Spesso abbiamo pubblicato gli appuntamenti in campo organizzati dal progetto INNOFRUIT. Oggi ne approfittiamo per conoscere più a fondo le ricerche effettuate ed i risultati ottenuti dai ricercatori che hanno partecipato allo studio.
Innofruit, ecco di cosa si tratta
Il progetto Innofruit nasce grazie alla volontà di un Gruppo Operativo, formato da 9 soggetti giuridici (Consorzio Jonico Ortofrutticoltori; Graper Srl; Società Agricola Salvi Vivai; Distretto Agroalimentare Regionale; Cassandro Srl Unipersonale; CREA-AA; CREA-VE; Società Agricola Grapes; Azienda Agricola Lamascese Vincenzo), con l’obiettivo di favorire competitività e redditività dei produttori di uva da tavola pugliesi rispetto ai vecchi e nuovi competitor. Il progetto prevede una durata di circa due anni, ed è finanziato dalla REGIONE PUGLIA (Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambiente – Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 Puglia, Art. 35 del Regolamento UE n.1305/2013. Misura 16 “Cooperazione” – Sottomisura 16.2, per un importo di € 373.608,08). Innofruit ha come capofila il Consorzio Jonico Ortofrutticoltori e, come coordinatore tecnico scientifico, il ricercatore del CREA- VE Angelo Raffaele Caputo.
Le premesse che hanno portato alla nascita di Innofruit
La regione Puglia è leader nazionale nella produzione dell’uva da tavola (56% – dati ISTAT) e la viticoltura da tavola pugliese, però sta vivendo una fase di profondo rinnovamento. Sul mercato, inoltre, sono presenti nuovi competitor, ovvero nuove superfici vitate e nuovi Paesi produttori che offrono varietà apirene in grado di incontrare la preferenza del consumatore europeo. Anche in Puglia si stanno introducendo nuove cultivar apirene, più appetibili per i consumatori, ma tutt’oggi risultano ancora poco conosciute nei nostri territori.
Immaginare un rinnovo varietale delle uve da tavola apirene “made in Puglia” obbliga anche il trasferimento delle conoscenze circa i nuovi sistemi di allevamento della vite, delle interazioni varietà-portinnesto e delle tecniche colturali.
Tra queste spicca su tutte l’irrigazione (considerando che l’acqua è il primo dei fattori limitanti la produzione) come leva capace di migliorare quantità e qualità delle produzioni. L’influenza dell’irrigazione influenza anche la frigoconservazione.
Gli obiettivi che persegue il progetto Innofruit
Il progetto prevede il perseguimento dei seguenti obiettivi operativi:
- valutare il comportamento in vivaio di varietà di uva da tavola apirene e l’individuazione della migliore combinazione nesto-portinnesto;
- caratterizzare nuove varietà di uva da tavola;
- realizzare un nuovo protocollo agronomico per la gestione dell’irrigazione (precision farming);
- valutare l’attitudine e potenziare la conservazione delle nuove varietà;
- valutare l’impatto ambientale ed economico delle innovazioni di processo al fine di trasferire conoscenza agli attori di filiera e ai consumatori;
- condurre l’analisi di mercato, per valutare potenziali mercati di destinazione delle nuove uve da tavola pugliesi, capaci di valorizzare al meglio questo prodotto.
Le innovazioni che il progetto Innofruit conta di trasferire ai viticoltori
Principalmente il progetto Innofruit conta di arricchire il tessuto produttivo con le seguenti innovazioni:
- l’introduzione di varietà di uva da tavola maggiormente apprezzate dai consumatori e la conoscenza delle combinazioni più performanti tra vitigno e portinnesto;
- la possibilità di ampliare la superficie destinata ai nuovi vitigni e quindi anche l’aumento della produzione di uva da tavola;
- la riduzione dei costi di produzione grazie a tecniche irrigue più efficienti e nuove tecniche di conservazione;
- l’aumento del prezzo medio di vendita dell’uva (nuove varietà e miglior conoscenza dei mercati di destinazione);
- il miglioramento della conoscenza dei processi produttivi (nuove varietà, combinazioni nesti-portainnesti, nuove tecniche produttive sostenibili, ecc.) e dei mercati, a beneficio di tutti gli operatori della filiera dell’uva da tavola.
Insomma, il progetto Innofruit abbraccia l’intera filiera dell’uva da tavola: dal vivaio alla coltivazione, dalla produzione alla conservazione in post raccolta. Il tutto senza tralasciare commercializzazione, redditività aziendale e sostenibilità ambientale.
Innovazione di prodotto: le nuove varietà studiate da Innofruit
Per l’innovazione di prodotto, sono state oggetto di studio le nuove varietà apirene ad uva da tavola, messe a disposizione dalla Sun World International: Sugrafortynine N., Sugrafortyone B., Sugrafiftyone B., Sugrasixteen N., Sugrafifty R., Sugrafortyeight N. e Sugrathirtyfive B.
Delle suddette varietà sono già iscritte al Registro nazionale delle varietà e dei cloni di vite (art. 9 del D. Lgs. N. 16/2021) soltanto: Sugrafortyone B., Sugrasixteen N. e Sugrathirtyfive B.; quest’ultime note rispettivamente con i marchi commerciali Sable Seedless® e Autumn Crisp®.
Nuove varietà di uva da tavola e portinnesti: le combinazioni migliori
A livello sperimentale le varietà Sugrafortyone B., Sugrasixteen N., Sugrafortyeight N. e Sugrathirtyfive B. sono state oggetto di valutazione in vivaio per l’affinità di innesto in combinazione con i vitigni portinnesti 1103 Paulsen, 140 Ruggeri, 34 E.M. e 225 Ruggeri. I primi due vitigni appartengono al gruppo Vitis Berlandieri X Vitis Rupestris, e gli altri al gruppo Vitis Berlandieri X Vitis Riparia. Con riferimento alle caratteristiche tecniche di qualità richieste dalle norme per la produzione e la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite (affinità di attecchimento, diametri medi, lunghezza media del fusto, numero medio adeguato di radici principali, ecc.), tutte le combinazioni d’innesto hanno soddisfatto ampiamente le condizioni tecniche di qualità richieste dalla normativa.
Produttività delle nuove varietà
Per le prime sei varietà, sottoposte ad osservazioni di caratterizzazione morfologica, fenologica e agronomica, sono in corso di elaborazione i relativi ‘Disciplinari tecnici di produzione’, in cui – a partire dalla scelta del materiale vivaistico – saranno fornite le indicazioni e/o prassi operative per un’adeguata gestione colturale in un ambiente caldo arido come quello pugliese.
L’irrigazione diventa intelligente ed efficiente
Rilevanti risultano i risultati ottenuti dal personale tecnico del Centro di ricerca Agricoltura ed Ambiente (CREA-AA) che ha seguito la messa a punto di tecniche innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale, volte all’incremento della Water Use Efficiency. In un vigneto con la cv Sugrathirtyfive, coltivata a tendone, si è applicata una programmazione irrigua incrociando e valutando parametri come il bilancio idrico del suolo, fase fenologica dell’uva e clima grazie alla sensoristica. Diversi sono i parametri osservati: il contenuto idrico del suolo (SWC); il potenziale idrico del fusto; i parametri carpometrici e la resa per ceppo. I dati preliminari hanno mostrato che l’uso della tecnica di irrigazione “SMART” ha portato all’uso sostenibile della risorsa idrica senza comportare una riduzione della resa.
Gestione del post raccolta, cosa emerge dalle osservazioni del progetto Innofruit?
Per completare le attività della filiera, non ci si poteva esimere dall’affrontare le problematiche legate al post raccolta, ovvero alla conservazione del prodotto uva in cella frigorifero. Si è lavorato osservando le uve Autumn Crisp® provenienti dalle tesi sperimentali riferite alle diverse gestioni irrigue (‘Business as usual’ e ‘Smart irrigation’). I diversi grappoli sono stati conservati in cella frigo per differenti intervalli di tempo e con diverse modalità di packaging, in relazione all’erogazione di anidride solforosa. Forse risulta scontato immaginare gli effetti sui grappoli (imbrunimento del rachide, insorgenza di muffe o marciumi, ecc.) in relazione ai diversi tempi di permanenza in cella. Differenti, invece, sono stati gli effetti sulla qualità in relazione alle interazioni tra gli altri fattori di confronto, quali i sistemi di erogazione di anidride solforosa e le due diverse gestioni irrigue adottate.
Post raccolta: i risultati ottenuti
Buoni risultati sono emersi per entrambi i sistemi di somministrazione della SO2 sull’efficacia nel contenimento di marciumi e muffe, sul contenimento del calo ponderale delle bacche. Invece, con riferimento al fattore irrigazione, è da mettere in risalto che la gestione irrigua ‘Smart’ ha determinato nelle bacche una maggiore luminosità, con tonalità della buccia più tendenti al verde rispetto alla tesi aziendale.
Quanto finora esposto rappresenta solo una breve disamina circa i risultati ottenuti; in futuro, sul sito dedicato al progetto, verranno pubblicati sia i dati relativi alle attività sperimentali di natura tecnico-agronomica, sia i risultati ottenuti circa le valutazioni di impatto ambientale ed economico e le analisi di mercato e di filiera.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com