostanzialmente stabili” in valore con una crescita dello 0,1% rispetto al 2015.
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Allo spreco domestico (12 mld) vanno poi sommate le perdite in campo (circa 1 miliardo e 25 milioni), gli sprechi nell’industria (circa 1 miliardo e 160 milioni) e nella distribuzione (circa 1 miliardo e 430 milioni).
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Grazie al buon andamento delle vendite durante le festività, la distribuzione moderna è riuscita a contenere la perdita del 2016 all’1,23%.
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Vino, olio d’oliva e ortofrutta, i prodotti tipici del Mediterraneo vedono rallentare i consumi interni e crescere la domanda esterna, soprattutto extra-Ue, in una tendenza destinata a durare.